E' scomparso un gioiello dell'architettura navale

E' scomparso un gioiello dell'architettura navale E' scomparso un gioiello dell'architettura navale Genova, 26 luglio. L' < Andrea Doria >, varata dai cantieri Ansaldo il 15 giugno 1951, Iniziò il viaggio inaugurale da Genova il 14 gennaio 1953. Era un gioiello di architettura navale: lunga 213 metri, aita 15, larga 36, stazzava 29.088 tonnellate ed apparteneva alla « Società- Italia». L'impianto-motori disponeva di due gruppi di turbine che sviluppavano 60 mila cavalli vapore, pari ad una velocità di 23 nodi a pieno carico; le due eliche, a tre pale ciascuna, pesavano complessivamente 32 tonnellate. La nave aveva sedici imbarcazioni di salvataggio (2008 per. sone), era dotata di radar, radiotelegrafo, radiogoniometro, giro-bussola — ohe mantiene automaticamente la rotta — e un impianto centrale per la segnalazione incendi. Poteva trasportare 1241 passeggeri oltre a 575 uomini di equipaggio. Aveva dieci ponti, tre piscine all'aperto, un ospedale con sessanta letti, quattro cinematografi, un Impianto di aria condizionata, ascensori e 300 telefoni. L'energia elettrica era fornita da tre centrali con una potenza complessiva di 6 mila cavalli, distribuita attraverso 300 chilometri di cavi e sufficiente a provvedere al fabbisogno di una piccola città. La rete di telefoni automatici faceva capo ad un centralino di 300 numeri. I passeggeri potè vano ricevere In cabina, duran te la navigazione, comunicazioni con I centri più remoti del mondo. C'era a bordo inoltre un impianto per le telefoto e una piccola ma attrezzatissima tipografia dalla quale usciva ogni giorno il « Corriere del Mare » con le ultime notizie arrivate via radio da tutto il mondo. Vi erano cinque cucine razionali e modernissime, con gelaterie e forni, amplissimi bagagliai e un'autorimessa: alla partenza e all'arrivo le macchine veni vano fatte entrare ed uscire at traverso un portellone aperto sul fianco della nave. L'ospedale, per attrezzature, assistenza e organizzazione poteva sostenére il confronto con un modernissimo complesso ospedaliero in una città. Sul ponte superiore erano si stemate numerose cabine di prima e seconda classe, e a poppa la sala delle feste, le sale da giuoco, di lettura, di soggiorno, le passeggiate coperte e scoperte. La biblioteca era ricchissima, vi si potevano trovare libri in tutte le lingue. A prua era un giardino d'Inverno, ve rande-belvedere, sale elioterapi-ne, di massaggi, di ginnastica. Gli impianti sportivi erano perfetti: a bordo si poteva giocare a tennis e a pallacanestro, tirare al piattello o al bersaglio. La prima classe aveva una capacità di 218 passeggeri, la seconda di 320, quella turistica (1! 703: in tutto, come s'è detto, 1241 persone che potevano trovare ospitalità in 452 cabine attrezzate come stanze di un albergo di lusso. Il condizionamento dell'aria era assicurato in tutta la nave da un sistema composto di 58 apparecchi a regolazione automatica a mezzo di termostati. Innumerevoli i ventilatori e gli estrattori d'aria, che avevano una portata complessiva orarla di 1.126.500 metri cubi. Le condotte di ventilazione e di estrazione avevano uno sviluppo di oltre 15 chilometri. La centrale frigorifera era una delle più potenti installate su navi passeggeri, con un impianto di 1500 cavalli. La cambusa per le provviste di bordo aveva un volume di circa 1450 metri cubi, di cui 850 in celle isolate e refrigerate. Per una traversata atlantica si immagazzinano negli impianti frigorifero 18 mila chili di carne, 2800 di burro, 30 mila di frutta, 16 mila litri di latte e 25 mila di vino, 25 mila limoni, 1600 bottiglie di gin e di whisky, 2500 di spumante e 14 mila di birra. Le cisterne per l'acqua dolce avevano una portata di 3300 tonnellate. Altre cisterne contenevano 370 tonnellate di acqua potabile. I depositi di nafta avevano una capacità di 4300 metri cubi, sufficienti per consentire alla nave un viaggio completo di andata e ritorno sulle più lunghe distanze.

Luoghi citati: Genova, Italia