Decisa dalla «NATO» la collaborazione economica

Decisa dalla «NATO» la collaborazione economicaDecisa dalla «NATO» la collaborazione economica 1 lavori del Consiglio atlantico si sono conclusi ieri a Parigi - Istituito un comitato che studierà i provvedimenti per la cooperazione degli occidentali sui piano non militare: ne fanno parte i Ministri degli Esteri italiano, canadese e norvegese L'on. Martino si è detto lieto della decisione: "Anche se non si tratta di un successo spettacolare/ è certo qualche cosa di molto confortante» - li documento finale/redatto in termini distensivi, prende atto della 'nuova politica di coesistenza adottata dall'URSS,, La conferenza aloni convocata a Venezia il 30 maggio PARIGI, lunedi mattina. Il rilancio della NATO su! piano della collaboiwioiMfc economica e sociale dei Paesil atlantici è stato deciso nella notte, fra sabato o domenica a conclusione della conferenza del Palazzo di Chaillot. A questo scopo è stato istituito un comitato di 'tire Ministri, chiamati a studiare 1 provvedimenti capaci di favorire lo sviluppo della coopcrazione dogli occidentali sul terréno non militare. Ne fanno parte, . prescelti a titolo personale, il Ministro Italiano Martino, il Ministro liberale canadese Lester Pearson e 11 Ministro socialista norvegese Harvard Lange. In base alle direttive generali che saranno indicate dal tre Ministri, lavorerà una commissione permanente di consiglieri tecnici da costituirsi presso la sede del- ' la NATO. Cosi la N.A.T.O.. si è arricchita d'un nuovo organo per-; manente, il primo non mllj-; tare della sua struttura, e sf è cosi compiuto il primo passo per la cosiddetta vitalizzazione dell'art. 2 del Patto Atlantico, rimasto fino ad ora inoperante, n succèsso è no-' tevole, anche per quanto rl- ?iarda direttamente il nostro aese, poiché con le decisioni prese sono state pratica-; mente accolte tutte le proposte presentate dalla delègaL '.one italiana. Obiettivamente è un risultato che non ha molti precedenti nella storia delle recenti conferenze diplomatiche internazionali: «Ne sono lieto — ci ha dichiarato il ministro Martino. — Anche se non si tratta di un successo spettacolare, è certo qualcosa di molto'confortante ». L>a solidarietà Italo-francese, alla quale ci si era impegnati durante i colloqui parigini di Gronchi, ha funzionato perfettamente ■ su questo piano. I francesi non nanna esitato ad appoggiare II progetto italiano in quanto esso risolveva nel modo più pratico un problema strumentale e procedurale, e da parte italiana, fedele allo spirito delle conversazioni recentemente svoltesi all'Eliseo «a livello dei Presidenti », Martino ha proposto che 11 primo lavoro dei tre ministri e della Commissione del consiglieri tecnici sia di prendere In esame il piano Pineau, che prevede un'assistenza da prestare al Paesi sotto-sviluppati « per iniziativa della N.A.T.O ma per II tramite delle Nazioni Unite». Gli italiani hanno insomma fornito gli strumenti e la procedura, e 1 francesi hanno proposto la materia da esaminare. In questo modo risultano essere stati I prota- ?orasti, od almeno i più ativl fra i partecipanti alla conferenza che si è chiusa la notte scorsa. Forse la soddisfazione francese è un po' meno evidente della nostra, ma non è meno fondata. Pineau difattl non poteva pensare che il suo piano, estremamente minuzioso e complesso, venisse esaminato " tanto meno approvato in questa breve conferenza. Gli bastava però Che ne fosse preso atto e che fosse acquisito ai programmi di azione futura: e questo è ap^ punto ciò che ha ottenuto. Egli teneva a .testo ri sultato, che si prop ne di far valere in occasiont ' suo prossimo viaggio a .udosca. Op<d ha Infatti annunciato: < Spiegherò ai russi il mio plano, che è stato ricevuto dal Consiglio della N.A.T.O Poiché 11 mio progetto di aia. to nelle-prime-ore antimerl- diane'di domenica. A porte chiuse, tutti èrano d'accqrdo nel riconóscere la realtà del-r ti al Paesi- sottoVavlluppati si pone nel gua~dró%delDO.N.TJ, cofivteneXiDra i&rJfSn a tutti N«»«la^ deslmo scopo, pthéajìpi è aliene molto battuto perché le; dichiarazioni di carattere politicò' aaiiènMciate a Bc#elip sione dèi lavóri del Consìglio, fossero Je più distensive pog-; sibili nel confronti deiriJniòne Sovietica. Le dichiarazioni, come si era annunciato, dovevano prendere" formar-dl un .manifesto, quasi una specie di nupva Carta Atlàntica che fissasse, l'atteggiamento dell'Occidènte vèrso l'Oriente. Il dibattito per. la formazione di questo documento'è stato vivacissimo, e le dlffl-l colta.dell'intesa hanno causa-to v(h prolungamento-del lavori,' con "una "sedtìta*"'fuorl programma terminata soltan la distensione, ma non tutti sono stati consenzienti sulla opportunità di proclamarla all'aperto. Schierati con Pineau, sostenitore della mano tesa, erano il ministro danése Hansén e il norvegese Lange. Contro Pineau, erano fautori di'prudenza il'^jatnfc stro Martino (su questo terreno-' non c'era Identità di vedute fra la Francia e "Titani), il- belga Spaak ed. 11 turco Koprulu. Fra 1 due campi, in atteggiamento di mediatori o di incerti, tutti gli altri. Che anche Foster Dulles venga compreso fra i mediatori, indica quanto sottile sia stato 11 gioco diretto ' ad impedire che la NATO si lasciasse andare a proclamazioni compromettenti. Perciò 6 molto notevole che come risultato di tante fatiche dialettiche si sia arrivati alla .fine a sancire qualche princi pio. di carattere generale. Il documento conclusivo prende atto della « politica cosiddetta di coesistenza » adottata dall'Unione Sovietica, « le cui intenzioni aggressive sono state scoraggiate dall'esistenza e dall'efficienza della NATO», e cosi prosegue. « Nella misura in cui questa politica comporta una certa distensione e l'ammissione da parte del governo dell'U.R.S.S. che la guerra non é più'Inevitabile, essa è accolta con soddisfazione dalle potenze atlantiche, che hanno sempre difeso questa Idea, Ora è. possibile sperare ohe 1 principi! della Carta delle Nazioni Unite, che hanno regolato le relazioni fra I popoli della Comunità atlantica, regoleranno parimenti le relazioni fra l'Unione Sovietica e le potenze occidentali ». Fatta questa ammissione, che Pineau ha faticato merito per ottenere consacrata ufficialmente, 11 documento prosegue affermando che 11 problema della sicurezza non può ancora considerarsi risolto ma che ciò nonostante «.le prospettive attuali sembrano lasciar posto a nuove iniziative puc'uche delle Potenze atlantiche. Esse sono decise a perseguire queste Iniziative con la stessa energia che hanno dedicato alla organizzazione della loro difesa ». . Anche se diluite In una lunga serie di altre diverse considerazioni storico-morali, queste dichiarazioni hanno uh senso abbastanza precisò. Lo stesso Martino, consigliere di prudenza, ne ha dato un commento interpretativo sufficientemente cMarc:-. « Significa ohe c'è una politica sovietica nuova che noi dobbiamo fronteggiare con metodi nuovi ». Lester Peàrson, collega di Martino nel comitato di ministri, ohe' è stato chiamato dei « three wise mèn », del tre saggi, ha confermato: « Dobbiamo Impegnarci molto seriamente ad un'azione comune per far fronte ad una tattica nuova nata e imposta dal cambiamento della politica sovietica ». Pineau, come s'è detto, si spinge ancora molto più avanti: non solo.è pronto ad andare in Russia, non solo esalterà domani II maresciallo Tito di campione della distensione fra l'Oriente e l'Occidente; ma si riserva di invitare a Parigi i governanti delle democrazie popolari incominciando dalla Polonia. Oltre la chiusura dei lavori della NATO, la cronaca diplomatica registra .una riunione tenutasi domenica mattina al Quai d'Orsay tra Foster. Dulles, Selwyn e Pineau. II .tema era la situazione in Medio Oriente e la conclusione è stata che il problema è ormai affidato alla competenza del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Mancando al Qua! d'Orsay il rappresentante dell'U.R.S.S., che fa parte del Consiglio di sicurezza, è ap- ?arso inutile approfondire argomento. Pineau comunque ha colto l'occasione per dichiarare che la ■ Francia è favorevole a un embargo totale delle armi a destinazione del Medio Oriente e quindi anche dei Paesi aderenti al patto di Bagdad e protetti dagli anglo-americani. In un'altra sala dello stesso Quai d'Orsay ha tenuto contemporaneamente riunione il Consiglio del Sei della Piccola Europa. Il tema era l'Euratom e ci si è limitati a decidere la convocazione di una conferenza che si terrà a Venezia il 29 e 30 maggio. A Venezia 11 problema passerà dal plano tecnico sul quale fu tenuto a Bruxelles, al plano politico; e nel caso che 1 ministri responsabili si trovino a Venezia d'accordo sulle impostazioni generali, sarà indetta una nuova successiva conferenza per l'elaborazione di un regolare trattato. Vittorio Gorreaìo Il ministro Martino (a sinistra) la riunione di ieri (Telefotoè 11 belgVrSbaat sublto-flo