Duello rusticano sull'aia d'una cascina tra due cognati a colpi di forcone
Duello rusticano sull'aia d'una cascina tra due cognati a colpi di forcone Duello rusticano sull'aia d'una cascina tra due cognati a colpi di forcone Entrambi all'ospedale: uno è in fin.,di vita - Un sordo, rancore li divideva da tempo (Nostro servizio particolare^ Chivasso, 23 luglio. Un drammatico fatto di sangue è accaduto stasera, alle 21, sull'ala d'un cascinale presso Montanaro: il contadino Riccardo Pogliano, di 42 anni, ha aggredito con un forcone -il Cognato Mario Cena, di 49 anni: dopo averlo colpito due volte al fianco è stato disarmato e a sua volta ferito con lo stesso arnese. Il Pogliano è ricoverato all'ospedale di Chivasso in condizioni disperate per la frattura della base cranica, mentre il Cena ha riportato lesioni di minore entità alla schiena ed al torace. Alla lottn. fulminea e selvaggia hanno assistito terrorizzate la moglie e la figlia di quest'ultimo senza poter in alcun' modo Intervenire; soltanto quando 1 due contendenti sono crollati al suolo privi di sensi esse sono accorse per prestare i primi soccorsi. L'inchiesta dei carabinieri è appena in corso e riesce quindi difficile dire con assoluta certezza quali siano state le cause; ad ogni modo sembra Sn d'ora che 11 duello rusticano sia sorto per delle ragioni prive di fondamento, per un semplice rancore che nella mente del Pogliano,. alterata dall'alcool, aveva acquistato con il passare del tempo il carattere d'una vera ossessione maniaca. Costui era conosciuto e temuto da tutti per il suo carattere collerico: proprietario d'un vasto podere di oltre quaranta giornate in una zona fertilissima, mal si adattava ad un certo controllo che ancora andava esercitando su di lui il vecchio padre. In famiglia erano liti continue ed egli ultimamente avrebbe addirittura voluto vendere il terreno. Non era insomma un padre di famiglia equilibrato e forse avevano contribuito a renderlo tale due grosse sventure: la morte della moglie alcuni anni or sono e più recentemente l'Inguaribile malattia del suo ultimogenito: Stefano, che soltanto ventidue giorni or sono è deceduto alle Molinette per una forma di meningite tubercolare. Una grave crisi, che è stata quasi il preludio di quanto è avvenuto stasera, si è verificata proprio il giorno prima che morisse Stefano. Il Pogliano lavorava nei campi insieme agli altri due figlioli: Albina di 17 anni e Piero di 15. Ad un tratto sopraggiungeva per rselImccagnarbnsfpmrsp1dectbdpSatedcpsv un sentiero suo nipote Franco 1 di .17 Mini, figlio della sua so- . a à e rella Lina che è per l'appunto sposata con Mario Cena ed abita in una cascina dei paraggi ' chiamata Damigella. Franco, con uno scherzo se si vuole un po' golfo, faceva il gesto di abbracciare la cugina Albina e tanto bastava perché il Pogliano gli si scagliasse contro. Il ragazzo naturalmente SI dava alla fuga e veniva inseguito dallo zio info¬ roelto sin sulla porta di casa sua Inferocito è il termine esatto, perché anche in quell'occasione Mario Cena doveva Intervenire per strappargli di mano (con tutto il vigore di cui è capace essendo un omaccione che pesa cento chili) un accumulato forcone. I due cognati si scambiavano sanguinosi insulti finché interveniva a tacitarli la loro moglie e sorella. Il lutto che si abbatteva H giorno dopo sulla famiglia e lo stesso comune dolore avrebbe dovuto sopire ogni rancore; viceversa il Pogliano continuava a rimuginare entro di sé quanto era accaduto ed a formulare nelle osterie truci propositi di vendetta. Oggi mentre si trovava a Montanaro il caso ha fatto si ch'egli s'imbattesse in un'altra sua nipote (Stefanina Pogliano, di 17 anni) la quale stava sorridendo. «Tu mi prendi in giro! .— esclamava il Pogliano con voce impastoiata dal vino. — E* tuo padre che t'insegna questo bel rispetto per lo zio. Ma una di queste sere vi metterò a posto tutti quanti». Ecco l'origine del dramma. Stasera alle 21 egli giungeva alla cascina Damigella. Prima di varcare il portone afferrava un forcone e quindi s'inoltrava nell'aia. Mario Cena, che era tornato in quel momento dai campi, gli si parava subito d'innanzi e di colpo si accendeva il furioso duello. I particolari esatti ancora non sono stati ben ricostruiti e per ovvie ragioni: nessuno del testimoni oculari può considerarsi del tutto attendibile poiché erano presenti soltanto la moglie e la figlia del Cena oltre ad un suo fratello che si trovava però a notevole distanza in fondo al vasto cortile. Sembra ad ogni modo che fi Pogliano abbia vibrato due colpi non di punta colpendo il cognato al dorso. Questi benché ferito ha potuto afferrare 11 manico dell'arnese e strapparglielo di mano. Secondo i familiari egli avrebbe poi vibrato a sua volta un paio di fendenti al capo del cognato temendo che costui fosse armato di rivoltella. I due rivali sono ricoverati allo stesso ospedale; il Cena, in attesa che gli accertamenti stabiliscano la verità, si trova piantonato. " „ r. g. La moglie e la figlia di Mario Cena mostrano l'arma del drammatico duello tra 1 cognati.
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