II drammatico rapporto-radio del comandante dell'«Ile de France»

II drammatico rapporto-radio del comandante dell'«Ile de France» II drammatico rapporto-radio del comandante dell'«Ile de France» (Nostro servizio particolare) Parigi, 26 luglio. Un cablogramma inviato dal comandante delV'Ile de France ", capitano Raul De Beaumont alla sua Società, riferisce brevemente, ma con viva efficacia, come si sono svolte le operazioni di salvataggio. Esso dice testualmente: < A bordo dell'Ile de Frane? abbiamo captato l'S.O.S. dell'Andrea Doria circa alle SS,S0 mentre eravamo a sei miglia a sud di Nantucket. Procedevamo a SS nodi. La nebbia,caduta mezz'ora prima, era densa: dalla mia passerella mi era impossibile distinguere la prora della nave. Abbiamo subito tentato di entrare in contatto con la nave italiana a mezzo radio. Il suo messaggio diceva semplicemente che aveva bisogno di aiuto. Abbiamo risposto che saremmo giunti sul posto in capo a due ore. Le abbiamo chiesto se affondava, ma non abbiamo avuto risposta. Da quel momento la na¬ ve emetteva sul sistema radio di pericolo. Eravamo troppo lontani per captare i suoi messaggi, ma ascoltando la radio ielle altre navi abbiamo saputo che l'Andrea Doria affondava con 1500 persone a bordo. « Nonostante la nebbia, ci siamo diretti verso il luogo indicato alla velocità di SZ nodi. Il Cape Ann e un'altra nave erano già arrivate. Una aveva messo in mare otto canotti, e l'altra due. Non era abbastanza. Lo Stockhoìm ci ha segnalato allora che avrebbe inviato nelle acque canotti, sebbene fosse anch'esso danneggiato e potesse avere bisogno di aiuto in seguito. « Ho pregato perché la nebbia si alzasse. La nebbia è incominciata davvero ad alzarsi e ho visto la Doria, facile a riconoscersi poiché la nave s'inclinava sul fianco. Abbiamo messo dieci canotti in mare: L'operazione ha richiesto cinque minuti. Essi si diressero subito verso ''Andrea Doria, che si trovava a 500 metri; i marinai dei canotti hanno dato prova di coraggio e di disciplina magnifici, mentre noi davamo gli ordini a mezzo di megafono. « Abbiamo raccolto circa 760 persone, quasi tutte seminude, alcune ferite, altre che piangevano i loro morti. Tutti i nostri medici, infermieri e infermiere sono stati ammirevoli nello sforzo per curare i feriti nel nostro ospedale di bordo. Le altre navi fa evano egualmente sforzi a»' mirevoli. Una nave americana rimorchiava uri piccolo bastimento francese che era in difficoltà a causa dell'elica. « La scena ricordava gli anni dell'ultima guerra. Ora mi affretto per arrivare a Nuova York. Non potrò certo ricuperare il ritardo, ma esso non conta rispetto a 760 vite umane ». La grande nave francese era partita da New York diretta a Goteborg; il dirottamento, l'arresto sul luogo del disastro, il ritorno nel porto americano hanno provocato un ritardo nel viaggio di almeno 36 ore. L'impresa del vecchio, glorioso transatlantico francese viene sottolineata dai giornali, i quali ricordano che per la terza volta esso è intervenuto efficacemente per soccorrere in Atlantico delle navi in difficoltà e salvare i suoi passeggeri. La prima volta cid avvenne nel dicembre del 1951 quando, trovandosi a mezza strada fra Le Havre e Nuova York, dirottò per portare soccorso al mercantile britannico Chiswick: la seconda volta il 23 settembre 1953 esso captò l'S.O.S. lanciato dal mercantile liberiano Greenville e giunse in tempo pel salvare l'equipaggio, pochi minuti prima che il bastimento affondasse. v j m.

Persone citate: Cape, Raul De Beaumont

Luoghi citati: Goteborg, Le Havre, New York, Nuova York, Parigi