Il cavallo che vale quasi un miliardo ha smesso per sempre di correre

Il cavallo che vale quasi un miliardo ha smesso per sempre di correre Ribot à tornato in Italia dopo II trionfo ottenuto ad Ameot Il cavallo che vale quasi un miliardo ha smesso per sempre di correre A Dorme ilo lo abitueranno giorno per giorno a non cercare più l'ippodromo - Non è bello, ma è straordinariamente potente net galoppo - Avrà ogni anno quaranta mogli ed ognuna dovrà pagare due milioni (Nostro servizio particolare) Milano, 24 luglio. Ribot, il cavallo fenomeno che domenica ha trionfato sull'ippodromo di Ascot, da stamane ha cominciato la nuova vita di pensionato. Gli applausi con i quali ieri pomeriggio una folta rappresentanza di appassionati lo ha accolto all'aeroporto della Malpensa, sono stati gli ultimi della sua breve e sfolgorante carriera. Ribot scompare definitivamente dalla scena dove per un paio d'anni ha dominato incontrastato, poiché i proprietari, la vedova Tesio e il marchese Incisa della Rocchetta, hanno decìso di non farlo più correre. Quantunque il tramonto sia ancora molto lontano, la c Razza Dormello > ha preferito ritirarlo nel momento di massimo splendore. Una notizia tuttavia tranquillizzerà l'ippica italiana: contrariamente alle voci corse nelle ultime settimane, Ribot non emigrerà. Lie innumerevoli e ingenti offerte — si parla addirittura di un miliardo e la somma deve essere vicina al vero — sono state rifiutate. Ancora per tre anni, Ribot rimarrà nelle scuderie di Dormello, a pochi chilometri da Arona, senza altra preoccupazione che diventare padre di numerosa prole. Poi, forse attraverserà la Manica o l'Oceano, ma avrà già lasciato una cospicua discendenza sui prati del Novarese. Sceso dall'aereo attrezzato espressamente con un ampio box imbottito, anziché proseguire subito per Dormello, Ribot si è fermato a Milano, nella filiale delle scuderie Tesio, lungo il viale nei dintorni di San Siro. Andrà alla casa-madre in novembre, dopo avere superato uno speciale corso di addestramento alla vita di riposo. « Un cavallo come Ribot non può smettere di correre all'improvviso senza risentirne — dice Ugo Penco, l'allenatore che ha seguito ogni passo del cavallo-meraviglia. — Anche se in avvenire non si allineerà al palo di partenza, non bisogna imporgli bruscamente di non essere quello che è sempre stato. Gli allenamenti saranno sempre più brevi e meno severi e lentamente ne faremo un " seden tario " >. Ugo Penco, che gl'inglesi hanno soprannominato il «mago di San Siro», ha 46 anni, la statura del fantino benché cavalcare non sia la sua specialità, e da un trentennio vive fra i purosangue. Collaboratore intimo di Tesio, ha creato capolavori come Tenerani, padre di Ribot. < II figlio l'ha superato — dice —, era maggiormente completo. In quattordici premi e su tutte le distanze, nessuno è riuscito a batterlo. Tenerani, invece, qualche volta cedeva ». Parlando di Ribot, il signor Penco adopera i verbi al passato. < E' stato il più grande cavallo di tutti i tempi, e non perché ha vinto 120 milioni; non è un primato che conta. Prima di Ribot, non si è mai visto un guizzo cosi fulmineo, una falcata tanto irresistibile, una potenza uguale >. Quando lo stato maggiore della < Razza Dormello » intuì che lo sconosciuto puledrino Ribot avrebbe un giorno meritato il titolo di campionissimo? Nell'autunno del 1953, aveva compiuto i venti mesi, durante una quotidiana pas seggiata per la pianura, Ri bot si staccò dal gruppo e si allontanò con uno scatto rab bioso verso un filare di olmi in fondo al campo. Ribot nacque nella sfrenata galoppata di quel mattino di nebbia. Tesio, al quale nulla sfuggiva, impressionato dal ritmo e dal la rapidità del puledro, lo condusse in pista, cronometro alla mano. Ribot percorse mille metri in un tempo che parve sbalorditivo, ma che per lui era normale. «All'inizio della carriera però correva senza impegno, per gioco — racconta Penco. — Con l'età ha messo giudizio, ha cominciato a capire le corse e ad essere ambizioso ». Questa mattina, nel box, ho visto un Ribot inedito, come mai ce l'hanno presentato le innumerevoli fotografie. Sdraiato sulla paglia, il muso al dlqmuètsrcraspdrlcarlscOdadptcbzilnatdvnacpnbslccgeagdndcrlungato fra le zampe, sonnec-1 chiava in attesa di uscire al galoppo, l'allenatore ha spa-, fancaTo' l'uscio dove, acanto|alla targhetta delle generalità (Ribot, di Tenerani e di Romanella, nato il 27 febbraio 1952), è appesa l'immagine di Sant'Antonio abate, ma il purosangue non si è mosso. Fino a Ieri, subito dopo che la luce irrompeva nella penombra, Ribot balzava fuori, allegro e gagliardo. Oggi, forse perché stanco, ha lasciato che lo invitassero ripetutamente, ed è rimasto a lungo immobile in mezzo al prato, a guardare con aria intontita la sua ombra. Poi ha seguito gli altri con andatura lenta e svogliata. Visto nei momenti di riposo, Ribot non è un magnifico esemplare. In un concorso di bellezza, prenderebbe un pre mio di consolazione. Un catti-i vo intenditore, non lo distin- guerebbe come il migliore, gli| preferirebbe quelli più slancia-: J ,7 . H_: ti e vistosi. Gli sguardi dei competenti vanno invece subì- to ai muscoli, grossi e mobi- lissimi, alle dimensioni del to- race, ad altre caratteristiche fuori del comune. Vedendo Ri- bo*, viene in mente Coppi. In corsa. Ribot si trasforma, nel- mlo «forzo si ammorbidisce e la Psagoma colma di energia ai Ir dilata fino ad assumere una linea di impeccabile armonia. L'allenatore assicura che fra qualche giorno il cavallo-fenomeno capirà di essere ormai un asso finito. « Stamane non è di buon umore, ma è soltanto affaticato. Entro una settimana si accorgerà da parecchi indizi che la carriera è chiusa e attraverserà un periodo delicato. Lo abitueremo a gradi per evitare quelle crisi che in un cavallo sensibile possono lasciare conseguenze deleterie. I profani sorrideranno increduli a sentir parlare di crisi e di complessi nei cavalli, ma hanno torto ». Per altri motivi, Ribot si rallegrerà del nuovo stato. Il successo lo ha obbligato ad una vita di sacrificio e non gli ha concesso la minima sregolatezza. Ogni mattina, per anni, si è dovuto svegliare prestissimo, alle cinque d'estate e alle sei d'Inverno, per galoppare un paio d'ore, e nella greppia ha trovato il solito pasto: otto chilogrammi di fieno, sei di biada, due di carote e uno di zucchero. La vigilia di premi importanti, museruola e pasti leggeri. Da oggi, un occhio sarà chiuso sulla disciplina. A novembre, Ribot si trasferirà a Dormello dove andranno a trovarlo le più belle cavalle del mondo cui concederà 1 favori a caro prezzo: due milioni o giù di lì. Il primo anno avrà venticinque mogli, nel secondo quaranta. Per gli atleti a quattro zampe, il «viale del tramonto» non è poi tanto triste. Probabilmente Ribot soffrirà di nostalgia e per attenuare l'assillo del ricordi gli rimarrà accanto Magistris, un cavallo che avrebbe potuto avere maggiore fortuna se non si fosse esclusivamente dedicato alla amicizia per il famoso compagno. La solitudine è un po' il debole della famiglia. Tenerani odiava stare solo e non gradiva neppure la compagnia dei colleghi; anzi, Il scacciava furibondo. Tesio una volta introdusse nel box una pecora e Tenerani la volle sempre con sé. Ribot è meno stravagante, ma più che dagli ippodromi gli dorrà certo staccarsi dal fedele Magistris. Invecchieranno insieme e avranno tante cose di cui parlare. « E' un grande cavallo, il più grande di tutti 1 tempi », dice Ugo Penco mentre Ribot rien tra galoppando leggero, felice, la testa alta e diritta, la cri niera spettinata al vento. Per la prima volta, nella nostra conversazione, non adopera il verbo al passato. Alberto Macchiavello ntllllItlllllliniIlHllHIlllllllllllllllllllllllllllHll Il caratteristico spunto di velocità di Ribot durante uno degli ultimi allenamenti

Luoghi citati: Ameot, Arona, Italia, Milano, Sant'antonio Abate