Nenni dichiara giunto il momento di rivedere i rapporti con il P. C. I. di Enzo Forcella

Nenni dichiara giunto il momento di rivedere i rapporti con il P. C. I. Pubblicato il saggio teorico sai "nuovo corso» sovietico Nenni dichiara giunto il momento di rivedere i rapporti con il P. C. I. "La situazione è cambiata, bisogna porsi senza riserve sul piano della lotta democratica e socialista,, - Kruscev e i capi sovietici corresponsabili dei delitti di Stalin - "L'URSS deve ancora risolvere un problema: la libera"circolazione delle idee,, Roma, 23 giugno. La discussione tra socialisti e comunisti ha fatto oggi, con la pubblicazione dell'annunciato saggio programmatico di Nenni, un passo avanti sostanziale. Il leader del PSI ha ripreso e sviluppato le riserve sollevate nei suoi seri»» precedenti facen4o capire chiaramente che il suo partito considera ormai chiuso il periodo della stretta' unita d'azione con U PCI. Ritiene indispensabile dare « forme nuove » alla politica unitaria e rivedere i rapporti con i comunisti, con i socialdemocratici e col movimento operaio internazionale nel suo complesso perché « mai, come ora, lo sviluppo delle forze produttive e la capacità della classe operaia di assumere in proprio i valori nazionali hanno potuto assicurare uno sviluppo crescente, senza urti violenti, senza coercizioni dall'alto o dal basso, e nella pienezza del consenso democratico. La prima parte del saggio è dedicata ad un commento critico, estremamente aspro, del rapporto Kruscev. Nenni comincia con l'ironizzare sul fatto che gli stessei comunisti che hanno partecipato al Congresso di Mosca (Togliatti e Scoccimarro) sono stati costretti a conoscere « uno dei documenti più gravi e drammatici della letteratura comunista mondiale » attraverso la versione dell'i United States Information Service », il servizio informa¬ zioni del Dipartimento di Stato americano. Ricorda che Kruscev, nel '3$, fu il presentatore della risoluzione con la quale si dava praticamente via Ubera a Stalin per la liquidazione dei « deviazionisti » e non trascura di aggiungere che la famosa teoria dei anemici del popolo* oggisconfessata fu aììora « aggotta come un dògma » da tutti i partiti comunisti. Kruscev ha detto tante "cose, condendole con delle pesanti ironie che < devono avere fatto correre un brivido di gelo tra i congressisti ». Non ha detto il più: come è stato possibile che Stalin commettesse tanti errori e tanti crimini in un sistema che teoricamente non li avrebbe dovuti consentire; e che cosa ci stavano a fare lui e gli altri dirigenti sovietici che erano al loro posto di responsabilità «proprio per questo, proprio per far fronte alle situazioni difficili ». Non trascurando di ricordare che dopo il patio hitlero-sovietico egli si dimise dalla carica di segretario del PSI perché la « diserzione della Unione Sovietica dal fronte della resistenza al fascismo aveva colpito le basi dell'unità d'azione con i comunisti», Nenni tira da tutto ciò una conclusione categorica: « Si sapeva che la dittatura del proletariato si era tramutata in dittatura del partito comunista- Apprendiamo che la dittatura del partito comunista era diventata la dittatura persona- le di Stalin. Non ci si dice né come né perché eia sia potuto avvenire. Non sappiamo nemmeno come il gruppo dirigente sovietico sia giunto alle sue conclusioni, se sia concorde, diviso, su cosa, perché ». .Neppure ai € rimedi » annunciati da Kruscev Nenni \mostra di credere molto. La a - direzione collegiale rappresenta un progresso rispetto-alto dittatura personale, ma rimane pur sempre una dittatura. Dicono che i fucilati e gli arrestati sono stati riabilitati. Ma intanto la pena di morte, che Lenin aveva abolito sin dal 19S0, rimane ancora in vigore. L'Unione Sovietica deve ancora risolvere il suo gran problema che è il problema della democratizzazione interna, della circolazione delle idee, della libertà politica. I titoli di legittimità della rivoluzione non sono in discussione, ma lo Stato uscito da questa rivoluzione deve ancora creare i mezzi che consentano a un cittadino di esprimere le sue opinioni senza sentirsi sul capo l'accusa di deviazionista, sabotatore, nemico del popolo Le conseguenze che il leader del P.S.I. trae da questa im postazione di carattere generale riguardano tre settori: la ideologia del movimento proletario, il partito comunista italiano e lo stesso partito socialista. Per il primo vi sono solo alcuni accenni, ma assai espliciti: il concetto della < ditta- ' tura del proletariato» ha fatto il suo tempo; nell'unico caso in cui è stato realizzato ha portato ad una dittatura personale e ha smentito cosi le previsioni dei maestri del socialismo. Sarà bene rinunciarvi, anche perchè si è dimostrato che la democrazia, lungi dall'essere un trucco borghese, può ottimamente' garantire le lotte dei lavoratori. Per i partiti comunisti s'apre ur- periodo nuovo, interessante e grave. Effettivamente la Unione Sovietica sta affettando nei loro riguardi una posizione di distacco « che sarebbe stata inconcepibile quando la Terza Internazionale era di fatto un unico partito mondiale, le cui sezioni nazionali non solo accettavano, ma sollecitavano la guida dello Stato sovietico ». Togliatti ne ha preso l'avvio per dare al P.C.I. un diverso e proprio sviluppo. Può essere il principio di qualcosa molto importante, a patto, però, che la sua nuova linea « non sia dettata da preoccupazioni contingenti tattiche ». Quanto al P.S.I. esso riconosce — attraverso Nenni — di aver sbagliato applicando < un. certo guistiflcazionismo a quanto di condannabile e di ingiusto ravvisava nelle dittature comuniste » e non guardando gli avvenimenti con quel « giudizio critico al quale un partito operaio non deve mai rinunciare ». Le giustificazioni dell'errore sono quelle di cui si è già detto: prima la guerra, poi la guerra freddo, Za preoccupazione di non perdere i contatti con la classe operaia. Ma ora «la situazione è cambiata, ci si deve porre senza riserve sul piano della lotta democratica e socialista, impegnandosi a fondo perché le trasformazioni che sono necessarie avvengano nella democrazia e nel consenso. Il P.8.I. preciserà meglio, dopo una approfondita discussione, le conseguenze che deve trarre, sul piano interno e su quello internazionale, dalla polemica aperta: sin d'ora si impegna a fare in modo che la sua qualificazione democratica, « più che da astratte proclamazioni di principio, risulti sempre meglio dai problemi che propone, dalle soluzioni che promuove, dalle lotte che intraprende e dal modo con cui le conduce ». L'intervento di Nenni ha già provocato i primi commenti, ma, inserendosi in un momento particolarmente critico per i rapporti tra i partiti di centro, questi risentono delle immediate preoccupazioni politiche. I socialdemocratici, pur senza prendere ancora posizione ufficiale, se ne sono mostrati abbtistanza soddisfatti, mentre i democristiani si sono preoccupati di ribadire la loro € chiusura» e lo hanno commentato aspramente facendo notare che Nenni continua ad anteporre la « politica delle cose » ad una chiara ed impegnativa tproclamazione di principi! ». Particolarmente notevole è l'atteggiamento assunto dai ra zavaporesiinhaScspce({nmsotàpufochnitasicoscsigsodlasemsu|dica"'che hanno iniziat0 099i i l , i e euo». una sessione del loro Consiglio nazionale. La relazione presentata dalla Giunta esecutiva esorta a prendere atto che il P.S.I. si è ormai posto decisamente sulla strada della democrazia e che il processo di riuni/lcazione socialista — congiuntamente alla quali/lcasione a destra dei liberali — rende anacronistiche le formule e il linguaggio del « centrismo » 71 Comitato centrale comunista ha discusso per tutta la giornata la relazione organiz- ClaMdusul'IreavorhGziapaBgspcmVlenarzinddsnpOdtaatPdqdudnugNctQpdlnun zativa di Pajetta. Si sono levate voci di critica per l'impostazione ottimistica che il relatore ha dato alla discussione. (< Esistono situazioni insostenibili e drammatiche », ha detto Gruppi, di Torino). Scoccimarro ha lanciato una specie di monito contro l'eccessivo possibilismo del P.S.I. ({.Sul terreno ideologico ognuno può muoversi^ come vuole, ma sulle posizioni politiche di sono limiti oltre i quali l'unità non regge più»). Terracini, pur evitando il problema di fondo, ha rivolto molte critiche alla politica ed all'organizzazione del partito, lamentando, tra l'altro, che non si siano svolti regolarmente i congressi, che ci si sia lasciati scavalcare da Nonni e non si siano tratti tempestivamente gli insegnamenti del Congresso di Mosca. Togliatti parlerà domani, forse non a caso: i lavori si concludono domani sera e non rimarrà quindi molto tempo per discutere la sua relazione. Enzo Forcella . _

Luoghi citati: Mosca, Roma, Torino, Unione Sovietica, Urss