Donne e uomini in ginocchio per le strade e nei parchi di Varsavia di Enrico Altavilla

Donne e uomini in ginocchio per le strade e nei parchi di Varsavia COESISTENZA DI CATTOLICI E COMUNISTI IN POLONIA Donne e uomini in ginocchio per le strade e nei parchi di Varsavia Le chiese polacche affollate mattina e sera -1 pochi preti rossi non trovano che scarso appoggio - It governo spende molto denaro per la ricostruzione delle chiese-Si ritarda l'ora delle feste comuni.'te per dar modo agli iscritti al Partito di andare a Messa - Grandiosa processione preceduta da giganteschi tamburi- Ma il cardinale Wyszynski è sempre prigioniero - A chi gli offriva la libertà rispose: "Posso continuare a pregare per voi anche nella cella dove mi trovo,, (Dal nostro inviato speciale) Varsavia, giugno. Nelle strade e nei parchi di Varsavia ai vedono molte donne in ginocchio, e talvolta anche uomini, in tutte le ore del giorno. Si genuflettono innanzi alle statue della Vergine che si trovano in alcuni giardini pubblici o, sui marciapiedi, innanzi ai tabernacoli e agli altarini circondati da piante fiorite; e restano assorti in lunghe preghiere, dimentichi dei passanti. Oppure s'inginocchiano sui sacrato, quando non riescono a trovare posto in chiesa, come accade abbastanza spesso. Il pomeriggio, quando per tornare in albergo passo dalla piazza delle Tre Croci, vedo sempre una piccola folla sulla scalinata del tempio,' nel centro della piazza; sono i ritardari che devono contentarsi di seguire la funzione da lontano, attraverso le porte spalancate, e di ascoltare la predica diffusa da un altoparlante. Le chiese polacche sono affollate la mattina e la sera, i giorni di festa e di lavoro. Mi colpiscono gli sguardi degli uomini, fissi con dolore sulle immagini sacre, sguardi immobili e fanatici, da allucinati, che tradiscono un monologo interiore di cui non dovrebbe 'essere difficile seguire la trama. Trovo frequentemente nelle chiese anche ufficiali dell'esercito e poliziotti in uniforme che s'irrigidiscono sulV attenti all' Elevazione, si battono con fervore U petto quando recitano il mea culpa, e si associano agli altri fedeli nei canti in uso al¬ l'ora dei Vespri. Sono i soli a non mettersi mai in ginocchio, se non quando vanno a confessarsi; ed è strano vedere un soldato dell'armata al comando del maresciallo russo-polacco Rokossowski ai piedi d'un ■ milite . dell'altra grande armata polacca il cui comandante, cardinale Wyszynski, è prigioniero in un convento di suore orsoline, a Komancza, nella < fascia proibita > lungo il confine con la Cecoslovacchia. Le rivendicazioni tedesche Oltre un sacerdote' che si reca periodicamente a confessarlo, nessuno può avvicinare il cardinale. Tuttavia ogni polacco conosce le parole rivolte dal Presule agli emissari oovernafivi cTie gli offrirono di tornare a Varsavia dove avrebbe goduto di. tutte le liberta, anche di predicare, ma non dei poteri di Primate, t lo posso continuare a pregare per voi anche nella cella dove mi trovo », disse Wyszynski; e la sua frase -fu appena un poco più mite di quella pronunciata dal defunto cardinale Sabiena, il quale a una offerta di modus vivendi rispose; « Con voi è possibile soltanto un modus moriendi ». I comunisti non si arrendono; e hanno mandato a Roma due rappresentanti del movimento « cattolicoprogressista > per saggiare le intenzioni del Vaticano, che si è detto non disposto a trattare con un governo di cui è prigioniero il Primate della Chiesa polacca. Del resto il tempo lavora per l'armata di Wyszynski, non per quella di' Rokossowski, specialmente dòpo la recente crisi politica che ha scosso molte coscienze comuniste. Aumentano le vocazioni sacerdotali, e la gioventù, turbata dalle rivelazioni sugli errori del passato e dai mutamenti di direttive del partito, è naturalmente portata verso un'istituzione che non ha mai dovuto sconfessare i suoi capi o mutare le proprie direttive. Un solo elemento gioca a favore del regime ed è l'appoggio dato dal Vaticano alle rivendicazioni tedesche sui territori annessi dalia Polonia oltre la linea dell'OrferKeisse; Molti polacchi lo risentono come un'offesa'ai loro sentimenti nazionalistici.; e si domandano perché Roma favorisca un Paese soltanto in parte cattolico, e responsabile della tragedia polacca, anziché là grande isola cattolica chiusa fra il mondo dei luterani e il mondo degli ortodossi. Ma si tratta di una questione politica; e non turba i sentimenti religiosi. Nell'attesa di un difficile accordo, cattolicesimo e comunismo coesistono o, per meglio dire, coabitano. E tentano di evitare gli attriti. Il clero non cerca facili martiri e si preoccupa di rivedere le sue idee sui problemi sociali ed economici. A sua volta il governo spende molto denaro per la ricostruzione delle chiese, tollera le tipografie e le librerie cattoliche, che sono fra le migliori della Polonia, e non si oppone all'insegnamento anti-marxista impartito nell'Università cattolica di Lublino. I pochi < preti rossi », che in altri tempi scatenarono un'assurda lotta di classe contro le alte gerarchie ecclesiastiche, non ricevono più grande appoggio; e sono sconfessati anche dai < cattolici-progressisti » del movimento < Pax », formato da intellettuali di sinistra dei quali qualcuno dice che cercano di non far sentire l'odore dello zolfo spruzzandosi continuamente con l'acqua santa. Ma gli uomini della « Pax » ostentano obbedienza ai vescovi; e hanno soppresso un loro giornale che era stato messo all'Indice. Per provare di essere davvero indipendenti, arrivano di tanto in tanto a schierarsi contro il governo, come fecero due deputati il mese scorso durante la discussione al 8ejm della legge sull'aborto, legale, da essi respinta perché contraria agli insegnamenti della Chiesa. Nel suo zelo, l'on. Dobraczynski rispolverò vecchie citazioni ai Lenin e di Kruscev contro faborto e contro le pratiche neo-maltusiane, € provocando l'ilarità dell'assemblea », come leggo nel resoconto della Camera. Dev'essere stata la prima volta che un Parlamento comunista ha Lenin e di Kruscev. La « coabitazione » fra cattolici e comunisti porta a vtrani spettacoli. Nelle scuole di Stato t sacerdoti ai quali é affidato l'insegnamento della religione, richiesto da nove alunni su dieci (è facoltativo), cedono il posto sulle cattedre, dopo avere terminato l'ora di catechismo, ai maestri che vengono a impartire lezioni di filosofia marxista. E quando una festa comunista cade di domenica, bisogna iniziarne la celebrazione a ora non troppo mattutina per dare riso, di agli iscritti al Partito il tempo di andare a Messa; capita anzi che, uscendo di chièsa, i fedeli vadano direttamente a incolonnarsi tutti insieme dietro le bandiere rosse e gli striscioni rutilanti. Altre volte la coabitatone è veramente tale. Cosi chi entra nel palazzo « Roma > trova al pianterreno l'Opera — un tempo era il teatro dell'Azione Cattolica —, al primo piano la scuola di ballo dell'Opera e al secondo piano la Curia arcivescovile; e sullo scalone polveroso incontra r monsignori austeri e le fanciulle del balletto, sempre pronte a inchinarsi per baciare la mano ai sacerdoti. . Talvolta il fervore religioso diventa fanatismo. Durante i lavori per la costruzione di un sottopassaggio nelle vicinanze della chiesa di Sant'Anna, dove è venerata un'immagine miracolosa, si aprirono grosse crepe nelle pareti del tempio che sembrava dovesse crollare da un momento all'altro; e subito un'immensa folla si accampò sul sacrato e trascorse molti giorni e molte notti all'addiaccio per impedire il proseguimento dei lavori, pregando. Già qualcuno vedeva nelle crepe il segno della collera divina; e il Governo, spaventato, fece venire da Mosca uno specialista che con alcune < iniezioni > restituì stabilità alle fondamenta della chiesa. Religiosità antica Sarebbe difficile stabilire se il fanatismo religioso dei polacchi costituisca una reazione alla politica del Governo; e dire quanta verità contenga il motto popolare secondo il quale le persone che non s'inginocchiano all'Elevazione sono gli atei che vengono in chiesa per protesta contro il regime comunista. In verità la Polonia è è sempre stata religiosissima ed è sempre stata una nazione che ha molto sofferto; e indubbiamente fra la sofferenza e il fervore religioso c'è spesso un rapporto di causa ed effetto, non soltanto in Polonia. Ancor oggi quasi un milione di persone prendono parte al pellegrinaggio al tempio di Sant'Anna della Montagna o si recano a rendere omaggio alla c Vergine nera » di Chestochowa; ma il numero dei pellegrini non è cresciuto di molto rispetto agli anni d'anteguerra. Dirò lo stesso della famosa processione in costume di Lowicz, a- cui ho assistito il giorno del Corpus Domini. Lungo tutta la strada da Varsavia erano stati innalzati altarini ricoperti di fiori bianchi e innanzi a ciascuno di essi erano gruppi di fedeli inginocchiati nella polvere o sull'erba dei campi; in mezz'ora, di viaggio contai sessantadue altari. Altre migliaia di persone erano inginocchiate ^intorno alla cattedrale di Lowicz; e molte di'esse, dotine e uomini, portavano lunghissime collane formate da panini freschi che più tardi sarebbero stati benedetti. Preceduta da due file di ragazze in costume, con molte gonne variegate e di diversa lunghezza, e i corpetti ricamati con perline, la processione delle statue dorate e delle immagini rivestite da < camicie > di vecchio argento annerito' uscì dalla chiesa e si avviò verso la piazza, accompagnata dal rullio di giganteschi tamburi portati da quattro uomini e percossi con pesanti bacchette, dei veri battagli da campana, ora da un vecchio, ora da un giovanotto, ora, con fatica, da un ragazzino. I tamburi vengono trasmessi di generazione in generazione in poche famiglie; e il privilegio di suonarli spetta all'uomo più anziano rfella famiglia. Per ultime, salmodiando con voci fresche e allegre, arrivarono nella piazza alcune fanciulline vestite di lunghi, vaporosi abiti bianchi, e avevano corone di fiori intorno al capo. Camminavano a ritroso, lanciando manate di petali davanti ai piedi del vescovo che portava il Santissimo, scortato da quattro soldati della milizia. Quando passarono davanti a un altarino con la immagine della < Vergine nera », le bimbe si piegarono tutte insieme in una larga genuflessione, girandosi sul fianco e allargando a ruota le gonnelle, con un movimento ritmico che sembrò aprire sul selciato le corolle di candide ninfee; e i miliziani curvarono il capo in un inchino profondo e solenne, tutti e quattro nello stesso istante. Enrico Altavilla

Persone citate: Kruscev, Lenin, Wyszynski