Operai e studenti si agitano anche in Ungheria e Cecoslovacchia

Operai e studenti si agitano anche in Ungheria e Cecoslovacchia Operai e studenti si agitano anche in Ungheria e Cecoslovacchia Iniziati processi contro i rivoltosi di Poznan - Scontri fra minatori e polizia - Fuga in Austria di 60 giovani cechi (Dal nostro corrispondente) Vienna, 3 luglio. Le ultime notizie pervenute da Budapest confermano che una viva agitazione regna in tutta l'Ungheria, agitazione che si è accentuata dopo la rivolta del lavoratori polacchi di Poznan. Del resto, che la situazione sia tesa lo conferma la stessa stampa magiara. Stamane l'organo del partito comunista Szabad Nep ammette chiaramente che la resistenza al regime è in costante aumento, come lo dimostrano le recenti riunioni al Petòfl Club: ultima quella della gioventù, in cui si è fatto della propaganda borghese, contraria alla linea del governo e del partito. Cosi come in Polonia, anche in Ungheria il malcontento degli operai e degli impiegati raggiunge spesso forme di ribellione vera e propria. Atti di sabotaggio e di indisciplina sono ormai all'ordine del giorno, mentre tutti si lamentano dell'alto livello del costo della vita in relazione alle paghe insufficienti e della scarsità dei viveri sul mercato. Soltanto oggi si viene a sapere che verso la fine di maggio nella cittadina di Komlo, centro minerario fra i più importanti dell'Ungheria, i lavoratori hanno improvvisato una dimostrazione odtile al governo, la quale ha assunto torme gravi quando reparti di gendarmi ed agenti in borghese hanno tentato di sciogliete gli assembramenti e obbligare gli operai a riprendere il lavoro. Sono avvenuti scontri, con feriti da ambo le parti. L'ordine venne ristabilito soltanto quando nuovi contingenti di gendarmi furono fatti affluire a Komio dai centri vicini. I giornali viennesi danno oggi come imminenti le dimissioni di Matyas Rakosi da segretario generale del partito comunista ungherese. Rakosi, che passa per uno dei pochi superstiti tra coloro che seguirono ciecamente la linea politica di Stalin, continua ad essere apertamente accusato di tutti i soprusi, delle repressioni sanguinose, degli atti illegali che in questi ultimi anni hanno contribuito a creare in Ungheria un regime di terrore e di oppressione. Da alcuni giorni Rakosi è stato convocato a Mosca; molti interpretano la cosa come la sua probabile, definitiva liquidazione; altri ritengono invece che, dovendo usare la maniera forte dato il crescendo delle agitazioni popolari, l'attuale segreturio del partito sia l'unica persona in grado di imporre l'ordine, sia pure con i mezzi già usati al tempo di Stalin. Come in Ungheria, come in Polonia, anche in Cecoslovacchia gli studenti sono al cen tro delle agitazioni, insieme con gli operai. Si è appreso oggi a Vienna, che una sessantina di studenti cechi e slovacchi, fuggiti dal loro paese per¬ ché ricercati dalla polizia dopo le dimostrazioni studentesche di Praga e Bratislava (svoltesi all'inizio di aprile e alla metà di maggio) sono giunti in Austria durante gli ultimi due mesi, e sono stati ospitati nel monasteri cattolici di Glognitz e Melk, nella provincia dell'Austria inferiore. La notizia diffusa da un giornale inglese, secondo cui un mese fa è morta a Bucarest la famosa Anna Pauker, ex-ministro degli Esteri della Rumenia, esonerata anni addietro dalla carica perché caduta in disgrazia del Cremlino, non trova conferma. La stampa austriaca cita l'informazione, aggiungendo che quando alcuni giornalisti occidentali, in sosta a Bucarest per la visita del maresciallo Tito, chiesero di poter parlare con la Pauker, s'ebbero risposta che nessuno sapeva dove si trovasse e che, ad ogni modo, non poteva concedere interviste di sorta. Ma testimoni oculari l'avrebbero vista pochi giorni fa nella capitale. In Polonia, a Poznan, sono incominciati 1 procedimenti giudiziari a carico dei rivoltosi. Sembra che per ora siano processate soltanto le figure minori fra gli arrestati; i veri dirigenti ed 1 ribelli fermati con le armi in mano, sarebbero processati in un secotuio t^mpo, a situazione più calma. L'inizio dei procedimenti penali è confermato da funzionari comunisti polacchi; viene smentita da essi, ed Incontra del resto scarso credito, la vo ce portata da viaggiatori stra nieri reduci da Poznan, secon do cui dal 29 giugno in poi sarebbero stati fucilati molti ribelli. Sembra, anzi, che il governo polacco voglia procedere nella repressione con estre ma cautela. ^

Persone citate: Anna Pauker, Matyas Rakosi, Rakosi, Stalin