Afferrata dai rulli d'una macchina che le stritola le mani e le braccia

Afferrata dai rulli d'una macchina che le stritola le mani e le braccia li a spaventosa morte di un'operaia delle Concerie Afferrata dai rulli d'una macchina che le stritola le mani e le braccia Nessuno ha visto: lo donna forse è inciampata cadendo con le mani avanti • Sua sorella lavorava accanto a lei, ma in quel momento si era allontanata - Vano ogni soccorso a e e a I o Raccapricciante l'incidente <ml lavoro accaduto ieri mattina in uno stabilimento di Madonna al Campagna: un'operaia è' stata afferrata per le mani dal rulli d'una macchina e straziata orribilmente. Gli avambracci sono rimasti stritolati sino al gomito e la sventurata è morta per dissanguamento prima di arrivare all'Astanteria Martini. La vittima è la quarantottenne Margherita Alonne in Bellini, abitante in via Madonna di Campagna 3 con il marito Fernando di 50 anni, anziano e stimato impiegato della Fiat Ferriere e i figli Raffaele di 21 anno e Piero di 18, anch'essi dipendenti della Fiat. La donna da molto tempo lavorava presso le Concerie Italiane Riunite di via Stradella 192 ed era considerata un'operaia diligente ed attenta: mai aveva causato un intralcio all'attività del reparto, mai le era capitato il più piccolo incidente. Ieri mattina si era reca¬ ta, come al solito, in fabbrica assieme alla sorella Pina Alonne In Mantovani, domiciliata nella stessa casa. Le due avevano cominciato a lavorare alla macchina « spremitrice » che serve per asciugare le pelli dopo il loro lavaggio (la macchina è formata da un robustissimo telalo e da una coppia di grossi rulli ricoperti di feltro e azionati da un motore: 1 rulli girano veloci a stretto contatto l'uno dell'altro). Le sorelle Alonne — con l'esperienza di anni — introducevano le pelli fra i rulli con movimento preciso e rapido: e le pelli ricevevano una tal vigorosa strizzata da perdere, di colpo, tutta l'umidità di cui erano impregnate. Alle 10,25 la Pina aveva necessità di allontanarsi per qualche minuto e la Margherita rimaneva sola: e da sola continuava ad infilare pelli nella macchina. D'Improvviso, alle 10,30, un urlo. Un urlo terribile, acuto, strazlan- BdnpPrctdvSste che risonava in tutto il reparto e che subito si strozzava in rantolo. La Alonne, in circostanze che l'inchiesta in corso non potrà mai accertare con sicurezza per la mancanza di testimoni, era stata « pizzicata » con le mani fra 1 rulli Probabilmente aveva compiuto un passo falso sul pavimento ed era scivolata e istintivamente aveva cercato di appoggiarsi alla « spremitrice »: oppure, notando una piega nella pelle che stava entrando fra i cilindri, aveva allungato le dita per eliminare l'inconveniente. Ma queste, ripetiamo, sono soltanto ipotesi: nessuno «a, nessuno ha visto. La realtà è che la povera Alonne aveva appena il tempo di rendersi conto di quel che succedeva e di gettare un grido disperato d'invocazione: i cilindri le schiacciavano in un attimo le braccia sino al gomito e nel tempo stesso essa veniva sbattuta di forza contro la macchina picchiando con estrema violenza la testa sullo spigolo di una travatura di ferro. Poi scivolava giù con '.a faccia sui rulli che le respingevano indietro il capo, pur tenendo prigioniero il corpo per le braccia martoriate. I! primo ad accorrere era l'operaio diciannovenne Carlo Piccat-Re, da San Carlo Ganavose. Lo spettacolo era orrendo, allucinante : la donna sussultava attaccata alla macchina e lunghi spruzzi di sangue colavano dagli ingranaggi della « spremitrice ». Vinto l'orrore, il Piccat-Re *l precipitava verso l'Alonne e cercava di liberarla: non riuscendovi staccava la corrente, indi, aiutato da altri due compagni, allargava lo spazio esistente fra i cilindri. La donna cosi poteva essere staccata dalla « spremitrice ». Respirava ancora, ma aveva perso la conoscenza: dal moncherini usciva 11 sangue a flotti e le prime sommarie fasciature — alla presenza della sorella piangente e semisvenuta — si rivelavano dol tutto inefficaci, incapaci di tamponare la spaventosa emorragia. Intanto si era telefonato alla Croce Verde e sul posto con lodevole sollecitudine era giunta una autoambulanza. La morente veniva caricata a bordo e trasportata con la massima velocità all'Astanteria Martini. Ma qui i medici non potevano far altro che constatare II decesso dell'infelice, spirata durante il tragitto. Si avvertiva il marito In fabbrica con caute parole: ma 11 pover'uomo capiva ed esclamava: «Non ditemi bugie. E' morta? ». Al « si » che veniva sussurrato dall'altra parte del Alo ili Bellini s'accasciava su di una sedia, coprendosi il volto con le mani. Poco dopo con i due Agli si presentava all'Astanteria Martini. Per tutto 11 pomeriggio, sino a sera, i tre uomini restavano inginocchiati accanto alla salma, sconvolti, disfatti dal dolore; La notizia della grave sciagura ha destato vivissima impressione nella zona. * i—