Basterà l'operazione a guarire il Presidente?

Basterà l'operazione a guarire il Presidente? LA MALATTIA PI EISENHOWER Basterà l'operazione a guarire il Presidente? La malattia del Presidente ha posto all'ordine del giorno una malattia relativamente poco nota. Molto si è discusso sulle sue cause, sulle sue manifestazioni, . sulla sua cura nonché sulla sua stessa definizione. Essendocene occupati con particolare interesse da alcuni decenni, ci permettiamo di esporre nella forma più semplice il nostro pensiero su questo argomento. La malattia consiste in un processo infiammatorio cronico, con possibili riacutizzazioni episodiche, che si localizza sopratutto nel tèssuto linfatico che si addensa nella parete dell'Intestino. Il segmento di intestino più spesso colpito è quello terminale dell'ileo, che precede immediatamente il cieco La lunghezza del segmento interessato può variare da pochi centimetri a 10-20 ed anche più. Noi riteniamo tuttavia che questa malattia, detta ileite terminale secondo Crohn, non sia per nulla di esclusiva pertinenza di tale segmento inte¬ stinale, presentando le stesse 1 grcaratteristiche causali, anato- pmo-patologiche ed evolutive di consimili localizzazioni in diverse altre parti dell'intestino. Abbiamo difatti operato digiuniti, ilelti e coliti segmentarle, riscontrando sui tratti di intestino asportati gli stessi caratteri della ileite terminale. Dirò anzi che è nostra convinzione non esservi alcuna differenza intrinseca sostanziale, salvo che nella frequenza, tra queste piuttosto rare localizzazioni infiammatorie segmentarle nell'intestino e la frequentissima localizzazione appendicolare. Molti sono i fattori che spiegano la diversa frequenza delle varie localizzazioni delle enterocoliti segmentarle: di maggiore importanza sono la conformazione diversa delle parti interessate, il ristagno più o meno lungo del contenuto intestinale, la ricchezza del tèssuto linfoide. Il processo infiammatorio che determina la malattia è la conseguenza di infezioni da parte di germi e tossine che è logico ritenere di origine enterica, senza escludere interferenze con infezioni ematogene e con episodiche sensibilizzazioni allergiche. La evoluzione può essere molto diversa; dalle forme più blande con tendenza alla completa risoluzione spontanea, si passa a quelle che lasciano reliquati con riacutizzazloni periodiche, ed a quelle infine che possono culminare In fatti assai gravi, quali le forme flemmonose e perforative. Non sappiamo se il generale Eisenhower avesse sofferto, in passato anche lontano, di di sturbi attribuibili ad enterite segmentarla, ma non possiamo evidentemente dubitare della diagnosi posta da eminenti colleghi tra 1 quali alcuni particolarmente esperti in materia. Si sarà quindi trattato o di un primo episodio acuto della malattia o, più probabilmente, della riaccensione di un processo cronico pregresso. La chiusura del lume intestinale è stata la conseguenza del cospicuo rigonfiamento della parete dell'intestino, dovuto all'infiltrazione ed all'edema. Di qui la sintomatologia di occlusione che ha indotto i colleghi americani all'intervento operatorio, eseguito con lodevole urgenza. E' stato solo durante l'intervento che si è potuto chiarire la diagnosi di causa dell'occlusione, escludendo le altre più temibili possibilità, quali tumori, trombosi mesenterica volvolo ecc. Constatato ohe l'occlusione era determinata dal turgore infiammatorio acuto dell'ultimo tratto dell'ileo, che cosa c'era da' fare? Bisognava scegliere, tamburo battente, tra uria operazione semplicemente funzionale ed una radicale. La prima, assai più semplice e di rapida esecuzione consiste nel creare un nuovo passaggio tra l'intestino a monte e quello a valle del tutto occluso e cioè eseguire ciò che in termini tecnici, si chiama una anastomosi tra ileo e colon o ileocolontrasversostomia. La seconda consiste nella asportazione del tratto ammalato, resezione ileo-cecale nel nostro caso, e nel ristabilire la canalizzazione intestinale mediante la già ricordata anastomosi tra ileo e colon trasverso. I colleghi americani hanno giudicato collegialmente opportuno limitare il loro intervento alla prima operazione perché evidentemente essi hanno voluto ridurre al minimo il rischio operatorio in un soggetto non più giovane e soprattutto portatore di un pregresso infarto cardiaco. Ritengo che essi abbiano seguito la via più saggia in quanto II risultato immediato di una tale operazione palliativa è di solito ottimo specie per quanto riguarda l'elemento più grave e minaccioso e cioè la occlusione intestinale. D'altra parte con la deviazione del circolo enterale, anche il processo infiammatorio, causa dell'enterite segmentarla, rapidamente re¬ paratecascmvace cmplezincsetarmqtupdmpcdmqrcc1 ttqesserDnidirlMdelpollczdsad gredlsce grazie al riposo coro pleto in cui viene a trovarsi la parte ammalata. Sarà sufficiente questa operazione per guarire il Presidente? Salvo imprevedibili complicazioni essa sarà sufficiente a scongiurare ogni pericolo immediato ed a restituire a breve scadenza l'operato alle sue abituali occupazioni. ' ■ Tuttavia l'esperienza insegna che per ottenere una perfetta e definitiva guarigione, tale ciò'- da migliorare effettivamente, anche in confronto a prima dell'incidente occlusivo, le condizioni generali del paziente, si deve a volte prendere in considerazione, dopo qualche tempo, la eventualità di un secondo intervento, questa volta veramente radicale, con la resezione ampia del tratto ammalato. Questo secondo intervento, quando se ne ravvisi la opportunità, sarà comunque più rapido e sicuro grazie alla precedente ileo - colontrasversostomia. Le condizioni digestive dopo una resezione ampia ileocolica non solo non subiscono, danno alcuno, ma in genere migliorano sensibilmente in quanto si riducono 1 frequenti ristagni tossici nel cieco e nel colon ascendente, non . ultima causa di tanti disturbi dell'uo1 moderno, a carico soprattutto dei sistemi cardiocircolatorio e nervoso. Siamo perciò d'accordo con quei colleghi i quali ritengono eh" a guarigione avvenuta, specie se si farà la resezione sopra descritta, il vigore e la efficienza del Presidente saranno maggiori di prima. Prof. A. M. Dogliotti Direttore Clinica Chirurgica Generale dell'Università di Torino

Persone citate: Dogliotti, Eisenhower