Si precisano le posizioni di Enzo Forcella
Si precisano le posizioni Si precisano le posizioni Il prof. Gedda ribadisce il dovere dei cattolici di appoggiare la D.C., mentre si delinea una convergenza del P.S.I. e del P.S.D.I.. verso l'unificazione socialista Roma, lunedi mattina. Le penultima domenica preelettorale è stata caratterizzata da uno sforzo, generale per interessare maggiormente la pubblicaiopinlone al voto del 27 maggio, per precisare e approfondire ■ le rispettive posizioni politiche, per cominciare a enumerare gli atteggiamenti che saranno assunti di fronte ai problemi posti dalle elezioni. Due punti ci sembra che meritino una particolare attenzione: il primo riguarda l'impegno dei cattòlici, autorevolmente ribadito ieri dal prof. Gedda, a bloccare attorno alla democrazia cristiana; il secondo, la progressiva convergenza del P.S.D.I. e del P.S.I. verso la «unificazione socialista», che gli oratori dei due partiti stanno sempre meglio precisando. Nelle precedenti elezioni, vuoi politiche che amministrative, l'Azione Cattolica aveva consigliato" di votare per il partito di maggioranza, ma aveva manifestato, sia pure non ufficialmente, una certa tolleranza per 1 partiti di destra, dei quali sottolineava il contributo nella lotta contro il comunismo. Il commento che L'Osservatore Romano ha dedicato nel giorni scorsi alle prossime elezioni, la speciale rubrica che lo stesso giornale inizierà nei prossimi giorni sullo stesso argomento, il comizio tenuto ieri a Roma fanno capire che questa volta si è decisi a fare il possibile per evitare ogni dispersione di voti cattolici. E' vero che Gedda ha accennato soltanto indirettamente ai democratici cristiani e si è limitato a ricordare che Roma deve mantenere il suo carattere cristiano « anche attraverso le persone chiamate a reggere l'Amministrazione >, ma la presenza, accanto a lui, di Tupini e Cingolani, era sufficientemente eloquente. Si tratta A\i vedere in che misura gli elettori cattolici rispetteranno 1 suggerimenti dei loro dirigenti laici ed ecclesiastici. Comunque, le reazioni irate che essi hanno provocato pai gruppi di destra dimostrano che da questa parte si teme molto il contraccolpo. Si è andata anche delincando chiaramente — dicevamo — una progressiva con¬ vergenza dei due partiti se* daliata verso 11 problema della loro unificazione. Per la esattezza, occorre precisare che l'iniziativa, in questo campo, è stata più dei socialdemocratici che dei « nenniani'>. La questione costituì uno dei motivi chiave del loro recente congresso milapese: la sinistra del partito riuscì a • far approvare' successivamente dalla direzione un documento che offriva una ragionevole base di trattatile. Romita, VlgorelH e altri esponenti del partito non hanno trascurato alcuna occasione, negli ultimi tempi, per facilitare l'intesa. Ieri, infine, anche Saragat ha affrontato risolutamente l'argomento dimostrandosi — è sembrato — più ottimista e possibilista che nel passato. Né Saragat né gli altri dirigenti del P.S.D.I. dimenticano di sottolineare, ben inteso, la condizione fondamentale dell'unificazione: essa è auspicabile e necessaria, ma deve avvenire su una piattaforma di socialismo democratico. . Anche i < nenniani >, specialmente dopo 1 fatti di Mosca, fanno professioni di fedeltà alla democrazia, si impegnano a rispettare 1 suoi metodi anche il giorno che dovessero ottenere la magr gioranza. e proprio su questo punto, anzi, avviarono con i comunisti una polemica che, purtroppo, si arenò -alle prime battute. Ma alle parole si possono dare molteplici significati: il problema della unificazione socialista non è tanto il problema del rispetto formale della democrazia, quanto quello dei rapporti con i comunisti. Si può avere una azione autonoma del socialismo anche senza rompere il patto di unità d'azione o questa rottura deve precedere ogni iniziativa unificatrice? Il problema è tutto qui. Per anni i due partiti sono rimasti rigidamente fermi su posizioni contrapposte Ora, sia pure in maniera contraddittoria e confusa, si sta delineando la possibilità di un incontro a mezza strada: dimostrare coi fatti che il socialismo può svolgere una politica autonoma e lasciare che le parole intervengano successivamente a confortare i fatti. Enzo Forcella
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