Il brivido

Il brivido Il brivido Starnuti, mentre si toglieva la giacca grigia, e infilava le braccia in una giacchetta di lana a quadri, da cow-boy addomesticato. Si guardò allo specchio, passandosi una mano sui pòchi capelli che ancora gli restavano. Accanto allo specchio c'era un quadretto: il ritratto di,un giovanotto che gli somigliava. Dopo una breve riflessione tolse di 11 il quadretto, e lo sostituì ad un paesaggio che era nell'ingresso. Prese poi una pastiglia antinfluenzale, guardò l'orologio e si mise ad aspettare, ciondolando per casa con un fazzoletto in mano. Fuori, era un chiaro pomeriggio; la neve si era sciolta, Analmente. La nuova stagione già bussava. Il campanello suonò. Lui stesso andò ad aprire, precedendo la vecchia domestica, sua coetanea rinnegata. La ragazza entrò, con un sorriso da studentessa. Si fece avanti nella prima stanza; posò un plico su una sedia, si tolse il cappotto, si guardò intorno diligentemente, senza trascurare nulla: le carte sulla scrivania, i libri negli scaffali, l'angolo delle fotografie, lo strappo nel tappeto, il casto divanetto. Sul divanetto sedettero. « Eccomi qua », disse lei, gettando un'occhiata al plico, come si guarda il proprio cane su un pavimento estraneo. Il professore starnutì. « Un raffreddore infernale », disse mitemente. «Forse non è la giornata adatta », disse lei, vaga; ma l'altro si affrettò a toglierle il dubbio. Conversarono un poco sull'inverno e sulla primavera; parlarono anche di freddo e di tepore, accennando appena alla calura. Lui gettò poi un'occhiata al plico, come si guarda un cane estraneo sul proprio pavimento. «Forza. Legga». Le parole colpirono l'aria come uno sparo. Lei si alzò, corridore poco allenato, e con gambe sottili raggiunse il plico. « Coraggio », l'altro disse, starnutendo. La ragazza sedette accanto a lui, sfogliò le pagine. Stese un foglio e lo lisciò, con la mano tremante di chi distenda il lenzuolo sulla propria barella. Ei si sdraiò. «Tenera è la memoria...». Lesse per mezz'ora, acquistando voce 1 yia via. Il professore, con la faccia ormai congestionata dal raffreddore, tentò di mettere a fuoco la sua memoria, girando e rigirando inutilmente una vite. Poi rinunziò: lei correva troppo, sfrenatamente, su una collina piena di erbacce e sterpi che arrivavano in faccia a lui, ansimante dietro. Si distese allora, con uno sbadiglio, sull'erbetta fresca ai piedi della collina, sotto un tiepido sole, e guardò nostalgico la bella brunetta davanti a lui: le gambe nervose, il busto come un lontano ricordo, odoroso di latte. I capelli che nascevano sulla nuca, e appena nati si arricciavano capricciosi. Le sopracciglia come curve pericolose. Le lunghe ciglia nere, qualche lentiggine, ospite su quel viso di bruna. E infine lo bocca rossa di sangue, in contrasto con le parole che riempivano la stanza, in un denso fumo. Lei tacque. Chiuse il plico, senza alzare gli occhi verso il giudizio. Dalla finestra la luce si ritraeva. Lui si rialzò dall'erbetta, si stiracchiò con un altro sbadiglio, e tornò a sedersi composto sul divanetto. « C'è del talento », disse, cercando di riacchiappare nell'aria fumosa qualcosa di invisibile con una rete da farfalle. La ragazza fissò su di lui un paio di occhi che gli fecero tremare le gambe. Aspettava, chissà che cosa. Lui gettò via la rete. Non aveva però voglia di mettersi in cattedra, e scrutava, intorpidito, la bella brunetta. « Ragazza mia, io la conosco appena », prese a dire; « mi pare però di capire ». Lei aspettava. « Non crede di dover vivere, prima? » azzardò lui, avvicinandosi, anziché alla cattedra, al tavolo della roulette. Lei taceva. « Mi pare tutto sfocato », disse lui, soffiandosi il naso. « Forse è il raffreddore ». Negò con la testa, gravemente, e si mise in cattedra. « Le immagini non sono raggiunte. Sa cosa vuol dire cogliere nel segno ion una freccia? C'è invece un torpore strano ». Scese dalla cattedra, scrutando attraverso il fumo la bella brunetta. Si riavvicinò al tavolo da giuoco, guardingo. « Lei si deve scuotere, ragazza mia. S* cosa è vivere? ». Lei taceva. La roulette girava, girava. Lui aveva puntato tutto sul rosso. « Stia attenta », riprese. « Se non c'è brivido qui », indicò il plico, « deve cercarlo prima lei, per sé. Sa cos'è un brivido? ». Sfiorò con la mano una mano di lei. La ragazza rabbrividì. « Fa freddo qui », disse, c Accendo la stufetta ». Lasciò «jn momento il tavola con la rou¬ lcSrsstddrmsdlmcs lette che girava, ma già cominciava a rallentare. «Scuotersi, occorre. Vivere. Sa cosa vuol dire? Lei deve avere una scossa. Sa cos'è una scossa? ». La ragazza fissava fa parete scura, dove le ombre di un portafiori e di una sedia si confondevano, in un vizioso abbraccio. « Le parrà strano il discorso », disse lui. La roulette rallentava, rallentava. Arrischiò anche la mano sul braccio di lei. La ragazza lo guardò. «Conosco il discorso », disse, « da quando avevo tredici anni ». La roulette si fermò. Nero. « Ebbene? » disse lui debolmente, avviandosi di nuovo alla cattedra, con tristezza. « So cos'è una scossa. Me ne accorgo dopo che è arrivata ». Il professore tacque, pensieroso. Un tram sferragliò sotto le finestre e i vetri tremarono. Una luce al neon si affacciò nella stanza dalla strada. « Le consiglio allora di impa¬ dronirsi della tecnica, con scosse 0 senza ». Le impartì una lezione, con un breve permesso del raffreddore. Lentamente, incerti tutti e due, si avviarono all'ingresso; lui ormai centenario, dopo una giornata faticosa : corse in collina, tavoli da giuoco, e l'eterna scuola. Lei con pochi anni inutili che chiuse nella borsetta insieme al plico. Davanti al ritratto del giovanotto lui si fermò; lo indicò con un gesto vago. « Suo figlio? », le domandò. « Io alla sua età », sussurrò, ormai all'ombra di un confessionale. La ragazza sorrise, mostrando 1 denti bianchi, crudeli. « Non somiglia ». Si salutarono sulla porta. La mano di lei era fresca, quella di lui febbricitante. La ragazza sparì in fondo alle scale. Lui mise alla porta il catenaccio, e se ne andò a letto, digiuno. ' S. Mastrocinque Linda Christian, ex-moglie dt Tyrone Power, è giunta a Londra per un periodo di vacanze con le sue due figlie Romana e Taryn (Telefoto a «Stampa Sera»)

Persone citate: Linda Christian, Mastrocinque, Tyrone Power

Luoghi citati: Londra