Si lavorerà quattro giorni per settimana e gusteremo meglio le gioie della vita

Si lavorerà quattro giorni per settimana e gusteremo meglio le gioie della vita Inchiesta in America sull'automazione e sul mondo di domani Si lavorerà quattro giorni per settimana e gusteremo meglio le gioie della vita L'uomo si sentirà liberato dalle pesanti fatiche manuali - Basterà sorvegliare le prodigiose nuove macchine che tanno quasi tutto da sole - Vigilanza sulla "rivoluzione industriale,, da parte dei dirigenti sindacali degli 5.1/.; essi tanno poca politica, guardano al sodo dei problemi di categoria e sanno trattare con gli imprenditori II sindacalismo americano possiede relativamente pochi dirigenti che abbiano la stoffa di veri uomini di Stato. In compenso, ha formato ottimi bargaxners, abili e coriacei nei negoziati con i datori di lavoro. Quando le due parti si riuniscono intorno allo stesso tavolo, esse discutono da pari a pari. Ciascuna padroneggia con sicurezza gli elementi del dibattito, ciascuna conosce a fondo le possibilità finanziarie dell'altra e, quindi, il tempo che potrà sostenere uno sciopero. Si discutono non idee, ma cifre. Quanti grandi imprenditori mi hatino parlato con stima. e con rispetto dei dirigenti sindacalisti con I quali han da fare! L'interlocutore conta perché è forte: questa regola' vale anche per gli Stati Uniti. Anche quando strappano ai datori di lavoro grossi vantaggi finanziari, i sindacati sono raramente considerati come degli avversari. Ciò perché essi accettano il sistema economico esistente e desiderano che funzioni il meglio possibile per trarne essi stessi 11 maggior profitto. La «nuova carta sociale > stipulata nel 1945 dail'A.F.L. (American Federation of Labor) è dal C.I.O. (Committee for Industriai Or.ganlsation) con la Camera di commercio, e che propugnava . un'associazione pràtica dei datori di lavoro e degli operai, è caduta In desuetudine; ma il suo spirito sopravvive. Solo una rivoluzione come quella prodotta dall'automazione poteva indebolire la fiducia in una vera e totale libertà di intrapresa. Ma anche adesso, in molti casi, i sindacati continuano a prendere in considerazione gli interessi dell'impresa in cui lavorano 1 loro Iscritti. Quando una piccola o media Impresa si trova in difficoltà, essi vi inviano 1 loro Ingegneri, che studiano l'organizzazione della produzione e suggeriscono i'metodi e le riforme atte ad aumentarne 11 rendimento. Molte imprese sonò state cosi salvate dal fallimento. In altri casi, i salari hanno potuto .essere aumentati con metodi analoghi. L'anno scorso il presidente del sindacato operaio delle in< dustrle automobilistiche, Wal ther Reuther, ha respinto l'offerta della Ford di vendere delle azioni agli operai: que sti non - debbono assumersi responsabilità imprenditoriali, ■ Ma essi si sentono nondimeno responsabili, in una certa misura, insieme con 1 datori di lavoro e il governo, dell'andamento generale della vita economica del Paese. Cosi, per aumentare la esportazione di carbone in Europa, il sindaca-' to dei minatori, diretto da John Lewis (e che conta 400 mila iscritti), non ha esitato nel giugno scorso a costituire, insieme ad alcune società mi nerarie, una società di trasporti marittimi, dal capitale di cinquanta milioni di dollari. Una delle accuse più frequenti che i dirigenti sindaca li americani muovono ài sin* dacati europei è quella di fare troppa politica. E, di fatto il labor americano' non ha mai indetto scioperi politici analeghl a quelli avutisi in Italia o in Francia. Ma chi «fogli il volumetto di 'centotto pagine contenente tutte le «risoluzioni» votate, nel dicembre scorso, dal congresso dell'A.F.L.C.I.O., si accorge che 1 delegati si sono pronunziati su problemi come quelli della gioventù, delle conseguenze della legge Taft-Hartley, dell'utilizzazione dell'energia atomica, dell'esercizio dei diritti civili, dell'insegnamento, della riforma elettorale, delle con dizioni degli agricoltori, dell'i giene pubblica, degli alloggi, dell'immigrazione, della televisione, della marina mercantile, dello statuto dell'Alaska t delle Hawaii, della politica estera ecc. Un partito politico non può avere un programma più completo. L'AF.L.-C.I.O. prende, di fatto, posizione su tutti i problemi interni e internazionali. E non si può fargliene rimprovero, perché ciascuno di quei problemi interessa, più o meno direttamente, l'esistenza quotidiana dell'operaio americano. Ma, pur prendendo posizione in materia politica, pur sforzandosi (per mezzo del suo Committee on Politicai Education) di sviluppare lo spirito civico del suoi membri, e d'illuminarne la scelta al momento delle elezioni, l'AF.L.-C.I.O. mantiene, nondimeno, una netta distinzione tra la sua azione propriamente sindacale-'e la sua i azione politica e non usa mai per fini politici l'arma dello sciopero. E rifiuta più che mai non solo di costituire un par! tito politico, sul tipo di quello laburista inglese, ma anche di allearsi con l'uno o l'altro dei . due grandi partiti tradizionali, e di lasciarsi trascinare nella scia democratica o repubblicana. Nel 1952, l'A.F.L. e 11 C.I.O allora divisi, presero aperta posizione a favore del candì dato democratico, Adlal. Ste venson. Quest'anno, nonostan te la profonda ostilità dei sindacati nei riguardi dell'amministrazione repubblicana, è molto probabile che la « centrale > sindacale non appog gerà ufficialmente nessuno dei candidati alla presidenza A parte cne le è difficile opporsi a Eisenhower, essa non è unanimemente favorevole a Stevenson, alcuni sindacalisti pre¬ fechsatipdmteudp'vdatoqbnfurdcmecommamcpsdtcbdiasdlecbizcgtèrdctmhscsvlhvlpvpdSvdtèostitcgmatvua ' i l e u a e i a , t a ferendo a quest'ultimo il ban- lggvshdgvmctIcssTchiere Harriman. Ma essa non sarà assente dalla lotta politica e farà sentire il proprio peso soprattutto nella scolta dei membri del Congresso. Tuttavia, l'azione del suo comitato politico non è sufficietrte a ottenere un atteggiamento unanime da parte dei Buoi quindici milioni di aderenti. Tanto più che la unificazione del'A.F.L. e del C.I.O., attuata al vertice, non lo è ancora in. tutti gradi dell'organizzazione sindacale. La fusione tra le due associazioni è avvenuta soltanto in una decina di Stati su quarantotto. E, oltre al problema dell'unificazione sul piano geografico, c'è quello della fusione tra sindacati concorrenti nel medesimo settore produttivo. Nelle industrie della carta e del carbone, dell'alimentazione, del petrolio e deienergia atomica 1 sindacati esistenti sono giunti a un accordo. Ma, in molti altri settori, occorreranno parecchi mesi e molta abilità e pazienza diplomatica per arrivare a risultati analoghi. C'è poi il problèma dei due milioni di operai appartenenti sindacati « indipendenti > : come quello dei minatori, capeggiato da John Lewis. Quest' ultimo è già fatto oggetto di approcci e sollecitazioni tanto più discrete in quanto tutti conoscono il suo carattere ombroso. E' possibile, à ogni modo, che in un avvenire ancora imprevedibile tutti i lavoratori americani siano raggruppati sindacalmente sotto l'autorità di una stessa direzione centrale. Evoluzione tanto più auspicabile, in quanto corrisponde ai bisogni obiettivi di una società in via di profonda trasformazione. André Siegfried, rievocando il buo primo viaggio negli Stati Uniti, scriveva recentemente: «L'America del 1956 è molto più lontana dall'America del 1898 che quest'ultima dall'Amebica della guerra di secessione >. Negli ultimi trènt'annl, Una grande crisi economica e due guerre mondiali hanno profondamente influito sull'evoluzione di una civiltà che vorrebbe continuare a essere individualistica, ma che va diventando sempre più collettiva. Ognuna di tali prove ha rafforzato il potere d'intervento del governo federale, e l'automazione accrescerà ancor più l'imperio- di questo sulla vita del paese. Cosi, a poco a poco, 11 Welfare State rischia di non essere soltanto uno Stato-provvidenza, capace di venir in aiuto a ciascuno, ma di diventare un signore dotato di poteri sempre più estesi è formidabili. Ora, una forte organizzazione sindacale può sfuggire al suo invadente controllo molto più di una grande impresa," sottoposta agli ispettori del fisco e portata a sollecitare concessióni o commesse governative. E diventare il maggior baluardo di resistenza a un tale mostro amministrativo. Ma la società americana. si va trasformando anche sotto un altro aspetto. Negli ultimi cinque anni .la popolazione è aumentata di dodici milioni di abitanti, dieci milioni dei quali hanno invaso la periferia delle grandi città. Sature, le metropoli americane lanciano i loro tentacoli sino a cento chilometri di distanza, mentre la popolazione rurale diminuisce con ritmo crescente. Se, come taluni prevedono, l'automazione e l'utilizzazione industriale dell'energia atomica provocheranno degli spostamenti di imprese urbane verso regioni meno popolate, la tendenza attuale verrà radicalmente modificata a profitto delle città di piccola e media importanza. In questo paese dove non si costruiscono più case che possano esser lasciate In eredità ai propri nipoti, la carta demografica sarà nuovamente messa sottosopra: delle città veramente « verd' » offriranno agli operai le .iole della vita di campagna, in pros-slmltà di officine dove essl lavoreranno soltanto quattro giorni alla settimana, con lunghi uieek-ends che potranno dividere tra l'orto e la televisione... Questo sogno degli urbanisti ha sedotto molti dirigenti sindacali americani. Ma, pur volgendo lo sguardo verso un av-. venire cosi roseo, essi non dimenticano però il presente: con i tuguri del quartiere portoricano di New, York, le case Insalubri del South Side di Chicago, dove affluiscono ogni mese due o tremila negri, e il paradosso di un'America prospera in un mondo nel quale vivono milioni di. affamati. Walter Reuther l'ha ben compreso, dichiarando a Nuova Delhi, durante un suo recente viaggio in India: « Abraham Lincoln diceva che " l'America non potrà Boprawivere : se re sterà mezza libera e mezza schiava ". Nel mondo nel quale oggi viviamo, la pace e la libertà umana non saranno salvaguardate se una metà continuerà a essere ben nutrita- e l'altra metà a morire di fame, se una metà godrà 'di un elevato tenore di vita e l'altra cercherà di sopravvivere a un re girne di stenti >. - Non è questo un linguaggio molto frequente oltre Atlantico, sebbene esso sia pienamente conforme alla tradizione idealistica dell'America. Claude Julien Copyright di « Le Monde » e per l'Italia de «La Stampa»