De Gallile racconta la difficile lotta per conquistare la fiducia degli alleati di Sandro Volta

De Gallile racconta la difficile lotta per conquistare la fiducia degli alleati . _ ••■ u ■ ■■■ ss ma> • In vendita domani il secondo volume delle "Memorie 99 De Gallile racconta la difficile lotta per conquistare la fiducia degli alleati La "politica di grandezza,, del generale lo mise spesso in conflitto con l'Alto Comando americano - Un colloquio chiarificatore con Eisenhower: "Riconosco di aver commesso un'ingiustizia nei vostri riguardi,, - Il libro è costato allo scrittore due anni di lavoro (Dal nostro corrispondente) Parigi, 16 giugno. L'editore Plon metterà in vendita lunedi, anniversario dell'appello che il 18 giugno 1940 Charles De Gaulle rivolse alla Francia invasa, il secondo volume delle sue « Memorie». E' intitolato: L'Unite a comprende il periodo che va dalla primavera 1942 alla li berazione di Parigi, il 26 agosto 19U- Nella primavera 1942, l'andamento della guerra incominciò a prendere un nuovo oorso. OH Stati Uniti si erano uniti alla Gran Bretagna nelli lotta contro Hitler. La < Francia libera », di citi il generale De Gaulle aveva narrato la difficile organizzazione nel primo volume delle < ifemorie », diventava ormai la < Francia combattente ». E' a questo punto che il generale riprende il filo del suo racconto. Il libro è diviso in otto ca pitali, che esaminano la sue- cessione degli avvenimenti dal consolidarsi delle forze britan- niche nell'Africa settentriona- le e dallo sbarco americano nel Marocco, alle controversie con l'ammiraglio Darlan e col generale Giraud; tre capitoli minuziosamente documentati espongono poi i compiti politici, diplomatici e militari svolti dalla Francia combattente. L'ultimo capitolo è dedicato a Parigi, < Gigante incarcerato e stupefatto, che si ritrova a un tratto al centro della strategia e nel cuore della politicai. Quei due anni furono decisivi per la missione che De Gaulle si era assunta. Il suo era un compito pressoché di|[sperato, ma il segreto del suc' cesso fu quello di averne ca- pit0 _ttWt_ {a portata e dinon aver mai accettato transazio- ni sulla linea che si era proposta di seguire. Tutto si riduceva per lui a poche idee precise: far riprendere alla Francia il suo posto nel combattimento contro Hitler, ridarle un rango di Paese sovrano insieme agli altri alleati, che l'avevano considerata troppo presto fuori gioco, preparare, per il giorno in cui sarebbe finito il tradimento di Vichy, un Governo responsabile e riconosciuto dal popolo, che salvasse il Paese dai disordini dell'anarchia e dalle tentazioni dell'avventura. Da queste idee semplici e fondamentali Charles De Gaulle non deviò mai, neppure quando le immense difficoltà avrebbero spinto chiunque altro a cercare un compromesso. Il suo punto di partenza era stato il rifiuto dell'armistizio, che giudicava inutile e disonorante, e da quel rifiuto derivava ogni conseguenza; prima di tutto, quella di non riconoscere la legittimità del pPverno di fétain, negando Oflni posata di trattare coi collaborazionisti di Vichy. A Parseguire questa condotta ret- e , a a o o e i e i a l i tilinea, il generale dovette sostenere per molto tempo una lotta incessante con gli alleati, e soprattutto con gli americani: una dura lotta per far riconoscere che la Francia combattente era una Potenza sovrana, libera nelle proprie decisioni, di cui le altre Potenze non dovevano servirsi soltanto come di uno strumento da utilizzare sul campo di battaglia. De Gaulle rifiutò, insomma, la cobelligeranza per esigere di essere un alleato. Le difficoltà di ottenerlo furono grandi. Dovute soprattutto all'atteggiamento che gli americani avevano preso verso di lui nel momento del loro sbarco nell'Africa settentrionale: avevano deciso, cioè, di ignorarlo. Il secondo volume delle < Memorie » espone principalmente le vicende di questo malinteso, che ebbe spesso caratteri drammatici. Il primo volume aveva narrato la ripresa della lotta contro i tedeschi ed era stato un libro ispirato alla franchezza e all'ottimismo anche nei momenti più penosi. Questo, dedicato alla lotta sorda fra amici, è un resoconto di intrighi, di manovre sotterranee, di situazioni che appaiono in molte circostanze sotto un aspetto amaro. Però in ultimo V inflessibile volontà di De Gaulle s'impose. Il generale Eisenhower, in un colloquio avuto con lui il 30 dicembre 1943, di cui De Gaulle prese subito nota, lo riconobbe francamente. <Mi è stata fatta una reputazione di rudezza — gli disse Eisenhower — e io credo che al vostro arrivo ad Algeri vi siate un po' fondato su questa reputazione, nei vostri rapporti con me. Ho avuto in quel momento l'impressione che mi giudicaste senza tener conto abbastanza dei problemi che mi si presentavano nell'esecuzione della mia missione e nei confronti del mio governo. Io non ho che uno scopo: condurre a buon fine la guerra. Mi è sembrato allora che voi non voleste portarmi la vostra completa collaborazione. Capivo bene che tanto voi quanto il Comitato francese di Liberazione nazionale avevate, in quanto governo, i vostri problemi molto difficili, ma le re-spon sabilità del comando supremo delle forze alleate per la condetta delle operazioni su questo fronte mi sembravano dominare ogni altra cosa. Riconosco oggi che ho commesso un'ingiustizia nei vostri riguardi e ho tenuto a dirveloy Per tutta risposta, Charles a rie >, la critica l'aveva salutato come un grande avvenimento letterario. Questa volta, però, l'opera sembra superare quel giudizio per la sua eccezionale portata storica. Non è ancora spenta in Francia la polemica suscitata dagli avvenimenti di quegli anni e la figura di De Gaulle viene ancora discussa da molti. Gli si rimprovera la mancanza di diplomazia, la sdegnosa politica di grandezza che, in certe occasioni, sembrò potesse dividere la Francia dai suoi alleati. Il rifiuto del generale ad incontrare il presidente Roosevelt virne ancora giudicato come un'impuntatura pericolosissima, che avrebbe potuto aver conseguenze di un'estrema gravità. A. queste accuse il generale risponde ora oon un racconto preciso, in cui ognuna delle sue azioni viene spiegata col sostegno di documenti importantissimi, che erano rimasti sinora inediti. In questo volume sono pubblicati infatti lettere, telegrammi, comunicati, dichiarazioni, verbali di colloqui, relazioni segrete ricevute dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna e dalla Francia invasa. Ne sono autori Churchill, Roosevelt, Eisenhower e gli altri principali protagonisti delle vicende di quegli anni. L'importanza che, nel nuovo lqtdvrgrdpdascztrvn libro, De Gaulle attribuisce a questa documentazione, costituisce il carattere più notevole del suo metodo storico. Nella villa di Colombey, dove si è ritirato dalla fine del 1951, il generale scrive le sue memorie controllando ogni fatto con documenti contenuti nel proprio archivio personale. Quando lasciò il governo, fece trasportare a Colombey tutte le carte raccolte in più di 10 anni; però, a mano a mano che se ne è servito per la stesura delle memorie, le fa ora consegnare agli Archivi Nazionali, lasciandoli in proprietà allo Stato. Ogni volume delle < Memorie » gli costa due anni di lavoro; Charles De Gaulle è infatti uno scrittore lento, che non è mai contento di ciò che ha fatto. La sua prima stesura è un manoscritto pieno di pentimenti e di correzioni, quasi indecifrabile per altri che per lui. Deve infatti ricopiarlo a mano da capo a fondo, e poi passa la copia alla figlia che la batte a macchina. Ma non si tratta ancora del testo definitivo: incominciano allora i ritocchi sul dattiloscritto e, poi altre correzioni sulle bozze di tipografia, che spesso trasformano completamente il contenuto di inferi capitoli. Sandro Volta n gen. Charles De Gaulle De Gaulle gli disse: You are a man (< Siete un uomo >). Due anni fa, quando fu pubblicato il primo volume delle < Memo-