Togliatti prepara nuove dichiarazioni sulla politica dei comunisti italiani di Enzo Forcella

Togliatti prepara nuove dichiarazioni sulla politica dei comunisti italiani OGGI SI MUNISCE IL COMITATO CENTRALE BEL P.C.f. Togliatti prepara nuove dichiarazioni sulla politica dei comunisti italiani Per le precedenti affermazioni chiesto l'assenso del governo di Mosca? - L'indiscrezione rivelata da un gruppo di oppositori in seno al partito - Caute pressioni sui socialisti, mentre Nenni ultima il suo saggio - Colloquio Segni-Saragat sulle Giunte comunali Roma, 21 giugno. La lunga discussione di ieri non è stata sufficiente alla direzione comunista per concludere i suoi lavori: li ha ripresi stamane e finalmente, dopo altri interventi, ha approvato le relazioni di Togliatti e Paletta sulle quali discuterà il comitato centrale che inizia domani le proprie sedute. L'approvazione è avvenuta, come di consueto, all'unanimità. La cosa non può stupire: i comunisti rimangono fedeli ai loro metodi e non vi rinunceranno facilmente: nel momento in cui la loro ideologia è in crisi e la loro politica è sottoposta a gravi scosse, proprio nel metodo essi possono trovare le loro caratteristiche distintive e la loro forza. Sembra che i due relatori abbiano preso nota delle varie critiche e osservazioni che sono state avanzate nel corso del dibattito e che abbiano modificato, in conseguenza, le loro impostazioni iniziali. Non resta che attendere il comitato centrale e confrontare il nuovo intervento di Togliatti con il testo della nota intervista. Da quel che se ne è saputo, tuttavia, le mo difiche non sarebbero di fondo. Il leader del P.C.I. 1 svilupperà la sua teoria del « comunismo policentrico-» rinfrancato dai consensi che ha trovato nel comunismo internazionale e partirà di qui per. ripropórre, con maggior decisione, una politica di « larghe intese con le altre forze democratiche ». L'insidia maggioreN di questa politica, come ben si comprende, è per il P.S.I. Proprio nel momento in cui questo va accentuando i suoi lineamenti e tentando di precisare la distinzione tra socialisti e comunisti, sul piano ideologico e su quello dottrinario, Togliatti interviene a dire, o a far capire, che per effetto dei nuovi avvenimenti i comunisti hanno una libertà di azione assai maggiore che nel passato e possono perciò sviluppare ulteriormente la « unità di azione » con i socialisti: in pratica, mentre Nenni comincia a pensare all'unità socialista, Togliatti comincia a far balenare la prospettiva, sia pur lontana, di un partito unico della classe operaia. Il P.S.I., ovviamente, è cosciente dell'insidia, ma non sa ancora bene come fronteggiarla. Non a caso Nenni sta faticando molto a stendere le conclusioni del suo saggio, che domani dovrà presentare alla direzione del suo partito. Dalle premesse teoriche che ha anticipato nei giorni scorsi si arriva logicamente ad una piena « riabilitazione » di tutti i principi classici del socialismo democratico. Ma la distinzione ideologica, per avere un senso, si deve tradurre in distinzioni di carattere politico: ed è questo il punto sul quale il leader del P.S.I. è più esitante. I comunisti stanno esercitando caute pressioni : Togliatti si è incontrato con Tolloy, Amendola e Terracini con Luzzatto (« non è stato un incontro tra le segreterie, come si è detto da qualche parte », ha tenuto a precisare Nenni). Mai, forse, come in questo momento, essi hanno avuto bisogno della « copertura » socialista e hanno temuto l'isolamento. II gruppo degli oppositori interni del P.C.I., guidati da Bruno Fortichiari, uno dei più autorevoli esponenti del gruppo dirigente originario, e da Luciano Raimondi, direttore del Convitto Rinascita di Milano, ha fatto apparire in nuova veste tipografica, in coincidenza con le riunioni del comitato oentrale, il suo bollettino Azione comunista. Vi si legge un forte attacco a Togliatti e alle sue nuove teorie sulla « via ita' liana del socialismo » (« Noi lavoriamo perché questo sia l'ultimo dei trucchi togliattiani; sarà certamente il primo contro il quale si ini' zsdppdmrtlGgcppp«psztavs zierà anche nel partito e nei suoi organi centrali quella discussione e quella lotta politica il cui sviluppo non potrà non essere un fattore di rafforzamento del movimento operaio italiano»). Vi si trova anche un interessante e inedito documento. Una lettera scritta nell'ottobre del '26 con la quale Gramsci ammoniva i compagni sovietici sui pericoli in cui la violenta lotta interna per la conquista del monopolio del potere esponeva il proletariato internazionale. « Voi state distruggendo l'opera vostra» scriveva Gramsci. « Voi degradate la funzione dirigente che il partito comunista dell'U.R.S.S. aveva conquistato per l'impulso di Lenin. I vostri doveri di militanti russi possono e debbono essere adempiuti solo nel quadro degli interessi del proletariato internazionale ». La cosa più curiosa è che — sempre secondo Azione comunista — i sovietici incaricarono Togliatti, che si trovava a Mosca, di spiegare a Gramsci la situazione. «Ed egli accettò il compito inviando una lettera datata Mosca 26 ottobre '26 con la quale in modo poco riguar mvacdTvldoso respingeva le critiche di Gramsci giustificando co-j me necessità le cose che avvenivano in quel partito ». Negli stessi ambienti si è appreso un particolare che consente di aggiungere un altro elemento alla storia della famosa intervista di Togliatti. Prima di dare il via a Nuovi argomenti per la pubblicazione, Togliatti avrebbe inviato il testo del documento ai dirigenti dell'Unione Sovietica, attendendone una specie di placet. E' inutile attendersi, evidentemente, conferma ad un particolare che, se accertato, porrebbe nella giusta prospettiva il cosiddetto «titoismo» di Togliatti. Anche oggi, in sede di gruppi parlamentari ed in colloqui diretti tra i principali esponenti interessati, ci si è continuati a occupare molto della formazione delle giunte comunali. Matteotti ne ha discusso con i parlamentari socialdemocratici, Saragat ne ha trattato con Segni che è ancora indisposto nella sua abitazione. Sono sempre in discussione gli accordi periferici che il P.S.D.I. ha preso per la formazione di giunte di minoranza appoggiate dall'estrema destra. I dirigenti socialdemocratici dichiarano di stare esaminando la que jstione, ma non risulta che abbiano ancora sconfessato l'atteggiamento assunto dalle federazioni di Genova e di Palermo. Un vivace strascico polemico sta provocando anche il preannunciato viaggio della delegazione parlamentare nell'Unione Sovietica. L'invito ufficiale non è stato ancora inviato e il ritardo è dovuto al fatto che non si è ancora in grado di dire all'ambasciata dell'U.R.S.S. a chi deve essere rivolto. Il oresidente della Camera, Leone — nonostante una specie di passo ufficiale di Togliatti per farlo mutare avviso — insiste perché l'invito sia indirizzato all'Unione interparlamentare, ed escluda così la sua responsabilità diretta. Al contrario Merzagora, convinto che certe decisioni se si prendono si devono sostenere a viso aperto, trova perfettamente naturale che l'invito sia rivolto alla presidenza delle due Camere. E in questo senso si èra accordato con Bogomolov. Della questione si occuperanno i due capigruppo del partito di maggioranza insieme a Fanfani. Come si vede, è facile trasformare una sottigliezza politica in una grossa que stione politica. Enzo Forcella