La moglie dell'industriale sequestrato crede il marito assente per affari

La moglie dell'industriale sequestrato crede il marito assente per affari A 27 giorni dalla scomparsa di Giuseppe Taormina La moglie dell'industriale sequestrato crede il marito assente per affari I familiari fanno di tutto per tenere segreta la sparizione del loro congiunto - Ipotesi sulle circostanze del ratto Palermo, 11 luglio. Sono ormai ventisette giorni ohe non si sa nulla dell'industriale sequestrato dal banditi sulla strada statale 119, nel tratto compreso fra Castelvetrano ed Alcamo. La famiglia [Taormina è ancora ferma sulla sua posizione intransigente: niente sequestro, niente banditi, niente taglia e niente trattative! Tuttavia, a Castelvetrano, ed anche a Calafatimi, a Salemi ed a Gibellina, ossia dentro il quadrilatero nel quale l'«affare Taormina» è maturato e si è concluso, tutti parlano delle circostanze In cui e avvenuto il sequestro. Si citano nomi e località, orari e particolari, e le circostanze sono sempre identiche. Se qualche difformità di vedute v'è ancor oggi, è solo per 11 punto esatto nel quale Giuseppe Taor¬ mina sarebbe stato fermato e j per stabilire se fosse stato solo in macchina o in compagnia di un autista, e per precisare la entità della somma richieste e di quella offerta dai familiari dell'industriale. La moglie del sequestrato non sa ancora nulla dell'avventura del marito. Le avrebbero fatto credere che 11 Taormina è stato trattenuto fuori sede, da impegni di lavoro. La signora avrebbe sinora soltanto visto dei telegrammi che, a firma di Peppino, sono giunti nei giorni scorsi da Roma e da Milano, e nei quali il marito comunica di ritardare il ritorno per motivi di affari. Questa preoccupazione di non lasciar trapelerò nulla degli avvenimenti di questi ultimi ventisette giorni, è un po' la prerogativa di tutti 1 componenti la famiglia dello scomparso, nonché del personale, degli impiegati e degli operai dell'azienda gestita dai fratelli Taormina. Persino l'auto sulla quale viaggiava l'industriale rapito, è stata verniciate con un nuovo colore ed è tornate in circolazione, come se nulla fosse accaduto. La gente soste sui marciapiedi-, affacciandosi dal bar e dai ritrovi, ammiccando: e naturalmente si parla del sequestro, della taglia, delle trattative. Ma principalmente si discute sulle circostanze del sequestro, sulla località prescelte dai banditi per l'attuazione del loro progetto criminoso, ed i nomi che più frequentemente ricorrono in questi discorsi sono: Sante Ninfa, Gibellina e Busecchio. La domanda che i più si fanno è questa: il Taormina era ancora a bordo dell'auto, quando questa transitò per il bivio Busecchio per raggiungere la località in cui poi fu ritrovata dalla guardia campestre? In caso affermativo, i banditi avrebbero bloccato l'industriale a pochissima distanza da quel bivio ed avrebbero imposto al Giuseppe Taormina, sotto la minaccia delle armi, di dirottare l'auto sulla piccola strada, facendogli complessivamente percorrere una dozzina di chilometri. E' da considerare anche l'altra ipotesi, che cioè il Taormina non fosse a bordo dell'auto quando questa si inoltrò nel bivio Bu- secchio. L'alt Imposto dal banditi sarebbe giunto, in tal caso, un po' prima di dette località, esattamente nel tratto compreso fra Santa Ninfa e Gibellina.

Persone citate: Giuseppe Taormina