Con un'occhiata i cittadini abbracciano tutta la patria di Paolo Monelli

Con un'occhiata i cittadini abbracciano tutta la patria BEATITUDINE DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO m- Con un'occhiata i cittadini abbracciano tutta la patria E' aria cara antica città, che il turismo comincia a guastare - Troppe scritte in tedesco: perché non osare, invece il vernacolo» eh'è un romagnolo venato di marchigiano? - Botteghe, ricordi di dubbio gusto, miagolanti orchestrine, si beve il moscato - Ma la cosa più bella, la stupenda visione di uno dei più ariosi panorami del mondo, quell'immensità verde e grigia, pochi se la vanno a godere dal parapetto del Pianelk) San Marino, 23 luglio. Strano gente, la gente- Non c'è turista al mondo che non si dolga dell'imposizione del passaporto, dei visti che si richiedono per passare le frontiere, delle tasse relative. Per entrare nella Repubblica di San Marino non occorre formalità alcuna, non visti, non esibizione di passaporto, non visita doganale, le macchine tirano diritto senza fermarsi. Eppure i turisti vanno a gara a scendere dall'auto 0 dal torpedone appena passata la frontiera della Repubblica, fanno crocchio davanti all'ufficio chiamato « dogana », guardano con curiosità le guardie armate, vestite come in un quadro del Fattori, pantaloni lunghi turchini con doppia banda rossa, giubba turchina o verde, cheppì con pennacchio rosso e bianco; e fanno ressa ad un ufficio dove ottengono un visto d'entrata sul passaporto pagando 50 lire. Visto, ripeto, del tutto superfluo, ma tutti ci tengono ad averlo per mostrarlo agli amia, una prova di più, oltre le cartoline illustrate, di avere visitato la più antica e la più piccola Repubblica del mondo, come sanno dai volantini della pubblicità. Risarcimenti inglesi < Siete sicuri che San Marino è la Repubblica più piccola e più antica? E Andorra t*. < Andorra ha un terzo degli abitanti di San Marino, non più di cinquemila, i sammarinesi sono quindicimila entro le frontiere, e ce n'è sette od otto mila in giro per il mondo, con colonie compatte in America; ma Andorra ha una superficie sette volte maggiore ». CE le Repubbliche di Guernsey e di Jersey, nella Manica t ». c Due o tre volte più gran &{ E pQÌ non sonQ j^» so_ no sotto il controllo britanni- co. Ma noi siamo uno Stato assolutamente libero, indipendente, con istituzioni proprie, leggi proprie, diritto di rappresentanza attivo e passivo. Siamo un Paese serio. Trattiamo alla pari con l'ONV, con la Corte di Giu ■iiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiilimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii stizia. dell'Aja, con tutti gli altri Stati. Adesso abbiamo in corso un'azione con l'Inghilterra per il risarcimento dei danni di guerra. « Gli inglesi ci hanno bombardato nel giugno del '44 senza alcuna ragione, proprio quando eravamo riusciti a convincere ad andarsene i tedeschi che pretendevano violare la nostra neutralità. Duecentocinquanta bombe di ogni calibro, quasi trecento morti fra cittadini e profughi ospiti, L'Inghilterra ci ha offerto una somma ridicola; siamo poveri, ma l'abbiamo rifiutata. Hanno aumentato l'offerta fino a quattro volte; ma non vogliamo un'elemosina, vogliamo un giusto risarcimento ». Fino a qualche anno fa il confine fra l'Italia e la Repubblica nessuno lo vedeva, se non gli cadesse l'occhio sopra una pietra murata nella spalletta di un' ponte sul rio Ausa, che recava scritto da una parte Italia e dall'altra San Marino. Adesso i Capitani della Repubblica hanno pensato che bisogna dare una soddisfazione ai turisti che crescono tutti gli anni, e gli hanno portato l'anno scorso quasi un miliardo di lire. A metà del ponte c'è un altissimo cippo, e due vistose lapidi ai lati con i «orni degli Stati confinanti; e uno striscione teso traverso la strada dice « Benvenuti nell'antica terra della libertà » ; e c'è quel posto di guardia di cui vi ho detto con le belle arcaiche uniformi. Poi lungo la strada cartelloni di pubblicità che raccomandano la torta sammarinese, il moscato sammarinese, le maioliche sammarinesi, cosmetici di fattura sammarinese. Vorrei fare una proposta ai savi reggitori dell'antichissima Repubblica; perché, per far risaltare ancor più la diversità fra l due Stati, non adottare come lingua ufficiale, se non per gli atti pubblici e le discussioni al Consiglio almeno per le scritte al pubblico il vernacolo locale, che è un romagnolo schietto con venature di marchigiano t In fondo, anche a Venezia avevano cominciato tempo fa a tradurre in dialetto i nomi delle calli e dei sotto¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii portici. Bell'effetto esotico farebbe ad uno straniero leggere sulle botteghe per esempio mazzlèr o pchèr (per macellaio), furnèr,- fruttarol, e sul Palazzo del Governo la scritta Palazz de Gverne, e Strè dia Cisa e cosi via; scritte del resto non più esotiche a chi non venga da quei Paesi delle troppe scritte in tedesco che si leggono dappertutto, si che sembra ; diventato la seconda lingua | nazionale della Repubblica. \ Non se l'abbianola male i jsammarinesi, cadono nello jstesso errore i loro fratelli bottegai di tutti i luoghi di | cura italiani; ma dovrebbero j darsi conto che se tali scritte < scomparissero non verrebbe- ! ro meno volentieri tedeschi e svizzeri e austriaci a questo monte, anzi godrebbero maggiormente di quella sensazione che si vuol provare viaggiando, di essere veramente usciti, di cosa propria. Fastidio delle didascalie Purtroppo l'industria del forestiero comincia a guastare anche questa grigia città montana che ha conservato le erte viuzze medievali fra antiche case di | pietra grigia, ben squadra- 1 ta, con le antichissime arti } dei tagliapietre dalmati che 1 si radunarono intorno al profugo Marino. In questa I stagione la città con le sue \ sessanta botteghe che ven- ! dono maioliche e cianciafru- I j ! ! i I I ; 1 1 i j ! | scole e ricordi di dubbio gu- \ sto, e i caffè e le trattone e 1 chioschi per le merende, e ordinanze di tavolini colorati sulle terrazze e ai piedi delle rocche con le miagolanti orchestrine diffuse fin dal mattino dagli altoparlanti ha il solito trito aspetto di una Ville d'eau; con le stonate scritte esotiche, e i fotografi, e i cartelli didascalici che cominciano a infastidire in tutta Italia, che vogliono descrivere ed erudire e ricordare; come quello del Touring che ho visto a Savignano di Romagna in capo al ponte, con su scritto: < Fiume Rubicone », e sotto «storico». tSarei grato a chi ha alo la bella idea se mi no- « n- r. minasse una città, un ponte, un fiume in Italia che non sia < storico >). Non so che cosa vengano a cercare t gitanti a San Marino, dopo aver comprato boccali e francobolli e gustato il rodente moscato del luogo. Non ne ho viste uno affacciato al parapetto del Pianello, la piazza in fondo alla quale sorge it palazzo del Governo, a perdersi in uno dei più ariosi e mossi panorami del mondo, un arruffio di colli e di valli e di burroni sotto un cielo che stamattina ti Garbino faceva mutevole e bellicoso, e il sole si calava ogni tanto sulla faceta una celata dt nuvole sfilacciate come un cavaliere malatestiano accingendosi a entrare in lizza. Nessuno ammirava con me, se non due o tre cittadini della Repubblica, mai sazi della loro diletta patria,quell'immensità verde e grigia, solenne incalzarsi fin dal fondo dell'inquieto orizzonte di erte ondanti quinte montuose, la Falterona, il Fumaiolo, la penna della Verna, il Catria, il Sasso di Carpegna, fin ì ad un tumulto vicino di vette, di cucuzzoli, di sassi, di colli coronati dt castellucct color della pietra o di macigni che hanno l'aspetto di rocche, ciascuno sicuro di essere riconosciuto per l'aspetto noto e la storia tempestosa, San Leo, Verrucchio, Scorticata, Maialo, Borghi, Montecopiolo. Castelli e vette é borghi che sembra che facciano ancora la faccia feroce ai circostanti come se 1 padroni di casa si chiamassero sempre Malatesta e Carpegna e Montefeltro e Parcitadi, bravi a scannarsi gli uni gli altri in occasione d'una cena 0 d'una festa., solo intenti a ; preparare scorrerie e rapi- | ne oltre il greto del fiume \ o il fosso che fa confine. j Sangue romagnolo. j Afa 1 romagnoli col tempo hanno mésso «n po' d'acqua | nel vino generoso che gli fa j da sangue, non à'è rivoluzio- < nario più sentimentale di ! Nenni né comunisti più bo¬ | 1 } 1 I \ ! nari di questi di San Marino I /giudico dalle prime impresj sioni, che come si sa sono ! spesso le più esatte); nell'am! bito della Repubblica poi non i ricordano da non so quanti I anni un delitto, un fatto di I sangue. Bravi a discutere con ; violenza al Consiglio o nelle 1 osterie, pugni sul tavolo e 1 boia de Sgnòr, ma a un certo i momento si fermano e non j vanno più in là, pensano alla ! salute e ai figli e vanno a | dormire il sonno del giusto. Se sia vero che la Repubblica di San Marino è guardata brutta dà certe potenti nasoni occidentali perché lo giudicano il solo esperimento comunista al di qua della cortina di ferro, quei politici che la pensano cosi sono in \ «*^»°* tÌjgjZA comunista a San Marino, c'è un governo di coalizione di due partiti, il comunista e il socialista, che non sono legati da alcun patto di azione, da nessun impegno di collaborazione comune con organi polifci fuori dei confini. I tiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiii socialisti di San Marino potrebbero essere paragonati ai laburisti; e trattano da pari a pari con i comunisti conservando diverse e spesso contrastanti concezioni di libertà e di riforme. E se i comunisti si abbandonano ogni tanto a vagheggiare utopie dottrinarie, pensano i socialisti a consigliare meglio. Salendo dal Pianella allo rocca più alta, la Guaita, la vista spazia giù dall'altra parte per campi coltivati e macchie di quercloM e lindissime case coloniche fino alla vallata della Marecchia,'alle vaste ghiaie del fiume, alla verde marina lisciata dal vento Garbino. E come tutte le volte che capito qui su, mi è venuto da pensare come sono felici questi sammarinesi di potersi abbracciare con un'occhiata tutta quanta la patria diletta. Che non è cosi piccola come s'indurrebbe « pensare con i luoghi comuni, sessanta chilometri quadrati, con dovizia di borghi e castelli e villaggi; ma insomma dall'alto della rupe a picco si pu'i seguire con l'occhio il confine da ogni parte verso le Marche e le Romagne; cosa grata dev'essere per il cittadino riconoscere ogni casa e ogw luogo, d'ognuno sapere la storia e la cronaca, vedere ad occhio nudo che cosa fanno laggiù nelle Marche di confine quelli di Serravalle e di Chlesanuova, se trebbiano il grano, se tiran su una fabbrica, se cacciano nei calanchi, se friggono pollastrini secondo la grasso usanza di Romagna. (Ma i mialiori pollastri arrosto li fa Zaghini a Savipnann. nell'osteria accanto alla chiesi, con contorno di fegatr1'* allo spiedo). . Paolo Monelli

Persone citate: Borghi, Castelli, Nenni, Rubicone, Savignano, Verna