Solo in extremis riesce a raggiungere la il Padova Juventus: 1-1

Solo in extremis riesce a raggiungere la il Padova Juventus: 1-1 Solo in extremis riesce a raggiungere la il Padova Juventus: 1-1 DAL NOSTRO INVIATO Padova, lunedi mattina. Era sembrata ' un bel sogno questa vittoria ohe la Juventus si è lasciata sfuggire a 10 minuti dalla fine per un errore banale che, con un po' più di accorgimento, si sarebbe potuto evitare. Non è la prima volta che la Juventus sciupa nei minuti finali il lavoro da essa compiuto nel corso di una partita. Anche ieri, essa era giunta quasi al termine di una lotta aspra e faticosa, condotta ad un ritmo Intenso, sotto ' una pioggia fitta, durata fino all'ultimo fischio, e su di un terreno pieno di gobbe, di buche, di chiazze d'acqua, su cui era già un problema poter reggersi in piedi. CI sono stati del periodi, e particolarmente all'Inizio, in cui pareva che la squadra bianco-nera dovesse essere sommersa dalle ondate avversarie, non certo elaborate come gioco ma dotate di una carica di energia che ne raddoppiava l'impeto. Gioco impostato tutto su lunghi rilanci, seguiti da galoppate impetuose, la palla schizzava via appena toccava terra, guai a fallire un rinvio, a sbagliare un'entrata, a farsi pescare spiazzato. Partita da combattimento, portata più sul piano atletico che su quello tecnico, poco consistente ma avvincente e talvolta emozionante e che ha lasciato i giocatori sfiniti, chiazzati di fango e, alcuni, con larghi squarci nei calzettoni. Il punto strappato in queste condizioni dalla Juventus non solo ò prezioso ma è anche 11 segno di una forza morale che va pienamente lodata. Per circa mezz'ora del primo tempo la Juventus ha dovuto prevalentemente difendersi dalla furia degli assalti padovani effettuando solo delle azioni di contropiede. Al 4', uscendo da un attacco avversarlo, si intesseva un rapido scambio in corsa fra Bonipertl e Colombo, poi quest'ultimo centrava a pochi metri dal fondo offrendo a Montico, proprio al centro della porta, un pallone che pareva facile spedire in fondo alla rete. Per un attimo Montico si è trovato solo, ma lo tradì la chiazza d'acqua in cui era capitato, cercò di uscirne, scansò un avversarlo che gli era piombato addosso, ne arrivò un altro, ma arrivò anche Stacchini che tentò il tiro, debole, purtroppo, tanto che Casari non ebbe difficoltà a liberare. Due minuti dopo, Viola doveva uscire su di un allungo di Chlumento che aveva tagliato fuori la difesa. Il portiere era in ritardo rispetto all'accorrente Bonistalli e, per un attimo, si ebbe l'impressione che fosse ormai gioco fatto, ma Bonlstalli, a una diecina di metri dai pali, deviò a lato. Dopo il primo quarto d'ora l'attacco padovano ' rallentò l'impeto del suo gioco, ma non fu che una breve pausa. Sotto la pioggia battente, la carica riprese, ma era come se andasse a sbattere contro un muro. In verità, nemmeno un errore veniva compiuto dalla difesa juventlna, la collaborazione dei mediani con i terzini ai quali dava manforte anche Montico, chiudeva tutti gli sbocchi, sarebbe stato necessario un grave errore tattico perché gli attaccanti potessero sbucare oltre il baluardo, ma questo errore non venne. A tratti il gioco della Juventus sembrava anzi prendere spazio e respiro. Al 17' un lungo rinvio da metà campo di Garzena lasciava senza respiro la folla perché la palla, rimbalzando a una diecina di metri dalla porta, usciva dal fondo sfiorando la traversa ma cosi a filo che alcuni ebbero l'impressione ohe il pallone fosse finito In rete. Data la natura del terreno ogni azione, anche la più banale, poteva acquistare una pericolosità imprevista. Al 25' la Juventus era per due volte consecutive in corner. Superato il pericolo, la squadra . cercava di svincolarsi dalla morsa, ma i suol contrattacchi erano possibili solamente sulla destra ove Colombo appariva relativamente libero. Dalla parte opposta il tempismo e l'irruenza di Blason rendevano difficile far lavorare Stac- chini il quale, nelle poche occasioni in cui era impegnato, rivelava tali risorse nelle finte e. nel palleggio, da mettere in difficoltà anche i suo custodi grossi due volte'più di lui. .Era infatti dalla destra che al 28' si profilava un'altra occasione favorevole dei bianco-neri. Una fuga di Colombo, su passaggio di Smoli, era contrastata in area da Azzini, il quale, nel tentativo di respingere, rimetteva la palla sul piede di Colombo a non più di cinque o sei metri dalla rete. Colombo, benché circondato dagli avversari, fu per un attimo libero e tirò di sinistro senza nemmeno guardare la porta, sbagliando il bersaglio di un paio di metri. Poco dopo Viola, a un passo dalla rete riusciva a soffiare con una perfetta scelta di tempo la palla dal piede di Chiumento che stava per concludere un centro di Bonistalll dalla sinistra. Questa è stata l'ultima azione di rilievo del primo tempo. Quando la partita riprese, dopo l'intervallo, la Juventus dava l'Impressione di trovarsi meglio su quella palude. Sferrò subito al primo minuto un attacco vigoroso e poco mancò che raggiungesse il segno prima su tiro di Colombo e immediatamente dopo di Stacchini, respinti uno dopo l'altro da Blason. La reazione padovana fruttava due calci d'angolo, poi, al 5', un'Incursione di Bartolini, imbeccato da Bonipertl, era sventata dall'intervento di Scagnellato. " Il gioco appariva ora più aperto e la Juventus attaccava difatti di più che nel primo tempo, poggiando sempre sulle ali e prevalentemente su Colombo meglio servito e meno guardato di Stacchini. Il lavoro oscuro e prezioso di Bonipertl, poco per sé e tutto per 1 compagni, non poteva sfuggire ad un osservatore attento. Doveva appunto essere Bonipertl a dare lo spunto all'azione del gol con un al¬ lungo a Bartolini, dritto lungo l'asse del campo. Bartolini cercò di evitare l'avversario che lo controllava e che era Seffusattl, un giovane quasi esordiente ma fisicamente assai robusto. Il juventino, ricevuta la palla, effettuò un mezzo giro su se stesso cercando di passargli sul fianco, ma Seffusattl vedendoselo sfuggire allungava il piede tra quelli dell'avversario e Io mandava a gambe levate. Il fallo non era nemmeno da discutere. L'arbitro fischiò, poi andò a vedere dove era avvenuto. Visto che era dentro l'area, concesse il rigore. Le proteste salirono al cielo, ma Bernardi tenne duro, e ormai non poteva fare diversamente. Montico segnava con un tiro a mezza altezza. E' facile immaginare quello che avvenne. Il Padova assaltò esasperato, il gioco da duro diventò scorretto, in certi momenti la baraonda soffocava le azioni, la spuntava non il più abile ma il più galiardo. Al 35' un calcio d'angolo era concesso contro la Juventus, sulla destra di Viola. Il tiro non sortiva alcun effetto e la palla, sorvolando la ressa, finiva dalla parte opposta ove non c'era nessuno e dove la inseguiva tutto solo Oppezzo. Il juventino avrebbe potuto effettuare un rinvio lungo, ma preferi invece far gioco allungando a Stacchini che era in attesa a una decina di metri, quasi sulla linea di fallo, ben staccato da Seffusatti, piazzato più all'interno. L'allungo riuscì sbagliato, troppo stretto così da mandare la palla non sui piedi di Sfacchini ma su quelli del padovano il quale, avanzando di pochi passi, effettuava subito 11 centro: di testa Bonistalll metteva in rete. E' stato l'unico errore commesso da un difensore juventino e il destino non ha voluto perdonarlo. Ettore Berrà PADOVA: Casari; Blason, Zorzin; Seffusattl, Azzini, Scagnellato; Agnoletto, Pison, Bonistalll, Chiumento, Stivanello. JUVENTUS: Viola; Corradi, Garzena: BmoH, Nay, Oppezzo; Colombo, Montico, Bonipertl, Bartolini, Stacchini. ARBITRO : Bernardi di Bologna. RETI: Montico (Juv.) su rigore al 15' del primo tempo; Bonistalll (Pad.) al 36' della ripresa.

Luoghi citati: Bologna, Padova