Nuova vertenza per le società di esportazione oltre cortina

Nuova vertenza per le società di esportazione oltre cortina Nuova vertenza per le società di esportazione oltre cortina Vex-amministratore della "Nord-Export,, e della "Tecno-Export,, rivendica un terzo del capitale - Il dissidio con il PCI per la ripartizione degli utili La Corte di Appello ha emesso una ordinanza con la quale dispone che siano sentiti nuovi testi e siano prodotti nuovi documenti nella causa promossa dall'ing. Giuseppe Martinoli contro le società Nord-Export e TecnoExport per rivendicare il 35 % del capitale. La Corte inoltre ha autorizzato ring. Martinoli a provare che l'attuale intestatario delle quote in contestazione, Silvio Pasquinl, è un funzionario dell'inficio centrale romano del P.C.I. Le due società erano sorte all'inizio del 1948 a Torino su iniziativa doM'cx-asscssore comunale Augusto Doro con lo scopo di esportare manufatti italiani in paesi oltre cortina, in particolare in Polonia ed in Cecoslovacchia, beneficiando della protezione del partito comunista. L'ing. Martinoli aveva apportato ili 35 per cento del capitale ed era stato nominato amministratore unico. Il 50 per cento del capitale apparteneva alla Simes di Roma, un istillilo finanziario alle dirette dipendenze della direzione del P.C.I. N<i primi in,si del '48 le due società conclusero scarsi affari. Allora il Doro ed il Martinoli si arono in Polonia e colà poteroi . stipulare lucrosi contratti per ui . decina di miliardi. Come compenso di ila loro attività di intermediuri. le du>: società si trattenevano il 2.50 per cento dcl'a contrattazioni. Le prime divergenze in seno al consiglio di annnlnistrazlon sorsero per la utili. Il P.C. av partecipazione che l'ing. Marti noli non riteneva di potergli con cedere. La lite fu sanata in lui primo momento con il patto che le due società avrebbero versato un anticipo di 20 milioni alla di rezione comunista. Alla fine del '50 l'ing. Martinoli fu chiamato a Roma in via delieBotteghe Oscure perché vendesse lo sue quote di capitale. L'accordo non fu raggiunto perché diverse erano le stime sul valore delle quote e l'ing. Martinoli si limitò a firmare due fissati bollati in bianco con l'intesa che in seguito si sarebbero precisati i termini della cessione. Il 31 marzo all'assemblea delle duo società egli nr,n fu più nominato amministratore e la carica fu affidata ad un funzionario del P.C.I., Nullo Muratore, I n.-distribuzione degli .vretobe voluto una L'ing. Martinoli chiese allora di regolare la sua posizione, ma gli risposero elle era già tutto fatto e che le sue quote erano state intestate ad un'altra persona: Silvio Pasquini, Poiché non era stato autorizzato il trapasso, e non era stato convenuto il prezzo, egli iniziò causa in Tribunale chiedendo che fosse dichiarata inesistente la vendila delle quote. Il Tribunale respinse la domanda. La causa fu portata in Corte di Appello ed affidata al consigliere dott. Ferrati. Tra l'altro l'ing. Martinoli intende dimostrare che la sua estromissione è stata voluta dal P.C.I. per impossessarsi totalmente delle due società e trattenersi 1 forti guadagni. Con la recente ordinanza praticamente la Corte ha disposto un totale riesame della vertenza. Legali dell'ing. Martinoli sono gli uvv. Della Valle e Gastaldi. Per il Pasquini l'aw. Galante Garrone, per le due società l'aw. Colla.

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Polonia, Roma, Torino