Ore tre: l'avv. Peyron rieletto Sindaco al secondo scrutinio con 42 voti su 79

Ore tre: l'avv. Peyron rieletto Sindaco al secondo scrutinio con 42 voti su 79 Xmuxiya e agitata seduta del Consiglio comunale Ore tre: l'avv. Peyron rieletto Sindaco al secondo scrutinio con 42 voti su 79 Nel primo scrutinio ha riportato 38 suffragi: la maggioranza richiesta era di 40 -1 socialcomunisti, alla notizia della nomina dei sindaci di Milano e Venezia, avevano abbandonato per mezz'ora l'aula per tentare in extremis un'analoga soluzione, a Torino Alle tre di notte, alla seconda votuzìone, l'avv. Amedeo Peyron è stato rieletto Sindaco: ha ottenuto 42 voti su 79 (la maggioranza richiesta era di 40 suffragi). Il primo scrutinio aveva dato questi risultati: Peyron 38 voti, Coggiola 1, voti nulli 40. I socialcomunisti avevano deposto nell'urna scheda bianca. Il Sindaco, proclamato eletto, ha subito tolta la seduta, « data l'ora tarda » annunciando che per la nomina dei 18 assessori 11 Consiglio sarà « riconvocato a domicilio » a data da stabilirsi. Presumibilmente fra una settimana. La seduta è cominciata alle 21,50. Alla poltrona della presidenza, si e seduto l'avv. Peyron come consigliere anziano eletto con il maggior numero dei voti preferenziali. Al suono del campanello si è fatto silenzio nell'aula sovraffollata; sono stati letti i nomi degli «80», che i voti degli "lettori han no mandato a sedere sui banchi del consiglio. A uno a uno come a scuola i, consiglieri si sono alzati e hanno risposto presente. Una sola assenza: l'avv. Cravero (p.l.i.) che è Indisposto. Manca anche l'on. Gray (m.s.i.) che però — avendo rinunciato al mandato — è sostituito dal collega di lista, avv. Casalena. L'avv. Peyron ha pronunciato poche parole di benvenuto ai nuovi consiglieri, e di saluto per i < vecchi > rieletti, e quindi con una prima votazione, unanime, la nuova assemblea ha approvato la sostituzione dell'ing. Olivetti con la dottoressa Addario (che lo seguiva nella graduatoria delle preferenze): uguale approvazione al nome dell'avv. Putaturo (che sostituisce l'on. Saragat). Si affronta ora il problema delle « incompatibilità ». L'avv. Peyron dà lettura di due ricorsi presentati da elettori contro 11 consigliere liberale ing. Agostino Derossi. Nei ricorsi si afferma che è ineleggibile perché ricopre la carica di presidente del Patronato scolastico, ente sovvenzionato dal Comune con 15 milioni all'anno. Il sindaco avverte di aver fatto esaminare la posizione dell'ing. Derossi dall'Ufflcio legale del Comune e di averne ottenuto un parere favorevole in quanto il Patronato è un ente di beneficenza, i cui amministratori non sono retribuiti. Contro questa tesi parlano i consiglieri Spagnoli e Colla (p.c.i.), mentre l'on. Secreto ed il dott. Alpino replicano sostenendo la eleggibilità dell'ing. Derossi. Dopo questi interventi per la prima volta il consiglio procede ad una votazione a « scrutinio segreto >. L'ing. Derossi si astiene. L'aw. Peyron legge il risultato della votazione: < votanti 78, schede bianche 1, favorevoli al ricorso 20, contrari al ricorso 49. L'ing. Derossi è confermato consigliere comunale ». L'avv. Peyron apre ora la discussione sul secondo punto dell'ordine del giorno: < Elezione del sindaco ». Egli fa precedere il dibattito da una dichiarazione politica: < Respingerò, qualora fossero determinanti per formare la maggioranza prescritta dalla legge, i voti che vii provenissero da schieramenti con i quali, per motivi di programma o ideologici, no avrei avuto possibilità di costituire la Giunta. Dichiaro che se questi voti fossero determinanti rassegnerei immediatamente le dimissioni a riconvocherei il consiglio nei prossimi ,ìorni>. Per la nomina del sindaco nelle prime tre votazioni occor. re la maggioranza assoluta. Essendo i consiglieri presenti in aula 79 la < metà più uno » è di 40. La coalizione, composta da 29 democristiani* 7 socialdemocratici e 4 autonomisti dispone appunto di 40 voti L'on. Coggiola a nome del gruppo comunista legge una dichiarazione: € Tutti noi dice — abbiamo presente il veto fanfaniano che esclude possibilità di ogni azione d'intesa con i comunisti e i loro alleati. Ci sono però in Italia 6 milioni di voti comunisti e 4 di voti socialisti. Denunciamo la discriminazione che viene fatta nei nostri confronti. Non poniamo pregiudiziali per il nostro partito. Ma a Torino si è voluta preferire una via tortuosa che porta ad un'amministrazione instabile, non fluttuile L'on. Coggiola con'•■ annunciando n voto contravio ih»! suo gruppo. L'on. Villabruna (radicale) legge la dichiarazione di voto a nome delia lista di Rinnovamento Democratico. Egli non sarebbe stato alieno dui collaborare con la coalizione di maggioranza, se accanto alla D.C. e al P.S.D.I. non si fosse schierato il MARP. si diffonde quindi in un'ampia critica vsaoal nuovo movimento: « Tra il programma del MARP e delmio partito - dice - esiste »ncontratto irriducibile». Espo-ne infine alcuni punti program-matici dei radicali in tema d: amministrazione pubblica, polemizzando con la scelta fatta da democristiani e socialde mocratici per una «chiusura a sinistra ». Conclude annunciando il voto contrario. La dott. Addario del Movimento Comunità dichiara che voterà «. scheda bianca ». L'on. Castagno legge la dichiarazione a nome del gruppo socialista. Dapprima egli esamina i risultati elettorali del 27 maggio: l'avanzata del p.s.i., il regresso dei liberali a favore delle democrazia cristiana. € L'opinione pubblica — dice — era autorizzata a non prevedere preclusioni verso il partito socialista. Il partito di maggioranza ha preferito contare sull'appoggio del MARP: ne è na-i ta una Giunta senza sufficiente maggioranza stabile che sarà costretta, forse, ad accettare i voti della destra. 1 consiglieri socialisti — conclude — non roteranno l'avv. Peyron né gli assessori proposti. La nostra opposizione non sarà precostituita: vuole essere pungolo all'azione della maggioranza. Se farete il bene della cittadinanza ci troverete al vostro fianco ». Il capogruppo degli autonomisti comm. Bruno respinge vivacemente rivolto all'on. Villabruna e al sen. Castagno, le accuse di qualunquismo. « il nostro movimento — dice — si propone di agire per l'autonomia regionale nell'ambito della Costituzione. Ci attribuite cose che noti abbiamo mai detto ». Il sen. Carmagnola, a nome dal gruppo socialdemocratico, illustra l'azione del suo partito pur ammettendo che più ambiziose erano, all'inizio, le mète che il p.s.d.i. si proponeva sulla strada dell'unificazione socialista. cNon vediamo alcuna possibilità di collaborazione con partiti che contrastano con i nostri principi — aggiunge — né con quelli che negano la libertà e la. democrazia. Sul problema della regione il p.s.d.i è fedele a quanto sancisce la Costituzione: autonomia e decentramento amministrativo. Il consiglierei avv. Casalena (m.s.i.) dichiara: <Non ci è mai saltato in testa di votare a favore della equivoca formazione di Giunta che stale per usare. Noi siamo all'opposizione ». Segue nelle dichiarazioni di voto il liberale dott. Alpino: « Il p.l.i. ha offerto la sua partecipazione a tutte le Giunte per evitare ogni apertura a sinistra. La nostra esclusione tuttavia non ci addolora e ci manterremo all'opposizione ». L'avv. Ollivero (p.n.m.) fa una oscura dichiarazione di voto. Dopo aver illustrato il suo punto di vista sui pericoli dell' " apertura a sinistra " afferma: « Siamo seriamente preoccupati dell'interesse delia cittadinanza. Voteremo tenendo presente questo principio». A richiesta dell'avv. Peyron di chiarire meglio il concetto l'oratore replica: « Vedremo Conterete i voti ». Il consigliere Donat-Cattin (d.c.) riassume la posizione polìtico-amministrativa della democrazia cristiana affermando che l'accordo per la Giunta è stato trovato sul programma di "apertura sociale " presentato dalla d.c. Comincia intanto a circolare nell'aula la notizia che a Milano è stato eletto sindaco il socialdemocratico prof. Ferrari con i voti del p.s.d.i., del p.s.i. e del p.c.i., ed a Venezia il democristiano prof. Tognazzi con i voti della d.c, del p.s.i. e del p.s.d.i. Il dott. Gruppi (p.c.i.) prende la parola per annunciarlo al Consiglio comunale e per chiederli perché non si poteva realizzare qualcosa di simile anche a Torino. I consiglieri social-comunisti applaudono. Il missino Casalena inveisce contro i socialdemocratici e contro i democristiani «die H hanno come alleati ». Il Sindaco richiama al¬ l'driscCnCrpeppPrmuanlnslsefrnsitMsc■FeactcpdvsszsdvilflvvdqvltctlIlItlllllllIllllllllllllIllllllllllllllllllllllIflIlllllllll l'ordine con estrema energia il disturbatore che aveva già ripetutamente interrotto il discorso del consigliere DonatCattin. Sono le due: le dichiarazioni di voto sono finite e l'on. Coggiola, invitando i consiglieri all'ultima riflessione « su un problema cosi, grave come la elezione di un sindaco », propone di sospendere la seduta per un quarto d'ora. L'avv. Peyron accoglie la richiesta riducendo l'intervallo a cinque minuti. L'on. Coggiola insiste per una più lunga sospensione; ma alla scadenza dei cinque minuti l'avv. Peyron fa iniziare la votazione. Il segretario ge nerale inizia»l'appello ed i con siglieri cominciano a deporre le schede nell'urna. I comuni stì ing. Todros e sen. Roveda ed il socialista sen. Castagno fanno osservare con voce alterata al sindaco che la votazione in queste condizioni (i 29 socialcomunisti sono raccolti in gruppo e discutono animatamente quanto è avvenuto a Milano e a Venezia) non è possibile. Il sen. Castagno minaccia di abbandonare l'aula fa- ■ tlIlllllIIlllllllllllIllllllllllHllllllllllllinilllllll cendo cosi mancare il numero legale (che per l'elezione del sindaco deve essere dei due terzi del totale del consiglieri, e cioè 54 su 80). Avv. Peyron: E' un ricatto. On. Colla (p.c): Che colpa abbiamo se non riusciamo a metterci d'accordo ? — Sen. Roveda: La situazione è grave ed. è necessario un riesame. I socialcomunisti proseguono vivacemente le consultazioni tra di loro. A quanto risulta vorrebbero effettuare in extremis un tentativo di Giunta minoritaria in unioni© con i socialdemocratici. Chiamano a consulto anche il ministro Romita, il quale per tutta risposta sventola la sua scheda e rende palese il suo voto. Gli altri sei consiglieri socialdemocratici rimangono fermi nei loro banchi. Intanto 11 segretario generale conte Piccioni scandisce i nomi dei consiglieri chiamati a deporre la scheda nell'urna. I socialcomunisti, ad uri cenno dell'on. Coggiola e del sen. Castagno abbandonano l'aula. L'aw. Peyron rimane al suo llllIIMIIllllllllIIIIIIIEHIItlilllllll IIIIIIIMII o o posto. Anche gli altri consiglieri restano in aula. I socialcomunisti si riuniscono in fondo a un corridoio di Palazzo Civico discutendo animatamente fra loro per circa mezz'ora. Dopo ritornano nella sala del Consiglio e l'aw. Peyron inizia (come consente la legge) il secondo appello della prima votazione. Lo scrutinio dà i seguenti risultati: votanti 79, maggioranza 40, Peyron 38 voti, Coggiola 1, schede bianche 40. L'aw. Peyron non ha raggiunto la prescritta maggioranza assoluta di 40 voti. Indice immediatamente una seconda votazione che dà i seguenti risultati: votanti 79, maggioranza 40, Peyron 42 voti, Castagno 1, schede bianche 36. I consiglieri del partiti di centro salutano l'elezione dell' aw. Peyron a Sindaco di Torino, mentre dai banchi socialcomunisti si grida: «Dimissioni! Sei stato eletto con i voti dei monarchici ». Il Sindaco risponde: «29 democristiani, 7 socialdemocratici e 4 autonomisti fa un totale di 40 che è la maggioranza richiesta. Sono a posto con la mia coscienza». chnechunvefedareprstdu16disodegrdeziridorinenehadeind'mcomTpldo Illl llinillllllllllllllMltl>'--|IIM1IIIIIMinillIl