Favolosa eredità alla vedova di un operaio è morto lo zio d'America e le ha lasciato un miliardo

Favolosa eredità alla vedova di un operaio è morto lo zio d'America e le ha lasciato un miliardo Una sorprendente comunicazione ricevuto dal Consolato del Brasile a Genova Favolosa eredità alla vedova di un operaio è morto lo zio d'America e le ha lasciato un miliardo Immobili, aziende e piantagioni oltre a 500 milioni in contanti - La donna non ricordava ormai il parente emigrato cinquant'anni fa - La storia di mi abito da sposa promesso in dono e inai arrivato Lo zio d'America e una enorme eredità sono due elementi inseparabili che servono spesso a dar vita a favole e ad alimentare rosei sogni. Raramente la favola e 11 sogno diventano- realtà. Ma per la signora Antonietta Mancini le probabilità che ciò accada paiono davvero molte. Lei e i suoi figli stanno vivendo una avventura meravigliosa: la corsa verso una fortuna colossale valutata In un miliardo di lire. Lo zio d'America è Antonio Russo morto a San Paolo del Brasile nell'ottobre scorso all'età di 78 anni. Ha lasciato immense distese di terreno coltivate a caffè, boschi, « fazende » per un valore di mezzo miliardo; e altri 500 milioni 11 ha lasciati in contanti depositati in banca. L'erede di questa sostanza è, a quanto risulta, sua nipote Antonietta Mancini che abita nella nostra città in un viale di Borgo San Paolo. La Mancini è torinese di adozione e pugliese di nascita. Trentacinque anni fa a Foggia conobbe un operaio di Torino e si fidanzò con lui; l'anno dopo era già sua sposa e si tra¬ sferiva nella nostra città. Il marito le è morto tre anni fa lasciandola con sèi figli, dei quali tre maschi e tre femmine. L'ereditiera si era completamente dimenticata di avere uno zio in Brasile. La vita con le sue alter- ne vicende, le sue speranze, le sue gioie, le sue ansie per 1 figli, per 1 pericoli della guerra, per 11 lavoro, per 11 marito ammalato e infine coi suoi dolori l'aveva tenuta sempre attenta alla realtà pTesente.,JPer 1 ricordi non le aveva lasciato, né tempo né voglia. La signora Mancini non si era nemmeno'ricordata di lui quando, nell'autunno scorso, un vigilo si era presentato alla sua casa a chiederle le'generalità precise che servivano.«.per.una eredità». Aveva'pensato .alla piccola casa paterna di Foggia, ma non ad Antonio Russo fratello di sua madre. Solo nel giugno scorso, quando il Consolato del Brasile di Genova la mandò a chiamare Informandola che era stata dichiarata crede delle sostanze del ricchissimo possidente italo-brasiliano Antonio Russo, la sua memoria le aveva iiiiiiiiiiiiiii iiiiiinmiimi iiiiiiiiiiid restituito con dovizia 1 ricordi dell'infanzia e della adolescenza, 1908: Antonietta aveva nove anni e frequentava la qu;vta classe elementare. Lo zio Antonio andava spesso nella sua casa a far visita alla sorella. Si Intratteneva soven- te su argomenti tristi: parlava di lavoro che non c'era, di desiderio di far fortuna. Con lei era sempre molto affettuoso, l'accarezzava con dolcezza sul capelli, le offriva qualche caramella. « Se trovo da lavorare ti regalo un bel vestito a fiori » le diceva a volte. Ma lo zìo non trovava mai da lavorare. Un giorno entrò in casa con un viso sconvolto: era commosso, triste e felice nello stesso tempo. « Ho già deciso — disse —, parto per il Brasile, vado a tentare la fortuna ». Poi, quan- a o ù i 8 do si accorse di Antonietta che era in un angolo corse ad abbracciarla. < Se riesco a guadagnare molti soldi ti regalerò un vestito magnifico ». Lo zio parti. Scrisse di difficoltà, di lavoro pesante, di nostalgia della propria città. Poi le cose incominciarono ad andar meglio. In ogni lettera ricordava Antonietta. « Le voglio regalare 11 vestito da sposa » scriveva. La ripetè molte volte questa frase, ma poi un giorno scoppiò la guerra e dello zio Antonio non si seppe più nulla. Antonietta incontrò 11 giovane torinese e se ne innamorò. Si cuci con le proprie mani l'abito bianco da portare all'altare. A queiio dello zio non pensar va più. Non pensava più nemmeno allo zio, era troppo lontano e troppo lungo era il suo silenzio. Finita la guerra vennero i figli e le solite ansie e le solite speranze di tutti i giorni si accrebbero. Quando il Consolato del Brasile le ha comunicato la grande notizia, invitandola a Genova per maggiori ragguagli, Antonietta Mancini non si e sentita in animo di andare di persona ad ascoltare parole tanto importanti per il suo avvenire. Ha preferito mandare la figlia maggiore. La comunicazione è stata davvero impressionante: un miliardo tutto a lei, Antonietta Mancini, la nipote predilet¬ ciiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiti ta e mai dimenticata. Un miliardo per un mancato abito da sposa. Ora sono In corso le pratiche per 11 trapasso della proprietà. Non appena esse saranno concluse la parte dell'eredità in liquido verrà immediatamente messa a disposizione dell'ereditiera presso la Banca d'Italia. Poi la signora Mancini potrà andare In Brasile a prendere possesso delle sue distese di piantagioni di caffè, delle « fazende », del boschi sconfinati cho costituiranno la sua proprietà immobiliare. Antonietta Mancini