Uno studente cuneese precipita in un burrone di cinquanta metri di Carlo Moriondo

Uno studente cuneese precipita in un burrone di cinquanta metri (VSI.III.i GHAVE Si l.itiiH.% SCI MOKTI .»««•«.» CMlISSOi.O Uno studente cuneese precipita in un burrone di cinquanta metri Un amico scende correndo fino a Pian del Re: gli automobilisti qui fermi rìfiu tano di portarlo a Crissolo ed egli contìnua a piedi - Il giovane è moribondo (Dal nostro Inviato speciale) Crissolo, 28 luglio. Un'altra disgrazia alpinistica è avvenuta oggi nell'alta valle del Po: e anche stavolta la vittima è un giovane studente universitario portato a valle stasera dalle guide in coìtdizioni quasi disperate. L'incidente è accaduto sui monti di Crissolo; il ferito è Gian Felice Deìitis, di S2 anni, abitante a Cuneo in via Brune con la mamma e un fratello, studente del terzo anno di fisica presso l'Università di Torino. Da pochi giorni il Dentis era salito a Crissolo con numerosi altri amici e compagni di studio iscritti ad un'organizzazione universitaria di Cuneo, di cui è assistente don Aldo Castellino. I ragazzi avevano preso alloggio in una ca¬ sa di San Chiaffredo poco sopra Crissolo. ' Questa mattina verso le .5 un gruppetto era partito per una escursione nei dintorni. Ne facevano parte, oltre al Dentis (provetto alpinista che già aveva scalato il Dente del Gigante e il Corno Stella), anche Guido Bargis, suo intimo amico e come lui studente in fisica; Adalberto Invernizzi, figlio del noto industriale di formaggi; Umberto Lanza; due ragazze. (Maria Carla Perosino e Bruna Pasta), tutti fra i venti e i ventidue anni. Meta della gita era la punta Udine (.1S0Z metri) non difficile né lontana perché dal Pian del Re sopra Crissolo può essere raggiunta in due ore e mezza di marcia passando lungo il lago di Fiorenza ed il Lago Superiore. I ragazzi infatti misero il piede sulla sommità verso mezzogiorno scalando l'ultima cresta fatta di dossi erbosi e di roccioni sconnessi; si trattennero in punta solo pochi minuti di fronte al Monviso (di lassù la piramide si contempla in tutta la sua altezza), poi ridiscesero lungo il « Couloir del Porc », un canalone nevoso che porta a una piccola costruzione eretta dagli alpini per avere Un rifugio d'emeryenza durante la guerra: quattro mura e un tetto. Qui i ragazzi si chiusero per consumare il pranzo e forse fu un errore: il passare dalla frizzante aria esterna a quella stantia di un locale chiuso e freddo può provocare inconvenienti anche gravi. E così infatti avvenne: poco dopo il Dentis cominciò ad accusare disturbi, gli parve che gli mancasse il respiro e che la atmosfera fosse ammorbata. Impallidì. I compagni se ne avvidero e lo consigliarono ad uscire. Il ragazzo si era tolti gli scarponi e non pensò neppure di rimetterseli. Uscì scalzo come era: e anche questo forse fu una imprudenza, poiché davanti al rifugio non vi è che un breve spiazzo lastricato di pietra scivolosa al di là del quale la montagna scoscende in un salto di una cinquantina di metri. Che cosa sia avvenuto non si sa con precisione: ma è agevole supporre che il Dentis sia stato colto da malore, si sia accasciato proprio sull'orlo del precipizio. Un piede gli mancò, scivolò -nel baratro. i compagni non udirono che un grido, poco più di.un rantolo angoscioso, poi un fragore di pietre che precipitano e più nulla. Corsero fuori. Il primo che si affacciò al precipizio non potè trattenere un grido d'orrore: il corpo dell'amico giaceva cinquanta metri più in basso; anche di lassù si vedeva la pozza di sangue che gli si allargava attorno al capo. Fra i giovani accaddero scene di pànico: una delle ragazze fece per buttarsi nel precipizio e dovettero trattenerla a viva forza. Poi uno degli alpinisti il Bargis, corse a valle per cercare soccorso. A Pian del Re c'erano diverse macchine: nessuno degli automobilisti si prestò a portarlo giù in vettura e il ragazzo dovette continuare la corsa disperata fino a Crissolo, dove giunse stremato. Qui fu subito organizzata una spedizione di soccorso con il dottor Gianfranco Calieri, medico condotto, Gianfranco Perotti, Giovanni Filimonti e Giuseppe Ghiri. Alle 18,15 questi erano a Pian del Re, cominciarono a risalire i fianchi di Punta Udine. Dal basso cominciò l'attesa carica di angoscia; ore lunghissime terminate solo alle SS,S0 quando la comitiva rientrò a Pian del Re. Già dall'alto erano stati lanciati segnali luminosi rossi: segno che le condizioni del ferito erano gravissime. Infatti la diagnosi del medico condotto è stata: frattura della base cranica; imminente pericolo di vita. Con una auto-ambulanza di Saluzzo, il povero ragazzo è stato portato immediatamente all'ospedale < Santa Croce > di Cuneo: le sue condizioni restano estremamente gravi. Carlo Moriondo i Le guide e gli amici portano su una barella lo studente Gian Felice Dentis al Pian del Re, Dì qui con un'autoambulanza sarà poi trasportato all'ospedale di Cuneo Miiiitiiiititiiifiiiiitiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiitiiiitiiiifiiiiiiiiiiiiiitiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin