Si riprende il processo a Moranino per la strage della missione Strasserra

Si riprende il processo a Moranino per la strage della missione Strasserra SCOSA UDIENZA DI MERCOLEDÌ' SCORSO Si riprende il processo a Moranino per la strage della missione Strasserra A Nuovo interrogatorio di Quinto Antonietti, già comandante dell'imputato, del quale il P. M. si è riservato di domandarne l'arresto per testimonianza - Altri testi citati dalla Corte e dalla Difesa ^"jiTiÌéi Firenze, lunedi mattina. Stamani, dinanzi alla Corte d'Assise, riprende il processo contro il deputato comunista Francesco Moranino, interrotto mercoledì scorso, dopo una fine d'udienza burrascosa. Era nelle previsioni che il processo sarebbe terminato questo mercoledì, ma, dopo quello che è accaduto, difficilmente si potrà concludere per tale giorno: ce ne vorranno, almeno, due supplementari. Sono stati, infatti, citati altri sette testi che non erano in programma e cioè: Ivano Brina, Ettore Ferrerò, Carlo Tabozzi, Ugo Ascari, Felice Mautino, Von. Ortona, l'ex-tenente inglese Gabory; inoltre saranno interrogati anche Quinto Antonietti, che con la sua deposizione causò il grosso incidente di. mercoledì e Nello Poma, già citato, e che doveva essere interrogato in quell'udienza. Le cose andarono così: Quin- to Antonietti, già comandante del gruppo di divisioni Garibaldi, alle cui dipendenze era anche la 12» divisione di Moranino, interrogato in istruttoria, aveva dichiarato di avere avuto notizia-solo a guerra finita che « Gemisto » aveva fatto fucilare lo Strassera, il Campasso, lo Scimene, il Francesconi, il Santucci e le mogli di questi due ultimi Maria Martinelli e Maria Dau, e che lui non aveva data autorizzazione di sorta a Moranino di procedere all'eliminazione dei sette. Ma, mercoledì scorso, dinanzi al presidente dott. Serra, l'Antonietti ritrattò la deposizione in parola e disse che quanto aveva dichiarato al giudice istruttore il 12 giugno del '53 non corrispondeva a verità; l'aveva fatto perchè aveva paura di essere arrestato. Secondo la nuòva versione dell'Antonietti, il Moranino, un giorno,- si 'recò da lui al comando di zòna ove si trovava anche il Nello Poma, commissario politico, per dirgli che la situazione della formazione, da lui comandata si presentava assai delicata, poiché nelle file parmigiane si erano insinuate cinque spie (e fece i nomi dello Strasserra, del Santucci e del Compasso), c Gemisto > domandò come si dovesse regolare e gli fu risposto che applicasse le circolari che in proposito erano state inviate dai comandi, riferentisi al caso da lui esposto. In sostanza, Moranino non- ricevette un vero e proprio ordine, dal comandodi zona, di agire . come dopo agì; «ma ebbe l'approvazione a priori — cosi mercoledì affermò l'Antonietti — per quello che aveva in animo di fare, in quanto si aderì alle sue spiegazioni ». I A questo punto, si scatenò il temporale. Insorse l'avvocate Fortini, di Parte Civile, che invalidò la deposizione del testo definendola come minimo c stupefacente » e osservando eh» Felice Mautino, un teste citato dalla difesa aveva dichiarato che il comando di zona era stato informato delle fucilazioni soltanto quando queste erano state già eseguite, ». le ratificò solo allora. Poi, il P.'M. Remaschi, che normalmente dal suo scanno ascolta quanto dicono i testi e raramente interviene, si alzò e chiese, in base all'art. 459 del Codice di Procedura Penale, la incriminazione e l'immediato arresto dell'Antonietti. Alla 'richiesta si opponevano i due patroni di difesa, sen. Colla e avvocato Filastò, sostenendo che non si può arrestare un teste per una deposizione ritrattata e perchè ne ha fatta un'altra nella quale dice la verità. in mezzo a tanto nervosismo Intervenne il presidente comm. Serra per cercare di placare gli animi; e dopo che il P. G. gli ebbe dichiarato che desiderava che il teste fosse trattenuto in udienza, riservandosi, semmai, di comandarne l'arresto quando questa necessità si fosse rivelata necessaria, la difesa chiedeva la citazione di otto testimoni, i quali, al corrente di come le cose si erano svolte, sarebbero pronti a dimostrare che il comando di zona fu antecedentemente informato da «Gemisto» delle fu¬ cilazioni che questi voleva compiere, e che le ratificò. A questa richiesta della Difesa si opponeva la Parte Civile. Infine la Corte, ritiratasi in camera di consiglio, deliberava di invitare a comparire in udienza, oltre al Nello Poma già sul posto, due degli otto testi elencati dai difensori, e cioè Felice Mautino e Silvio Ortona, citandone inoltre altri cinque per conto proprio. Tutti deporranno nelle due udienze di oggi. E' nelle generali previsioni una giornata movimentata e il rinnovarsi del duello fra le parti, anche se in modo più sereno e pacato. Giulio Cicci

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