Il Torino raggiunto dalla Lazio (2-2) nel finale di gara

Il Torino raggiunto dalla Lazio (2-2) nel finale di gara Dopo essere andati in vantaggio di due reti i granata deludono Il Torino raggiunto dalla Lazio (2-2) nel finale di gara Segnano Bnhtz e Bertoloni, poi Vivolo raccorcia le distanze e al 38° della ripresa Burini pareggia - Grosso e Sentimenti III non hanno giocato Vinceva per due o zero 41 Torino nel primo tempo e nel secondo la Lazio l'ha r ; giunto: Troppa certezza nel successo f Incapacità di seguire il ritmo dell'avversario t Carenza di gioco/ Un po' di tutto questo. S'è visto ieri in quali preoccupanti condizioni di forma si trovi la squadra granata: scarsa tenuta atletica, ordine malsicuro, insufficiente temperamento. Ieri mancavano, oltre Cuscela e Moltrasio, Grosso e Sentimenti III. C'è sempre qualche nuova falla da turare. La compagine s'è tenuta su nel primo tempo, poi è andata a tentoni. Speriamo che si salvi, ma non si può nascondere che l'orizzonte è buio e che appaiono giustificate le apprensioni dei tifosi. Il primo tempo aveva illuto la folla, e fors'anche la squadra. Il Torino l'ha con- dotto ad andatura sostenuta e la Lazio al piccolo trotto. Evidentemente la squadra romana risparmiava le forze avendo giocato in settimana il derby alla capitale. Poche le azioni di -rilievo, scarse le occasioni per i due portieri di intervenire e quasi tutte facili, basso il tono tecnico del gioco. Al 10' la squadra granata andava in vantaggio con una asiane partita dalla destra con un lungo centro di Bearzot che veniva a concludere la sua parabola davanti alla porta; Antoniotti toccava di testa, la palla stava per uscire dalla linea di fondo quando veniva ricuperata da Bertoloni e rimessa con un corto passaggio al centro: da sei metri circa Buhtz segnava. Le due squadre non avevano, fino a questo momento, fatto nulla che potesse lasciar prevedere un'azione decisiva. La relativa facilità del successo creò come un'atmosfera di distensione sul campo. I giocatori laziali correvano poco, la difesa lasciava ampie zone libere, Rigamonti non era ancora stato messo in difficoltà, non c'era fermento sui terreno, tutto si svolgeva pianamente, senza impennate, senza colpi a sorpresa. Fra il primo e secondo .gol nulla doveva succedere ohe provocasse qualche soprassalto. La Lazio non aveva avuto reazioni dopo il punto di Buhtz e il Torino non poteva desiderare dt meglio per la tranquillità e la sicurezza della sua marcia. Visto che il campo nemico era tranquillo, i granata al 31' raddoppiavano. L'azione partiva improvvisamente con un lancio di Antoniotti a BertoIoni ad una trentina di metri dalla porta avversaria. BertoIoni si trovava in quel momento all'estrema destra, del tutto solo. Egli ricevette il lancio alto di Antoniotti, non perdette tempo a controllare la palla e colpendola fra cotto del piede e stinco la diresse a parabola verso la rete. Lovati era uscito anzitempo dai pali, la sfera lo sorvolò, sfiorò lo spigolo inferiore della traversa ed entrò in porta. Sul due a zero sembrò che tutto fosse deciso. Il Torino controllò bene le titubanti reazioni laziali ohe mancavano di precisione e di mordente. Tutto si svolse nel piil normale dei modi, fino a tre minuti dalla fine quando Pellis, che vede solo se stesso, trascurò la presenza di due compagni meglio piazzati di lui e volle prendersi la soddisfazione di tirare, naturalmente senza risultato. Nella ripresa il Torino dovette pensare che la partita si sarebbe trascinata allo stesso ritmo modesto del primo tempo. Iniziò guardingo, rinfoderò i suoi propositi offen 8ivi, si tenne sulla metà campo solo permettendosi alcune rare puntate che passavano ora sullo zoppo Bacci all'estrema sinistra ora sullo stanco Buhtz alla destra. Come azio nt di contropiede queste puntate erano pressoché insignificanti, mancavano di uomini capaci al centro, mancavano sopratutto di decisione. Allora la Lazio cominciò a tirar fuori le unghie. Le sue ' manovre poggiavano prevalentemente su Muccineili, Selmosson e in misura minore su Vivolo, cioè non su tré sfondatori ma su tre palleggiatori S'è visto che cosa conti la padronanza della palla in una lotta quasi in continuo corpo a corpo con la difesa. I difensori granata indietreggiavano come presi dal panico di essere beffati. Quel lavoro sottile e preciso preoccupava e ■ in certi momenti angustiava addirittura La prevalenza offensiva degli ospiti si accentuò malgrado gli sforzi di Orava Brancaleoni, Padulazzi, Bearmi e Rimbaldo. Rotto l'assalto, la manovra riprendeva ed tra chiaro che il Torino tro¬ srmcNa vava difficile mutare di colpo il suo ritmo tranquillo di gioco per cercare di togliersi di dosso il fastidio di quella stretta. Al 24' la. Lazio cominciò ad tecorciare la distanza. Vivolo < entrò » su di un lancio di Séinio8son, a traiettoria inssn verso la porta. Due volte la palla picchiò sul portiere e due volte la ricuperò Vivolo: alla terza la sfera urtò contro il montante e Vivolo, ancora riprendendola, la poneva al fondo della rete. Finalmente il Torino si accorse che stava correndo un rischio grosso. Ebbe una reazione di volontà, assaltò con impeto, si affacciò minaccioso nell'area di rigore avversaria. Se avesse potuto disporre di un attacco registrato forse sarebbe riuscito a scnvalcnre la non irresistibile difesa laziale, ma quel suo ondare affannoso, sul filo del caso, non era proprio quello che ci ■ voleva per organizzare un gioco efficiente. La Lazio fiutò il male dell'avversario, quei tre palleggiatori di cui abbiamo parlato sopra sembravano crescere ad ogni minuto, Selmosson suggestionava i difensori granata. Al 38' minuto un centro alto di Muccineili proprio sulla linea di fondo creava la premessa del secondo gol. Il pallone ricadeva proprio a filo del montante, davanti ad una ressa di giocatori, Rigamonti forse non calcolò bene la traiettoria, indietreggiò e non fece quello che qualunque portiere fa in simile occasione e che è la sola cosa possibile: spiccare il salto e deviare la palla col pugno in corner. La sfera ricadendo davanti alla porta trovava il piede di Burini che la deviava nella rete. La partita è finita praticamente qui. Il Torino deluso, e come preso dal panico, si battè male negli ultimi minuti. Nessuno pensava che sarebbe riuscito a risalire, e non ne avrebbe più nemmeno avute nè le forze nè la convinzione di poterci riuscire. Ettore Berrà TORINO : Ripamonti; Brancaleoni, Padulazzi; Bearzot, Grava, Rimbaldo; Antoniotti, Buhtz, Pelila,* Bacci, Bertoloni. LAZIO ; Lovati ; Molino, Lo Buono; Futa, Sentimenti V, Sassi; Muccineili, Burini, Bettini, VivoIo, Selmosson. Arbitro: Campanatl, di Milano. niiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Burini (tra Brancaleoni e Rimbaldo) segna il goal del pareggio della Laz