Un tesoro ignorato nel cuore della citià

Un tesoro ignorato nel cuore della citià Aperta ai pubblico la "Cappella dei Mercanti» Un tesoro ignorato nel cuore della citià Gioiello d'arte barocca in via Garibaldi - Ancor oggi ai riuniscono i soci della Congregazione dei Banchieri, sorla trecento anni fa C'è da scommettere che ben pochi torinesi sappiano che dalle antiche corporazioni cit¬ tadine una ancor sopravvive,la Congregazione dei Mercanti e dei Banchieri: e conta circa 160 iscritti che si radunano, almeno in parte, a discorrere delle loro faccende ed a sentire la Messa domenicale appunto nella « Cappella del Mercanti». Dov'è? Altra scommessa: che un torinese su mille conosca questa piccola ma purissima gemma dell'arte nostra, questo perfetto documento, pervenutoci pressoché intatto, dell'architettura e della decorazione pittorica barocca, che ora, per lodevole iniziativa della Camera di Commercio di Torino, la dottoressa Noemi Gabrielli, soprintendente alle Gallerie del Piemonte, ha preso in sua cura per ripulirla, ripristinarla, e aprirla al pubblico non appena sia possibile — forse ad ottobre — un paio d'ore ogni giorno, come un minuscolo museo. Già ne ricordava l'ubicazione il Clbrario, 110 anni fa, nel « bel palazzo dove si trova adesso la casa professa de' padri della Compagnia di Gesù », cioè nello stesso fabbricato della chiesa del Santi Martiri in via Garibaldi, ma staccata e indipendente dal tempio gesuitico progettato sul finir del Cinquecento da Pellegrino Tibaldi. Il suo primitivo ingresso è ora occupato da uno spaccio di privative, ma vi si può accedere o dal numero 25, lungo il solenne porticato che adduce a uffici municipali, o da una porticina in via Stampatori. Entrati nella Cappella, ch'è una grande sala rettangolare, si resta colpiti dalla sua mirabile, rarissima unità stilistica: struttura, decorazione, pit.ture, arredi sacri, altare, organo, ogni suo elemento è armoniosamente fuso nell'insieme, come è difficile scorgere anche nei più illustri ambienti barocchi torinesi. Fu edificata negli ultimi decenni del '600 quando, sotto Carlo Emanuele li, Torino non raggiungeva i 40 mila abitanti; e ne affrescò la vòlta, rappresentandovi il Paradiso, Stefano Maria Legnani, detto il Legnarono, il pittore lombardo che poi decorò Palazzo Ca Tignano. N'ebbe in compenso, coi suoi collaboratori, 5942 11re, cinque sacchi di farina, quindici brente di vino. Le tre vaste tele sopra e ai lati dei- n e ¬ ici splendido altare, ed altre due lungo le pareti, sono di uno dei più fantastici e illu ,'sionistici pittori barocchi, il a e l a a , a r a e , l a ' trentino gesuita Andrea Pozzo, l'autore del celeberrimo affresco della chiesa romana di Sant'Ignazio. Dipinte a Roma, entrarono nella Cappella fra il 1701 e il 1703. Ma anche le altre pitture, tutte d'ugual dimensione e nelle loro fastose cornici originali, recano buone firme: del genovese Carbone, ancora del begnanino, del notissimo Sebastiano Tarlcco di Cherasco, del francese Luigi Vernici-, che nel Seicento lavorò per i Savoia. E vanno aggiunte sei eleganti statue lignee di Carlo Plura, dottori della Chiesa e papi, acquisite alla Cappella nel 1714. Stupendi poi 1 due grandi reliquiari dorati ed intagliati dal Bonzanigo. Un tesoro nascosto in via Garibaldi, alla portata del passante che lo ignora. Benemeriti perciò quanti adesso si adoprano per metterlo in luce. mar. ber. ohe non le riuscì difficile versare a, primi creditori interessi di 10 o 20 mila lire su un capitala di 100 mila o poco più. Con questo sistema acquistò in breve una certa fiducia che le permise di ottenere complessivamente da diverse persone, soprattutto di Rivarolo 32 milioni e 860 mila lire che non ha più restituito. Mentre l'inchiesta prosegue, anche per una « complicazione » relativa ad assegni a vuoto per milioni e mezzo, la Neretto e stata denunciata a piede libero sotto l'imputazione di truffa aggravata e continuata; con lei sono stati denunciati per concorso nel medesimo reato il marito e il Friti.

Persone citate: Andrea Pozzo, Carbone, Carlo Emanuele, Mercanti, Neretto, Noemi Gabrielli, Pellegrino Tibaldi, Savoia, Stefano Maria Legnani

Luoghi citati: Cherasco, Piemonte, Rivarolo, Roma, Torino