La "grande nemica,, degli autisti di Francesco Argenta

La "grande nemica,, degli autisti La "grande nemica,, degli autisti Un'inchiesta e in corso • sarebbe assurdo avanzare Ipotesi, affacciare responsabilità. Ma la sciagura di Pavullo costituisce, nel volgere di pochi mesi, la quarta o quinta edizione di eventi drammaticamente analoghi e luttuosi. La meccanizzazione ha i suoi rischi, le sue incognite, ma molte volte — non dobbiamo nascondercelo — queste paurose catastrofi sono dovute all'affaticamento cui vanno incontro gli autisti. Oh! è certo che gli autisti amerebbero fruire di congrue parentesi di riposo, prima di rimettersi in marcia, ma, talvolta, gli imprenditori li assillano, li pungolano, 11 costringono a restare al volante, notte e giorno; non hanno pietà né di loro, né del prossimo che può essere vittima delle défaillances del dipendenti. Il tribunale della Senna ha avuto espressioni severe per un imprenditore di trasporti che aveva costretto l'autista a rimanere al vo¬ ■ìiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii lante lungo una rotta etèrna, per tre giorni e tre notti. Vinto e reso inebetito dalla stanchezza, l'autista aveva finito per cozzare contro un autobus fermo. Vi erano stati morti e feriti e, per questo, l'autista era stato trascinato in giudizio. Ora, 11 tribunale, giudicando con molta umanità il caso del colpevole (padre di sei figli e ossessionato dal timore di «perdere il posto» se si fosse ribellato alle pretese dell'imprenditore) si è rammaricato che nelle maglie della legge penale non fosse stato impigliato anche costui. In un attendu, che ricorda quelli famosi del « buon giudice », il presidente Magnatiti, il tribunale della Senne, ha solennemente dichiarato che il vero responsabile della sciagura doveva ritenersi l'esoso Imprenditore. E per lui, almeno in sede penale, la legge sanciva, invece, l'impunità! • Se, cotesto, può apparire un caso-limite, tutta una iitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiitiiiiiiiiiiiii moltitudine di casi spiccioli e correnti mette in luce, con non minore evidenza, l'usura cui vanno incontro gli autisti, le disfunzioni cui li condanna il mestiere, le alterazioni psicofisiche che sono suscettibili di determinarsi in loro, allorché i turni di lavoro non sono congniamente regolati c l periodi di riposo sono aritmicamente distribuiti. Due clinici, 1 proff. Vincenzo Melotti e Giovanni Caprini, han compiuto in un locale alla periferia di Verona, dove sono soliti sostare 1 conducenti di camion e corriere in viaggio lungo le rotte che si' dipartono da quella città, una indagine volta a porre in risalto le condizioni fisiche e psichiche degli autisti in rapporto alla particolare fatica cui sono assoggettati. Se la stanchezza è la grande nemica di coloro cui è affidata la guida del grossi automezzi — camion e corriere —, (e la sintomatologia è chiara: dolore alla nuca, dolorabilità spontanea o provocata alla fronte e crampi muscolari agli arti inferiori), tutta una costellazione di processi morbosi, la cui patogenesi è facilmente diagnosticabile, soprattutto In rapporto alle caratteristiche del mestiere, minaccia ed insidia. la. integrità psicofisica dell'autista, la sua capacità di lavoro, 11 suo rendimento; condiziona l'efficacia e la sicurezza della sua guida, spiega e chiarisce le défaillances alle quali, fatalmente, va incontro talvolta. Stando ai risultati della '. dagine, si tratta di processi morbosi che si sono riscontrati nella maggioranza dei casi: processi irritativi cronici a punto di partenza congiuntivale; diminuzione del visus, quasi sempre misconosciuta o negata dal soggetto; disturbi all'apparato digerente, con inappetenza, ipercloridria, ulcere gastriche, insufficienze epatiche, stipsi ostinate ecc. Dal punto di vista cardio-circolatorio, l'indagine ha messo in risalto, nella quasi totalità dei soggetti, fenomeni iiiiitiitiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiTiiiiiiiiiiia di ipotensione, tachicardia ed aritmie. La grande nemica degli autisti, ma anche del pubblico, rimane, comunque, la stanchezza: anche la ipotermia cui van soggetti gli autisti (36,2° a mezzanotte), è imputabile alla stanchezza. Ma all'instaurarsi di uno stato di stanchezza cronica, che porta ad un logoramento dell'equilibrio della salute, che dischiude incognite non suscettibili a priori di valutazione, va attribuito il facile determinarsi degli incidenti stradali che si verificano sopprattutto nelle pri¬ me ore del mattino. I due clinici che han condotta la indagine, protendendo le ricerche dal campo fisico a quello psicologico (ed è risultato che gli autisti, in maggioranza, sono scontrosi, portati ad un perenne senso di scontentezza, aggressivi ed irascibili) han formulato voti e proposte per ovviare a « situazioni di pericolo » che sono davvero immanenti. Spetta all'Ispettorato della motorizzazione, responsabile, almeno mediatamente della incolumità dei cittadini che si valgono degli automezzi di trasporto, prendere atto di queste proposte (libretto di viaggio, controlli sanitari ecc.) e darvi attuazione. Ma anche le società assicuratrici, che sono tenute a pagare lo scotto per le défaillances del conducenti dovrebbero scendere in campo per sollecitare l'attuazione di queste poche, sagge e razionali rifórme che potrebbero riuscire provvidenziali per tutti: gli autisti, 1 « trasportati», e — perché no? —, anche, gli enti assicurativi. Francesco Argenta Uno del feriti ipresi 1 ensi il l lità (Tl) Uno del feriti, ripresi 1 sensi, rivela le sue generalità (Tel.)

Persone citate: Giovanni Caprini, Vincenzo Melotti

Luoghi citati: Verona