La Francia non si adatterà ad una "nuova Monaco,,

La Francia non si adatterà ad una "nuova Monaco,, La Francia non si adatterà ad una "nuova Monaco,, Anticipata partenza di Pineau per Londra - Le difficoltà di un intervento militare per difendere gli interessi delta Compagnia, che è una Società privata (Nostro servizio particolare) Parigi, 28 luglio. Il ministro degli Esteri francese Christian Pineau ha deciso di antipicare 11 viaggio a Londra; egli partirà domani, invece di lunedi. Si ritiene tuttavia a Parigi che la soluzione del problema del Canale di Suez dipenderà soprattutto da Washington, il cui atteggiamento può influire molto su quello dell'Inghilterra. Non furono gli americani — osservano alcuni commentatori politici francesi — a consentire, in un certo senso, l'atteggiamento di Mossadeq nel conflitto petrolifero tra la Persia e la Gran Bretagna? E non furono egualmente gli americani a fare pressioni sull'Inghilterra affinché le truppe di quest'ultima lasciassero il Canale di Suez? Si teme quindi a Parigi che Londra possa esitare nelle rappresaglie contro l'Egit to, se essa non sarà sostenuta sufficientemente dagli Stati Uniti Perciò è stata accolta con molte speranze la notizia che alle conversazioni dei prossimi giorni fra il Ministro degli Esteri francese e il suo collega inglese Selwyn Lloyd sarà presente anche un'alta personalità politica americana: forse lo stesso segretario dì Stato J. Poster Dullès, oppure uno dei suoi principali collaboratori. Stamane alla Camera, durante la discussione sul finanziamento della guerra di Algeria, conclusasi con un largo voto di fiducia al governo (273 voti favorevoli e 163 contrari) il ministro Pineau si è rifiutato di fare subito una lunga dichiarazione, ritenendola intempestiva finché non saranno state adottate decisioni comuni fra i principali Paesi occidentali Il Ministro ha però confermato che la Francia non si piegherà dinanzi al fatto compiuto; ha promesso una dichiarazione al Parlamento prima dell'inizio delle ferie previsto per, venerdì prossimo. Parécchie vóci si sono levate per IhvnfiHfTfl, fj, eia: H o . a o a nantadtddlepangvIgCl'ezRnsdncBnmagere energia : li gollista Soustelle ha paragonato la nazionalizzazione' del Canale di Suez alla rfoccupazione della zona renana nel 1936 da parte della Germania e ha chiesto, una risposta adeguata 'alla gravità del momento. L'On. Robert Lecourt (presidente del gruppo parlamentare d.c.) ha paragonato ciò che avviene a Suez all'invasione dell'Etiopia da parte dell'Italia, chiedendo che sia fatto di tutto per indurre inglesi e americani a unirsi all'azione della Francia. Alcuni ministri hanno detto che non bisogna adattarsi al gesto di Nasser come a una «nuova Monaco ». - Ma quali sono le possibilità della Francia e dell'Inghilterra in questo difficilissimo frangente? Si afferma a Parigi ohe 11 problema di Suez si divide in due parti ben distinte: 1) la nazionalizzazione, la quale non può giustificare un intervento armato, poiché la. Compagnia di Suez è" un ente privato e la forza degli Stati non può essere messa al servizio dl interessi particolari; 2) gli interrogativi per la'libertà totale di circolazione nel Canale, per tutti 1 Paesi senza discriminazioni dl sorta. E' sul principio della libertà di navigazione che Francia - e Inghilterra concentreranno probabilmente la loro azione. Si sa bene, a Parigi come a Londra, che nessun Paese occidentale sarebbe solidale con gli inglesi e 1 francesi se si trattasse unicamente dl proteggere le azioni del Canale di Suez in possesso di Londra e di Parigi. 31 spera, invece, che tutti i Paesi occidentali si uniranno all'Inghilterra e alla Francia (che sono rispettivamente al primo e al secondo posto fra le Nazioni importatrici attraverso il Canale di Suez) per fare rispettare la libertà di circolazione, di cui tutti hanno più o meno bisogno Si afferma che 1 diritti internazionali debbono essere difesi contro 11 gesto dl forza di Nasser, ma sembra a questo proposito che vi siano divergenze fra Londra e Parigi. In Francia si è dell'opinione che un ricorso all'ONU (Nazioni Unite) manderebbe la faccenda per le lunghe, mentre si vorrebbe che la risposta a Nasser fosse immediata Anche il giornale parigino Le Monde, i cui giudizi sono sempre moderati, scrive che una capitolazione dinanzi al colpo di forza egiziano è impossibile e profetizza: « Se si lascia Nasser agire oggi impunemente, .egli detterà domani la sua legge anche a Tangeri e a Bagdad, mentre gli esperti dimostreranno, come fecero per Hitler, che il suo regime è alla vigilia del crollo ». Le prime rappresaglie occidentali nei confronti dell'Egitto saranno probabilmente di carattere economico, sebbene non solo uomini politici, ma anche gli Stati Maggiori di Londra e dl Parigi stiano febbrilmente consultandosi. Fra le ' varie minacce che vengono agitate c'è naturalmente la cessazione della fornitura di armi all'Egitto e il non acquisto del cotone egiziano. Ma si attende soprattutto, per ayere 11 pretesto di intervenire, che sorgano i primi incidenti da una situazione Indiscutibilmente esplosiva. La Compagnia de! Canale, infatti, ha dichiarato nuovamente di non riconoscere la nazionalizzazione del Canale, affermando che considererà nulla qualsiasi operazione fatta in conformità alle decisioni del governo egiziano. Fra l'altro, la Compagnia non considererà validi i pagamenti fatti dalle società dl navigazione alle casse del governo egiziano per i diritti di passaggio. Cosa avverrà, se le navi rispetteranno le istruzioni della Compagnia, rifiutandosi di pagare? Nasser tenta di realizzare il vecchio desiderio del Kedivè Isniail, il quale disse all'ingegnere Leaseps: «Voglio che il Canale sia dell'Egitto e non l'Egitto del Canale ». Ma è egualmente in via di realizzazione la profezia di Ernest Renan che nel discorso pronunciato per accogliere Lessepa all'Accademia Francese disse: «I passaggi fra Continenti hanno sempre provocato competizioni e guerre. Un solo Bosforo è stato sufficiente finora per creare imbarazzi nel mondo. Voi ne avete creato un altro! ». - - « • !• m.