Morto l'industriale tessile Fila e una intera famiglia distrutta

Morto l'industriale tessile Fila e una intera famiglia distrutta QUATTRO MORTI E TRE FERITI SULL'AUTOSTRADA \ SETTIMO Morto l'industriale tessile Fila e una intera famiglia distrutta L'Alia Romeo, guidata dal figlio dell'industriale biellese, sbanda sulla sinistra e piomba a 150 km. all'ora contro una "6O0„ - Su questa viaggiava un chimico di Torino con la moglie e i due figli: tutti uccisi, unico superstite un bimbo di 8 anni ferito - la signora Fila in fin di vita, il figlio guarirà in 20 giorni Una disgrazia di spaventosa gravità — la più terribile che si ricordi sull'autostrada Torino-Milano in tutto il dopoguerra — è avvenuta ieri mattina nel tratto fra il casello d'ingresso e quello di Brandizzo: un'Alfa Romeo è andata a cozzare a centoóinquanta chilometri all'ora contro una «Fiat 600 » che giungeva dalla direzione opposta. Ve conseguenze sono state tremende: quattro persone sono morte all'istante, tre si trovano all'ospedale in gravi condizioni e si teme che altre vittime debbano aggiungersi al funesto elenco. I deceduti sono:, il commendatore Federico Pila. JBobattino, industriale tessile di 70 anni, abitante a Coggiola Biellese, che si trovava sull'Alfa Romeo; il dott. Gino Rocca, quarantacinquenne, abitante in corso Tassoni 7t, titolare di un laboratorio chimico in via Lamie SO; la moglie di questi Nella Cattaneo, di 46 anni,'ed il loro figlio Guido di H, che stavano sulla «S00». / /eriti sono:..la moglie del Fila Robattino, Rina Rossi, di 69 anni, ed il figlio ventiduenne Guido, ohe pilotava la macchina; inoltre il secondogenito dei Rocca, il piccolo Giulio di otto anni. Particolarmente atroce, quindi, la sorte di questa famiglia: padre, madre, un figlio sono morti;. non resta che un bimbo. La sciagura è avvenuta alle 9£0, esattamente al chilometro 8,300 dell'autostrada, tra chilometri e S00. metri dopo il casello di ingresso. La potente macchina dei Fila Robattino — una 1900 — era partita da Biella circa un'ora prima, entrando sull'autostrada aZ casello di SanthiAi'i tìyfdovevano andò-' re a Bardoneochia per festeggiare il recente onomastico di un fratello dell'industriale, ohe si chiama Luigi, « si trova da due settimane in vacanza in quella stazione climatica. II giovane, come abbiamo detto, era al volante; accanto a lui u padre, sul sedile posteriore la signora Fila. L'automobile viaggiava a fortissima velocità. Nei pressi del casello di Brandizzo raggiunse e superò i due agenti della polizia stradale di Chivasso Di Cosimo e Marpione: secondo la loro .testimonianza, l'Alfa Romeo correva a non meno di centocinquanta chilòmetri all'ora. La catastrofe è stata ricostruita soltanto in base ai se- pIcaèn gni rintracciati sull'asfalto della strada. Nessun testimone vi ha assistito, i sopravvissuti non sono per ora assolutamente in grado di parlare. L'Alfa Romeo aveva appena superato una lieve salita sopra un ponticello, quando comincio a sbandare. Fino a quel momento aveva tenuto rigorosamente la destra: ora, come se dovesse imboccare una curva, si portò verso sinistra. A questo punto sono state riscontrate tracce di frenata per una lunghezza complessiva di ben trentasei metri. Poi le strisce nere spariscono per una lunghezza di altri dodici; frattanto il bolide si era disposto trasversalmente alla strada e continuava ad avanzare di fianco. Sembra che in questo momento il guidatore sia riuscito a riprendere, sia pure parzialmente, il dominio della macchina: le tracce di frenata ricominciano, l'automobile puntava di nuovo il cofano verso il centro della strada. Ma restava pur sempre alla sinistra, ed avvenne l'irreparabile. La « Fiat 600 » dei Rocca era partita mezz'ora prima da corso Tassoni 7B: la famiglia andava in vacanza a Bariola, in Val Cervo, avevano caricato qualche borsa, una piccola valigia, indumenti da montagna, poi si erano incamminati, il dottore e il figlio Guido davanti, la moglie e l'altro bimbo sul sedile posteriore. Il Rocca era conosciuto come guidatore assai prudente; inoltre la sua macchina era quasi nuova (il contachllome tri segnava soltanto 761 chilo metri al momento dell'incidente): i due fatti permettono di affermare che la velocità non poteva eerta essera eccessiva. In linea di massima si.ritiene che non superasse i sessanta all'ora. Il dottore, a quanto si è accertato dalle tracce di frenata della sua vettura, teneva attentamente la propria destra. Quando si vide venire addosso il bolide, non potè ulteriormente ■ sterzare.1 Il cozzo fra le due macohine fu di una violenza spaventosa. L'Alfa Romeo si abbatté sulla « 600 » come una formidabile catapulta, con la forza di un maglio colossale, tanto da scaraventarla all'indietro. Le due macchine fecero cosi, avvinghiate l'una all'altra, una desina di metri prima di separarsi; poi V* utilitaria » si sganciò, girando su se stessa un paio di volte. L'Alfa Romeo si arrestò finalmente con il cofano verso il centro della strada; la « 600 » a cinque o nei metri di distanza da quella, rivolta verso il ciglio. Nel cozzo, entrambe le porte della piccola automobile si erano spalancate. Primo ad essere scaraventato fuori Ju il figlio maggiore dei Rocca, Guido: è stato trovato con la testa sotto la parte posteriore dell'Alfa Romeo, le gambe rivolte verso Torino. La stessa sorte seguirono il dott. Rocca e la moglie, finiti sull'asfalto ad un paio di metri dalla loro macchina. Morti tutti e tre all'istante, con ogni probabilità già prima di toccare il suolo, i volti ridotti a maschere di sangue, braccia, gambe, schiene spezzate, informi grovigli che ben poco conservavano di untano. Sull'Alfa Romeo, il commendatore Fila Robattino (che, ricordiamolo, era di fianco al guidatore,) fu catapultato in avanti, batté il capo contro la cornice del parabrezza, il petto contro il cruscotto. E' stato trovato rovesciato sul sedile: la volta cranica spaccata, lo sterno ed 0 bacino fratturati in pia punti. Dei tre sopravvissuti (il piccolo Rocca, il figlio e la mogli» dell'industriale) nessuno era in condizioni tali da potersi muovere: rimasero svenuti, coperti di sangue, ai loro posti, come erano al momento dell'urto, come furono trovati dai soccorritori. I/allarme venne dato da quegli stessi agenti della < Stradale » di Chivasso che erano stati superati poco prima, i quali, Ugiua lo DisocconoqudisditdioDunpaurciere avdeci re sibzi.prsedpamastepatrel'AG giunti sul posto, si lanciarono a tutta velocità verso il casello di ingresso all'autostrada. Di qui fu avvertita la ditta di soccorsi stradali Sempione, più conosciuta come < 90.000 >.- erano trascorsi pochi minuti, quando arrivò sili luogo del disastro una macchina della ditta, dotata di apparecchio radio ricevente e trasmittente. Da questo apparecchio, in una successione angosciosa, partirono le segnalazioni più urgenti per i tecnici della Società, in corso Giulio Cesare 168: < I morti sono quattro... avvertito subito la Croce Verde, ohe mandi autoambulanze: ci sono anche tre feriti, occorre far presto, 11 più presto possibile-., spedite fi carro attrezzi... segnalate l'Incidente al pretoria di Chivasso... ». Dalla sede di corso Giulio Cesare partirono gli ordini, furono mandate autoambulanze richieste, i carri attrezzi... Non era passato un quarto d'ora, che i tre feriti venivano portati all'Astanteria Hfartini. Gravissime le condizioni del¬ la signora Fila Robattino, che nel pomeriggio è stata operata dal prof. A. M. Dogliotti: Jw» riportato lo sfondamento della volta e della base cranica. Il suo stato resta molto preoccupante. Il piccolo Rocca ha avuto entrambe le gambe fratturate e probabilmente diverse lesioni interne: è stato operato in serata. La prognosi è anche per lui riservatissima. Mene grave il Guido Fila Robattvno, che, nell'attimo supremo del cozzo, ha potuto tenersi avvinghiato al volante ed essere da questo protetto: ma ha battuto lo sterno e la fronte ed è in preda ad un acuto choc nervoso, che ancora adesso gli impedisce di parlare. Sul luogo del disastro si è recato il pretore di Chivasso, dott. Minella, per ricostruire le cause che l'hanno provocato, ma queste restano molto oscure. Lo sbandamento verso sinistra dell'Alfa Romeo sulla strada perfettamente libera è (Contìnua in seconda pagina) L'« Alfa Romeo 1900 s, proveniente da Biella, sbandando sulla sinistra si è scontrata con l'trflìltarU che giungeva da Torino e l'ha trascinata per parecchi metri. Nel terribile Scontro sono morti quattro passeggeri. (Foto Moislo) Una delle vittime, l'Industriale settantenne Federico FU» li u d l dil ti itit ll'f Un carro attrezzi rimuove una delle due macchine (f. Moisio)