Volle morire come Giovanna d'Arco la donna bruciata sul rogo di paglia

Volle morire come Giovanna d'Arco la donna bruciata sul rogo di paglia E' stata spinta al suicidio da mania religiosa Volle morire come Giovanna d'Arco la donna bruciata sul rogo di paglia Anelava ad esser fatta santa e sperava che il suo nome, Argelide, comparisse nel calendario - "Perdonatemi e non litigate,, ha lasciato scritto ai familiari - Secondo l'antopsia, è spirata senza soffrire (Dal nostro inviato speciale) Zeme LomeUlna, 11 luglio. «Cari Agli,' perdonate il mio gesto, non' è che lo sia cattiva con voi e con il popolo. Faccio questo per lasciarvi m pace, e tu caro Carlo conservati onesto, occupati dei tuoi sette figli, sii affettuoso con loro soprattutto dopo la mia morte. Non bisticciate. Non sprecate soldi per me e non portate il lutto >. Con questo messaggio, scritto a matita sulla facciata dì una grande busta che era servita alla spedizione d'un libro, l'altra notte Argelide Bassan ha preso commiato dalla vita. Fochi minuti dopo attuò, il sui- cidio nella forma crudele e spietata e inumana che soltanto una mente sconvolta come la sua poteva escogitare. Ada giata su un mucchio di paglia si cosparse di petrolio e accese il fuoco, dopo essersi imbavagliata per non gridare. Argelide Bassan era nata 48 anni fa in provincia di Rovigo; il marito Carlo Baratti, di 62 anni, è affittuario d'una cascina a tre chilometri da Zeme, presso Mortara. Dal loro matrimonio sono nati sette figli: Adriana di 26 anni (avrebbe dovuto sposarsi alla fine del mese), Fiera di 24, Anna e Giovanna, gemelle, di 17, Antoniet te di 15, Angela e Mario, gemèlli, di 14. Il pensiero di quelle sei ragazze da allevare e da sposare aveva sempre assillato Argelide. « CI riuscirò a sistemarle tutte e sei come si conviene? » si chiedeva. Tre anni fa si ammalò d'un tumore all'in testino; fu operata, ma il tu more si rinnovò, le procurava penosissime sofferenze che ella tuttavia padroneggiava per non allarmare i congiunti. Ma la donna non aveva soltanto quel male. Da alcuni mesi la sua mente, provata dalle sofferenze- e dall'angoscia, si era alterata in una forma acuta di' mania religiosa. E' Anna, i cui occhi sono Inariditi dal lungo pianto, a fare con parole desolate ti racconto del complesso dramma materno tramutatosi In un'an gosclante tragedia. « La mamma — dice la ragazza — andava ogni giorno in chiesa, faceva ogni giorno la comunione, pregava continuamente, ogni notte si alzava dal Ietto e s'inginocchiava a pregare >. Continua il racconto di Anna: < La mamma era veneta e si chiamava Argelide. Ce l'aveva con suo padre per quel nome che non si trova sul calendario. Diceva che nel calendario ci voleva una sant'Argellde. Diceva che sarebbe diventata lei sant'Argellde. Avrebbe fatto la fine di Giovanna d'Arco, che mori sul rogo e fu santificata. Una sola santa morta bruciata era poco, diceva. Anche lei sarebbe morta sul rogo, e sarebbe stata fatta santa ». Propositi deliranti che in famiglia non furono abbastanza valutati. < Ma — dice Anna — papà era Impegnato nel lavoro, noi Agli non badavamo a quel che diceva, siamo sei ragazze e un ragazzo con tanta vòglia di ridere, non facevamo caso a quel che diceva ». Torturata dal male, Argelide riusciva a soffocare gli spasimi, si mostrava sorridente In famiglia. Per trovare conforto e coraggio si rivolse alla fede. Forse fu proprio lo sforzo di reprimere la sofferenza a sconvolgerle la mente, a trasformare il sentimento religio so In una forma di mania « Io non starò a lungo con voi — ripeteva al figli. — Andrò In un altro mondo. Non morrò come un'anima disperata, ma perché il Signor* mi vorrà. Presto il Signore mi chiamerà a sé facendomi affrontare una prova suprema. Mi chiederà di fare la fine di Giovanna d'Arco. Quella sarà la mia fine, e diventerò una santa, sarò sant'Argellde >. Nella sua mente sconvolta, l'ora della prova suprema è giunta la notte di martedì. Vi si era preparata il lunedì, confessandosi e comunicandosi, e tornando nuovamente in chiesa per confessarsi. Non è difficile immaginare come attuò il suicidio. Nella notte scese dal letto, accese una candela, su una vecchia busta scrisse quel messaggio al Agli e al marito, e lo lasciò in cantina, entro l'involucro di paglia che aveva contenuto una damigiana. Prese la bottiglia del petrolio, il libro delle prghiere. Andò nell'orto, s'inginocchiò e recitò la sua ultima preghiera. Fecp un mucchio di paglia In un rettangolo coltivato a insalata, proprio accanto alla casa, vi si adagiò sopra. SI annodò un fazzoletto sulla bocca per soffocare gli urli, per non essere udita e salvata dai familiari. Cosparse di netrolio la paglia e la gonna, con la candela accese il fuoco. Racconta Anna: « Verso le tre e mezzo mio padre si sveglio e si accorse che la mamme non era a letto. Non vi fece e&to, pensando che fosse an¬ pregare Aprì la finestra, di data a ogni notte. fianco al cortile vide un bagliore. Immaginò che si fosse Incendiato 11 fienile com'era avvenuto tre anni fa, e balzò fuori. Nell'orto vide le fiamme, tra le fiamme vide la mamma che bruciava. Corse in casa, ci svegliò gridando: «La mamma brucia, la mamma brucia! ». CI precipitammo fuori, atterriti. L'aria era piena d'un orribile odore. Buttammo dei secchi di acqua sulle fiamme, le spegnemmo. Ma per la mamma non c'era più nulla da fare ». Argelide Bassan era morta senza soffrire. Così ha affermato il perito settore prof. Formaggio che ieri ha eseguito l'autopsia. La morte dev'essere avvenuta per collasso alla prima vampata, al primo urto delle fiamme che hanno avvolto il corpo. Su di esso sono state riscontrate gravissime ustioni nella parte mediana, fra le gambe e il torace. Le fiamme hanno corroso le carni d'un corpo già senza vita. Seco spiegato perché la donna non ha gridato (avrebbe potuto gridare, il bavaglio era lento), perché non si è mossa, perché il suo cadavere è stato trovato composto. E' rimasto nella stessa posizione in cui ella si era adagiate ed era state fulminate dal collasso. Cancellati, dal risultato della perizia e dal ritrovamento del messaggio, i sospetti che in un primo tempo le autorità avevano avanzato nei confronti del famigliari, Carlo Baratti e le figlie stemane sono stati rimessi in libertà. Suicidio evidentissimo, suicidio d'una squilibrate. In considerazione di quest'ultimo particolare, la autorità ecclesiastica ha concesso ad Argelide Bassan 1 funerali religiosi, che verranno celebrati domani nella forma modesta da lei stessa voluta. Giuseppe Farad come faceva "' Argelide Bassan, la suicidò. [

Luoghi citati: Argelide, Mortara, Rovigo, Zeme