La «novizia» che sparò al seduttore vuol tornare in convento dopo la pena

La «novizia» che sparò al seduttore vuol tornare in convento dopo la pena Il I*. M. Ita presentato ricorso contro fa condanna a 4 anni La «novizia» che sparò al seduttore vuol tornare in convento dopo la pena Il giovane, che le era cugino, l'aveva abbandonala per sposare un'altra • L'agguato della donna sull'uscio di casa con due rivoltelle in pugno e una terza alla cintola: quando vide l'ex-fidanzato arrivare con un parente scaricò loro addosso le tre armi ferendoli gravemente (Dal nostro corrispondente) Napoli, 5 luglio, li P. M. ha presentato appello contro la sentenza con cui la Corte d'Assise ha condannato ieri a soli quattro anni la giovane Rosa Bussane, da Nola, che il 23 ottobre '5\ tentò di uccidere il suo seduttore Vincenzo Esposito, che le era cugino, ferendo un altro parente, cugino di entrambi, Giovanni Esposito. La donila, dopo un lungo fidanzamento con Vincenzo Esposito, che l'aveva sedotta con la promessa di sposarla, era stata abbandonata. L'exfidanzato passava a nozze con Carolina Meo, una giovane di Montcmiletto, e Rosa Bussone, per imposizione del padre, Gennaro, accettò di entrare come novizia nel convento delle suore di Santa Chiara a ! Nola. Un giorno, essendo sta cstffa informata che ('indomani «J|silo seduttore si sarebbe reca- to a Manghanella, un paese\vicino, per caricare del legna vie, e sarebbe perciò passato col carretto davanti alla sua casa, la giovane architettò un piano di vendetta. Per non destare i sospetti delle Sìiore, la mattina fece la comunione e nel pomeriggio, chiesto e ottenuto un permesso, si recò dalla madre. A casa si armò di due pis. tic e di un revolver l>resi da un cassetto, e si mise di fazione sull'uscio attendendo l'Esposito. Appéna lo vide, caricò le armi e quando il giovane, che era Insieme al cugino, fu a tiro, apri il fuoco con due pistole: esauriti i colpi, afferrò il revolver che teneva nella cintola e scaricò anche quello, finché vide cadere entrambi i giovani che, gravemente feriti, vennero trasportati all'ospedale e salvati nonostante i numerosi proiettili da cui erano stati raggiunti. Durante l'istruttoria, sia Vincenzo che Giovanni Esposito sostennero che oltre a Rosa Bussone avevano sparato anche una sua sorella, Filomena, e i due fratelli Carmine e Felice; ma numerosi testimoni affermarono che in quell'ora j Carmine e Felice si trovavano uno al Circolo dei Cacciatori di Nola e l'altro in un paese vicino, e che Filomena era rimasta in casa, si che i tre fratelli furono prosciolti. Nella sua arringa uno dei ! 1 due patroni di P. C, l'avvo ! cato Franco Porrini, chiese | una severa condanna per la i t novizia » sostentndo che oc 'correva, fra l'altro, dare ti" esempio ammonitore, essenai fi lentissimi neivitam meri. i cosiddetti delitti per d'onore>. Dopo aver dionale < cause ! lllliiilliiiiiiiiiiiiiiilliiiliiiiiiliiiitiiiiiliiiiiiiiiiu ! citato una impressionante casistica, l'avv. Porrini concluse: t Accade nel Mezzogiorno un fatto paradossale: i giudici concedono in questi casi quattro tipi di attenuanti, cioè le "generiche", quelle della provocazione, del " particolare motivo d'onore" e del "danno risarcito " dalla vittima, talché ben spesso o?nt'cidi compiuti per questi ?notit>i vengono pagati allo stesso modo di un furto o di una truffa aggravata ». Il primo difensore della Bussone, l'on. Giovanni Porzio, si batté per la concessione, oltreché delle attenuanti < generiche », quasi sempre concesse quando non vi siano precedenti penali, anche del < particolare motivo d'onore », affermando rivolto al P. M.: < Al mio difeso- Luigi Millefiorini, che uccise la moglie e feri gravemente l'amante di lei, i giu- |djci di Roma hanno dato 2 an wi e u mesi, e a Rosa Bus\sonej chc M0M ammazzò nessuno e che, se sparò, lo fece per essere stata cosi atrocemente e vilmente ingannata, volete infliggere nove annit ». Contemporaneamente al ricorso del P. M. anche gli avvocati della Bussone hanno presentato il loro. Intanto dal carcere la « novizia » ha scritto ai genitori confermando che dopo scontata la pena, chiederà di entrare in un Ordine di suore di stretta clausura e di essere inviata, se possibile, all'estero. c. g. Rosa Bussone, la « novizia » del convento di S. Chiara, entra nell'aula della Corte d'Assise prima dell'udienza (Tel.)

Luoghi citati: Napoli, Roma, Rosa Bussone