L'improvvisa decisione

L'improvvisa decisione L'improvvisa decisione (Nostro servizio particolare) Budapest, 18 luglio. Una notizia sensazionale è stata diramata questa sera nella capitate ungherese: Mathias Rakosi, capo del partito, alfiere dello stalinismo magiaro, ha lasciato il suo posto alla testa del partito. Con una lettera indirizzata al Gomitato centrale del spartito operaio >, egli ha rassegnato le sue dimissioni, sia da segretario generale che da membro del Politburò, motivandole con le condizioni di salute e con le gravi responsabilità assunte personalmente sia per aver introdotto in Ungheria il culto della personalità, sia per le passate violazioni della 'legalità socialista,. Zia' pia viva emozione regna nella capitale ungherese: la «o-| tizia è giunta come una « bombay, anche se la posizione di Balcosi era da tempo indebolita. I primi commenti concordano nel ritenere che si tratta di un € grande cambiamento politico >, destinato ad avere notevole seguito di < una tappa importante >, di un grande passo avanti verso la < democratizzazione del Paese ». A sostituire il leader dimissionario, è stato nominato segretario del partito Ernst Gèroe, attualmente vicepresidente del Consiglio. Inoltre nel Comitato centrale, a quanto annuncia il comunicato ufficiale che dà notizia della estromissione di Rakosi, sono stati inclusi quattro nuovi dirigenti Si tratta di Karoly Kiss, attualmente membro della commissione di controllo del partito Giorgi Marosan, che fu uno dei dirigenti dell'ala sinistra del partito socialdemocratico, messo in carcere durante le grandi purghe del '49 e recentemente liberato e riabilitato; Jan Radar, ex-ministro dell'Interno, arrestato e condannato per titaismo nel 'SO, riabilitato e liberato nel '54; Joseph Reval, exministro della Cultura, allontanato dal Politburò nel 1953 I nomi dei nuovi dirigenti comunisti sono di pjr sé eloquenti, e chiariscono il significato politico delle dimissioni di Rakosi: è la rivincita del personale dirigente sconfitto dallo stesso Rakosi nel 1949, quando l'ortodossia stalinista stroncò ogni fermento liberale nell'Ungheria, in quella serie di purghe che culminarono nella condanna all'impiccagione di Laszlo Rajk, accusato di deviazionismo e di tradimento e recentemente riabilitato dopo una clamorosa revisione del processo. Le dimissioni di Rakosi erano nell'aria dopo il rapporto di Kruscev al ventesimo congresso del p. c. sovietico e la condanna dello stalinismo: il segretario del partito, già presidente del Consiglio dei ministri era una delle personalità più impopolari del comunismo ungherese, e recentemente nei suoi confronti si era manifestata una opposizione assai viva. Diversi gruppi di intellettuali ungheresi avevano senza equivoci richiesto il suo allontanamento e la democratizzazione della- vita ungherese, a cominciare dalla stampa, per la quale si chiedevano garanzie di libertà. Manifestazioni clamorose, pur nei limiti dell'ortodossia comunista, si erano svolte a Budapest verso la fine di giugno, e fino da allora gli osservatori ne avevano tratta la conclusione che la posizione di Rakosi era precaria. Il segretario del partito è riuscito ancora ad aver ragione dei suoi oppositori per qualche settimana grazie agli incidenti di Poznan: infatti, subito dopo le sanguinose giornate di Polonia, Rakosi aveva convocato il comitato centrale del partito prendendo di sorpresa l'opposizione. In quella sede, egli aveva messo lì partito di fronte alla situazione in termini perentori; anche in Polonia (questa era stata la sua tesi), si era cominciato col chiedere che ve¬ nisse aperta la via a una, più vasta democratizzazione del Paese, che la stampa fosse liberata dalla censura, che talune personalità venissero messe in secondo piano. La conclusione di questi fermenti, analoghi a quelli ungheresi, era stata di rallentare le misure di sicure» za e la vigilanza rivoluzionaria, e si era giùnti al sangue. Che cosa volevano i suoi oppositori t. Ripetere l'esperienza polacca t L'argomentazione ài Rakosi aveva avuto effetto e l'opposizione, che contrapponeva al segretario del partito il nóme e la personalità dell'ex-Primo ministro Imre Nagy, da lui dafe-, ■nestrato-perché-aveva introdotfcjfaVngherta misure distensive, aveva dovuto ripiegare tir nunciando per il momento, all'azione. Dopo questa seduta, sembrava che l'opposizione avesse concesso una tregua a Rakosi; ma è stata, come si può constatare òggi, una tregua di breve durata. Rakosi, l'ultimo degli stalinisti, il più compromesso con la vecchia linea comunista, è caduto anche lui: è un'altra vittoria di Tito, suo acerrimo nemico personale. Dove si fermerà il processo politico,, che si è aperto questa sera con la caduta del segretàrio del partito, è difficile dire: tuttavia «viluppi ne avrà certamente, e una sene di forze politiche attualmente in stato di attesa potranno ' entrare in azione,'con risultati che attualmente 4 impossibile prevedere. a» f. p. Rakosi, 11 segretario del P.C. magiaro, che al è dimesso aMIIllMtllliI!tllIMIIMII1IIIIIirillIIIIMI1IIMIllllillMllllieilllllMlllllltlIMIMIIMIllllliMlllMIMMIII

Luoghi citati: Budapest, Polonia, Poznan, Rakosi, Ungheria