Prodigi e incubi dell'automazione

Prodigi e incubi dell'automazione IL PARERE DEL CAPO DEI SINDACATI APTOMOBILIgTICI AMERICANI Prodigi e incubi dell'automazione Pochi operai robot bastano per sorvegliare l'enorme produzione ottenuta con le nuove macchine - Assegni verificati in un minuto secondo da un congegno elettronico • W. Reuther,. dirigente degli operai statunitensi, studia le conseguenze del fenomeno; il problema dei limiti d'età - Un'inchiesta a New York, Detroit e Chicago sul da farsi in campo sociale Mentre Walter Reuther, presidente del sindacato operai delle industrie automobilistiche, visitava l'officina Ford di Cleveland, nell'Ohio, un rappresentante della direzione, attirando la sua attenzione su alcune nuove macchine interamente automatiche, gli disse: «Come riuscirete a obbligare codesti operai-robot a versarvi la loro quota sindacale? >. E Reuther, di rimando: «E voi, credete forse che vi acquisteranno le automobili che essi fabbricano ? >. Vero o no, questo aneddoto illustra abbastanza chiaramente i problemi suscitati dai rapidi progressi dell'automazione nell'industria americana: delle macchine possono sostituire l'operaio, ma non il consumatore. In un mondo interamente meccanlcizzato, la macchina-robot può rendere quasi inutile la mano d'opera; ma l'economia americana, che lavora quasi interamente per il mercato interno, non può far a meno di quei consumatori dotati di un forte potere d'acquisto che sono i suoi sessantacinque milioni di lavoratori. A Cleveland, un'impresa di costruzioni ha messo in piedi un'officina interamente automatica, che ha soppresso qualsiasi lavoro manuale. Essa produce duecento metri cubi di cemento all'ora, ossia due volte tanto quanto se ne può produrre mediante 1 metodi tradizionali, secondo una qualsiasi delle millecinquecento formule possibili. Nel 1914 la Cincinnati Milling Machine Co. avrebbe richiesto centosessantadue macchine, del costo complessivo di 243.000 dollari, per produrre centotto teste di cilindro all'ora, per un salario di 40 centa per unità. Nel 1949 sei macchine soltanto, rappresentanti un capitale di 240.000 dollari, assicuravano la stessa produzione a metà prezzo. Nel 1954 le sei macchine sono state sostituite da una sola (del costo di 230.000 dollari), che ha lo stesso rendimento produttivo e che riduce il salario a quattro penta per unità. In cinque anni la mano d'opera è, quindi, diminuita dell'ottanta per cento. . La Banca d'America utiliz' za una macchina elettronica che in un minuto secondo verifica se un assegno può essere pagato (conto corrente sufficientemente alimentato, nessuna opposizione, ecc.). Grazie alla sua < memoria >, tale macchina prepara in cinque secondi il conto mensile di ogni cliente- della banca. Cifra in credibile: essa può stampare unnel'ole potaprprdeli?Rtesapivelizpuchdeliblimgul'agaossesomlasuchlovpectoRddl'mrpog<appralvvnDpcttmSpctWcittdlcrmgtdGivottocento caratteri al secondo, gNove operatori fanno le veci di cinquanta impiegati. Analogamente, la First National City Bank di New York possiede una macchina la quale « legge > tutte le indicazioni esistenti su un assegno e le riproduce su carte perforate al ritmo di 7200 all'ora. La seconda banca di Filadelfia effettua in sole trentatré ore 1 conti dei suoi 290.000 clienti. Nessun settore dell'attività umana sfugge all'invasione del robot elettronici. Uno fabbrica pezzi staccati d'aeroplano, realizzando -un'economia di tempo dell'ottantacinque per cento. Un altro serve un pasto caldo in meno di mezzo minuto. Altri suggeriscono i nomi di nuovi prodotti da lanciare sul mercato. Una macchina da scrivere che registra le operazioni di una calcolatrice effettua milleottocento < battute > al secondo, con un ritmo seicento volte più rapido di quello d'una dattilografa. Si vedono nel cortili delle fabbriche degli autocarri, dei trattori, del carri teleguidati muoversi come da sé- L'arte stessa è minacciata: si stanno mettendo a punto delle < orchestre > elettroniche, senza sonatori né strumenti... Ma se l'uomo ha saputo inventare tali meraviglie di precisione, di rapidità e d'intelligenza meccaniche, non possiede però — osserva Walter Reuther — nessuna macchina elettronica capace di risolvere da sola i problemi che pone alla società. Il presidente del sindacato operai automobilistici riassume cosi la propria posizione: < Noi riconosciamo pienamente il carattere desiderabile altrettanto che inevitabile del progresso tecnologico. E accogliamo con soddisfazione 1 vantaggi che l'automazione può e deve produrre. Ma ci opponiamo a coloro che vorrebbero introdurla ciecamente, senz'altra preoccupazione che di ricavarne per sé i più ingenti e rapidi profitti e senza tener conto, dei problemi e degli inconvenienti che essa presenta per le classi lavoratrici ». Tutti gli operai che ho interrogati a New York, a Detroit, a Chicago e altrove, mi hanno dato, in forme diverse, la stessa risposta: nessun dubbio che, a lungo termine, l'automazione permetterà di elevare il-tenore di vita; ma si tratta di sapere se, prima di raggiungere il < paradiso deil'èra tecnologica», essa non sia destinata a sconvolgere la nostra economia e a gettare nella miseria innumerevoli famiglie. Infatti, l'automazione non sovverte soltanto i metodi di produzione. Esige anche una rapida trasformazione di tutte le strutture economiche: sistemi di vendita, credito, regime fiscale, sicurezza sociale, eccetera. E produce, in pari tempo, sv a e i e una vera e propria rivoluzione nelle abitudini quotidiane, nell'orario di lavoro, nella vita delle comunità sociali. I sindacati potranno da soli far fronte a tali problemi? E gli stessi Imprenditori vi sono forse meglio preparati? E il governo possiede i mezzi necessari a risolverli?. A questi tre quesiti Walter Reuther risponde negativamente. Egli /a appello invece alla saggezza combinata dei gruppi privati e delle autorità governative. Queste debbono analizzare, prevedere e dare un impulso alle forze economiche, che decideranno della crisi o della prosperità. L'uomo che, nel paese della libera Intrapresa, osa tenere un linguaggio slmile non trova molte personalità disposte a seguirlo. Rischia d'incorrere nell'accusa di tendenze sociallsteggiantl: grave accusa, in certi ambienti, 1 quali ricordano con ostilità 11 New Deal. Non fa forse parlare troppo di sé? Lo si sospetta d'incamminarsi lentamente, ma con tenacia, verso la Casa Bianca... In realtà le sue mire politiche, ammesso che siano reali, sono ancora ben lontane dalla mèta. Ma 11 governo che si dimostrasse incapace di fronteggiare le difficoltà economiche provocate dall'automazione offrirebbe a Walter Reuther la migliore chance di conquistare la maggioranza dell'elettorato nel 1960 o nel '64, Non bisogna dimenticare che l'automazione è destinata a eliminare a poco a poco gli operai non specializzati. Gl'imprenditori promettono a ogni operalo un avvenire da Ingegnere. Ma Reuther obietta: < Che farete degli operai non abbastanza vecchi da andare in pensione, ma troppo vecchi per imparare un nuovo genere di lavoro? >. A sessantun anno, dopo ventisette anni di lavoro nell'officina Ford di River Rouge, Stanley Tylak si vede un giorno affidare una nuova macchina automatica, Deve sorvegliare novanta lampadine multicolori che si accendono e si spengono, controllando il buon funzionamento dei vari ingranaggi. Il ritmo, è per lui troppo rapido. E Stanley deve abbandonare il proprio lavoro. La stampa ha citato il suo caso, ed egli ha trovato un altro posto. Ma Walter Reuther chiede l'anticipo della data di collocamento in pensione, attualmente fissate a sessantacinque anni, per tutti gli Stanley Tylak dell'industria americana. E, poiché la maggior parte del contratti collettivi vigenti non permetterebbero slmile riforma, reclama un intervento del potere legislativo. Siamo ben lontani dal tempi in cui 11 pioniere del sindacalismo americano, Samuel Gompers, rifiutava qualsiasi intervento statale e si oppone va, nel 1914, a qualsiasi legge nmsvmdlpgidgvaelmsonps, g^^»^^^ i l e i e e 1 à l a o . o salariale D'altro canto, l'automazione esige un maggior numero di operai dotati di una più elevata qualificazione professionale. Per assicurarne la formazione, Reuther chiede una riforma del sistema educativo, che consenta ai giovani di ritardare il loro ingresso nel mercato del lavoro e di perfezionare invece i loro studi e la loro preparazione tecnica. Ma una tale riforma esige un maggior numero di scuole, un maggior numero d'insegnanti: mentre il Congresso non appare per ora disposto a votare 1 crediti chiesti dal presidente Eisenhower per provvedere, nel prossimi cinque an- Sniiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ni, alla costruzione delle 470 mila nuove aule necessarie a sostituire quelle ormai troppo vecchie e ad accogliere 1 sei milioni in più di nuovi scolari dovuti all'aumento della popo¬ lazione. Ancor più delicato il toproblema del reclutamento degli insegnanti: oggi in numero insufficiente a causa della mediocrità degli stipendi. Ma queste sono le conseguenze meno temibili della rivoluzione tecnologica ormai in atto. Quando domani, per esempio, l'industria automobilistica sarà interamente automatizzata, 200.000 operai basteranno a far funzionare le officine che oggi ne impiegano 1.200.000. Queste due cifre permettono di cogliere d'un sùbito la vastità del problema: pestmporacitrpinbdnvradnd to, come nella settimana di perché l'Industria automobilistica possa conservare la sua mano d'opera attuale, 11 tempo di lavoro di ciascun operalo dovrebbe venir ridotto di cinque sesti, e non di un quin trentadue ore, Ora, contemporaneamente, la popolazione aumenta, offrendo insieme un maggior numero di bocche da sfamare ma anche di braccia da lavoro. In alcuni settori i robota cacceranno via un minor numero di lavoratori che non nell'industria automobilistica, ma il senso dell'espressione « disoccupazione tecnologica» non sarà più domani il medesimo di oggi. Claude Julien Copyright di c Le Monde » e per l'Italia de < La Stampa »

Persone citate: Claude Julien, Eisenhower, Ingegnere, Milling, Samuel Gompers, Stanley Tylak, Walter Reuther