Il pittore Maffei vicentino spirito bizzarro di Marziano Bernardi

Il pittore Maffei vicentino spirito bizzarro UNA MOSTRA NELLA BASILICA BEL PALLABIO Il pittore Maffei vicentino spirito bizzarro (Dal nostro inviato speciale) Vicenza, 11 giugno. Il vicentino Francesco Mattai, maestro della pittura veneta secentesca, se non certo una ecoperta è nondimeno una riscoperta- del gusto recente. < Pitor no da Pigmei ma da Ziganti* lo chiamava l'estroso acutissimo critico-poeta. Marco Boschimi n -Ila sua Carta del navegar pit&resco del 1660, l'anno stesso che l'antico garzone di bottega del manieristi Maganza moriva in Padova,' all'inoirca sessantenne; e « forte », < vago >, « barbaro >, < bizzarro > lo giudicava sul finir del secolo lo scrittore bassaneae Volpato. Ancor nel Settecento per lo Zanetti Io stile del Maffei era <facile e grande»; ma tosto veniva il Lanzi a rimproverargli d'aver. lavorato < molte volte con poco studio, lasciando imperfette le teste non ohe altre parti delle figure, scarseggiando di colore, valendosi d'imprimiture fosche, e dipingendo non per secoli, ma per pochi anni >. Invece, ecco la rivalutazione del Manierismo e del' Barocco (11 gusto sempre cammina e si evolve, di generazione in generazione) smentire 11 critico classicista; e Giuseppe Fiocco, dopo la mostra fiorentina del Sei-Settecento, entusiasmarsi, nel 1924, del vicentino, annoverarlo fra 1 precursori della grande rinascita pittorica veneziana. Ecco venir gli studi precisi di Nicola Ivanoff, e con la guida delle sue e d'altre chiarificatrici pagine risorgere ai giorni nostri l'ammirazione del Boschini per il < Manieron ohe stupir fa tuti quanti ».. Uno dei pochi a non condividerla appieno è Roberto Longhi: senza dubbio, < il pittore più spiritoso del Seicento veneto >, por nulla pompier, a* mal filmiate, e incantevole to certi < passaggi » come quello degli angeli che raccolgon datteri nella Fuga in Egitto; però, svenditore smaccato < di tutti gli scampoli del Cinquecento locale », che altera su falsariga manieristica le sue continue citazioni, spesso libresche, e che impegna inutilmente il diavolo e l'acqua santa, la falsa tragedia col falso idillio. Insomma: la sua pittura una < farinata di Tiziano, del Tintoretto e del Veronesei». Attenuerà l'autorevole studioso le tante e dure riserve dopo questa Imponente, Impegnativa mostra che Vicenza dedica al suo fantasticante figlio, quasi a lavarsi del rimorso d'averlo lasciato partire, lui « l'unico pitòr», trecent'anni fa, sul finir della vita, per Padova? Cantava allora il poeta nel carezzevole dialetto: c Ma'nae«È0'm"iIéèpl«i4"H"0Hà; Riti mio man a man, ool dir: oiraei A Pndoa ti xt nmlfi, «aro Malti? Pomo ben dir elio U m'ha abandona >. peesdtedGdzanbvgInchdspcoliraredronpdaAaSembra comunque a noi che bì debba esser grati a quanti s'adoprarono nella bella impresa di rievocare compiutamente il Maffei radunandone quasi settanta opere sotto la Immensa carena del salone gotico che il Palladio rivesti del cinquecentesco « vel di marmi bianchi » creando il capolavoro detto la «Basilica»: al marchese Roi, presidente dell'Ente per il Turismo che promosse la manifestazione, al tre direttori della mostra, Barbieri, Cevese, Magagnato, ed a Giuseppe Fiocco che vi sovrintese, all'architetto e scultore Vucetlch che accortamente l'allestì nella sterminata aula,. all'Ivanoff che compilò l'eccellente catalogo, di giusta misura In. formativa, molto ben stampato da Neri Pozza. Grati anche perché pare che questa ottima iniziativa culturale non sia che la prima d'altre analoghe, biennali, a Vicenza: forse una serie di incontri con Bartolomeo Montagna, col quattrocentisti vicentini, e — nelle intenzioni del Magagnato — con la dinastia del Da Ponte, originarla della vicina Passano; che sarebbe, quest'ultimo, di rara piacevolezza. Ma veniamo ai quadri esposti Soggetti sacri o mitologici, allegorie, celebrazioni e gloriflco/.ioni d'uomini al loro tem pi illustri e potenti (i lunettoni vicentini e padovani, la stupenda apoteosi d'Alvise Fo. scarini con quell'elegantissimo profilo nero dell'Inquisitore a contrasto col rosso cupo dei due paggi, una trovata degna del Velasquez), 11 Maffei non dipinse altro, trascurò le scene di genere, 1 paesaggi, le nature morte: un'alta smagliante inalberata retorica, quale del resto l'età chiedeva, che oggi risulta sazievole come l'In dice d'un costume tronfio, moralmente vuoto. In questo senso il Longhl ha ragione quando nella Trinità — che gli organizzatori hanno lasciato nell'Oratorio di S. Nicola da To. lentino perché la visita alla mirabile chiesuola con le pitture dei miracoli del santo completa la mostra — scorge in alto Shakespeare e in basso forse, Chiabrera. E come spirito religioso, come ritegno e pudore d'arte, vai più un palmo del Battesimo di Gesù, il Bellini ch'è a cinque minuti di strada in Santa Corona, che non questi metri di magnifico colore del Martlrll e delle Adorazioni, delle Pietà e delle Visitazioni. Ma 11 piacere dell'Intelligenza pittorica, se non la severa commozione del sentimento l'umana verità d'una potente poesia, ha da ritrovarsi Intero qui, nella pura pittura; nella espressione unicamente figurale d'una straripante frondosa fantasia; nel modi inattesi, capricciosi con cui si attua la lu cente, talora genlalisslma Invenzione, e, bizzarra fra i più sconcertanti artifici, fra 1 paradossi più audaci e Insolenti l'Immaginazione si torce, atri de, prorompe in convulsioni quasi orride, atroci, In compiaaimer.tl rappresentativi addi IPuensvlgpnssmnvtsisfttmBpdpdnfgtmnmQplnrrittura crudeli, per poi placarsi di colpo in lunghe note di su- perbo calmo colore, oppure estenuarsi in luminosità paradisiache, in trasparenze argentee d'Ineffabile dolcezza. Cosi, uscito dal nerume e dall'impaccio {Transito di San Gaetano, S. Nicola e l'angelo) derivati dal manieristi Magali-1 svSsPrmdza, il Maffei, trovandosi In Venezia sul quarantanni a collaborare con Sante Peranda, dovette stupire 1 veneziani dipingendo Il perduto soffitto degli Incurabili. Essi s'accorgevano che lavorando su un fondo tradizionale, cioè conciliando lo spirito visionario tlntorettesco con le gemmee atmosfere tonali veroneslane, si poteva superare l'inerte manierismo, vincere la decadenza secentesca della pittura lagunare, e senza rotture propriamente rivoluzionarie dire una, parola nuova, preludendo a quelle sublimi del Guardi figurista. Perché egli non ita rimasto a Venezia, attento anche alle evppelul's<licqnVgladdt svolto la sua attività In provln voci del Fetti, del Lysa, dello Strozzi — 11 fondo del Paradiso strozzesco ch'è a Genova In Palazzo. Bianco potrebbe esser riportato nella Raocolta della manna o nell'Angelo custode del Maffei — ed abbia Invece eia, a Vicenza, a Brescia, a Rovigo, a Padova, non si sa. SI sa peraltro che 11 suo linguaggio più originale, 11 suo stile più eletto, 11 culmine del suo estro luminlstlco cosi adatto al l'umore dei suoi « capricci » nel senso tlepolesco, .e dei suoi <scherzi» nel senso musicale, li raggiunse nell'ultimo quindicennio della vita. SI guardi, di quel periodo, l'Alvisa Foscarini. la Traslazione dei santi, la Visitazione dolle Zitelle, l'Angelo custode, la Raccolta della manna. Per tanto sottile godimento si potrà sostare, da domenica, nella Basilica vicentina sulla via di Venezia. Marziano Bernardi Ec