Freschi e saporiti i frutti dell'orto maturati da radiazioni atomiche di Gino Tomajuoli

Freschi e saporiti i frutti dell'orto maturati da radiazioni atomiche MERAVIGLIE DELL'ENERGIA NUCLEARE NEL SETTORE PACIFICO Freschi e saporiti i frutti dell'orto maturati da radiazioni atomiche Esperienze non troppo promettenti col latte, il burro e la carne di bue - Sotto controllo sei giovanotti che si nutrono con cibi irradiati - Gli scienziati tendono ad accelerare il ritmo della vita - Si ottengono in laboratorio rapidissime "mutazioni,, vegetali, che avrebbero richiesto, secondo natura, 1000 o anche 1500 anni - Il mondo di domani regolato dalla tecnica - E gli uomini? Si faranno gli uomini a macchina? - Non è escluso, anche se è allucinante (Dal nostro inviato speciale) Chicago, 6 giugno. Alia fine della lunga visita al laboratorio di Argonne per gli studi atomici applicati all'agricoltura, il dottore che m'aveva guidato per parecchie ore mi offrì un bicchiere di latte. Aveva un sapore particolare, di latte strinato, ed un leggero odore di bruciaticcio, ho bevvi con sospetto, meravigliato che in America, dove tutti i cibi sono depurati fino al punto di attutire il loro sapore naturale, accadessero ancora inconvenienti del genere. Il dottore si godeva la mia perplessità, attendendo le mie reazioni. « E' latte irradiato », mi disse. Uno degli studi in corso al laboratorio di Argonne cerca di stabilire se è o sarà possibile conservare in stato di lunga freschezza prodotti agricoli e animali che oggi, per durare, debbono essere refrigerati. Il latte che avevo bevuto era stato munto undici giorni prima ed era stato sottoposto ad un processo di sterilizzazione mediante una irradiazione che aveva ucciso tutti i batteri presenti naturalmente nel prodòtto. I risultati erano stati incoraggianti dal punto di vista scientifico, ma poco promet¬ tenti da quello commerciale, lllllllllllilllllllltlllllllllllllllllllllllllllllllllllll e . almeno per il latte, il burro e la carne di bue. Sebbene chimicamente puro e assolutamente innocuo per l'organismo umano, se quel latte Irradiato fosse stato messo in commercio avrebbe provocato le indignate proteste dei consumatori. Ci vorranno molti anni di ricerche per determinare con quale grado di radiazione si riuscirà a uccidere i batteri senza dare al latte il sapore di bruciaticcio, e cioè conservandogli l'odore ed il sapore ori-' ginali. Sono studi costosi, esperimenti che avvengono nella zona di ricerche sulla applicazione dell'energia atomica alla scoperta dei misteri che avvolgono ancora le leggi della vita. Prospettive e studi che aprono viste sconfinate sull'avvenire. La certezza del futuro OH scienziati di questo straordinario laboratorio ne parlano come se il mondo di domani o di dopodomani fosse una certezza: un mondo in cui sarà possibile conservare immense quantità di derrate . allo stato di freschezza naturale, senza refrigerazione, e anzi nelle condizioni di maturazione. che nemmeno ora si raggiungono sui mercati di consumo dove affluiscono prodotti che sono stati colti prima che siano maturi. Mi mostrarono un mazzetto di asparagi ed un cestino di pere. Erano stati colti più di tre settimane prima, proprio nel momento in cui raggiungevano la maturazione ottima. Appena colti erano stati Irradiati leggermente, poi racchiusi in una busta di cellofano chiusa ermeticamente: ora erano freschi e saporiti come quelli che' si potrebbero gustare in un orto. Ita anche in questo settore parecchie incognite dovevano ancora essere chiarite. I vegetali e la frutta così irradiati e conservati richiedevano cure speciali e modi speciali di trattamento al momento dell'uso. Si stava imparando così che anche quando la irradiazione appare possibile, essa ha i suoi li~ miti, ma ancora non si sa bene quali siano. I dottori di Argonne parlavano con tranquilla sicurezza di una nuova rivoluzione; quella inevitabile, secondo loro, che trasformerà le tecniche del trasporto, del commercio e della cottura dei prodotti irradiati. Sebbene esse sembrino oggi, superficialmente, del tutto simili a quelle correnti, differenze fondamentali possono rivelarsi, assai più profonde di quelle che gli scienziati riescono a prevedere teoricamente. Per esemplo, fui presentato a sei giovanotti che da un anno si cibano, sotto attentissimo controllo scientifico, di cibi irradiati; sono volontari, selezionati per l'esperimento dal corpo della sussistenza militare. Ogni giorno complicati strumenti di misurazione delle Irradiazioni determinano se il loro grado di radiazione naturale aumenta e di quanto, dopo la ingestione di quei cibi irradiati. Finora nessuno di essi ha sviluppato alcun effetto nocivo — la loro radiazione ed il loro processo metabolico non denunziano alcuna alterazione. Ma poiché si sa che le irradiazioni possono manifestare i loro effetti dannosi o deleteri dopo molto tempo e che nessuno ancora sa con certezza quale quantità di irradiazione l'organismo umano può assorbire gradualmente (si conoscono abbastanza bene quali sono i limiti della irradiazione subitanea), gli esperimenti con 1 coraggiosi volontar\ continueranno ancora per parecchi anni. Raggi non solo mortali Di tutti i cibi Irradiati ormai oltre una ventina hanno rivelato di reagire favorevolmente al trattamento: ho veduto pani che vengono conservati senza Involucri speciali e senza refrigerazione da due mesi: erano bianchi e soffici come fossero di giornata, patate di tre mesi che non avevano « gettato », carni di maiale e di pollame esposte senza danno da tre e quattro settimane alla temperatura normale. Altri studi sono in corso per stabilire se non convenga invece mirare anziché alla indefinita preservazione dei cibi con la irradiazione, alla loro Immunizzazione mediante la pasteurizzazlone con piccole dosi di irradiazione per impedire la crescita dei batteri e prolungare quindi la loro vita sotto forma di prodotti refrigerati: e si è scoperto, per esempio, che con questo trattamento bistecche, agnello, pesce, pomodori rimangono freschi in ghiacciaia cinque e dicci volte più del normale. Un terzo gruppo di studi mira a stabilire se non sia meglio inscatolare subito le derrata da conservare e sottoporle poi, così preservate, a irradiazione in modo da prolungare senza limiti di tempo la loro commestibilità. I raggi atomici che manterranno freschi 1 cibi di domani sono gli stessi che nelle bombe atomiche e nei reattori emettono raggi mortali. Ma se si riuscirà a conquì. stare la piena conoscenza di tutte le loro proprietà ed a scoprire la ancora misteriosa relazione che esiste indubbiamente fra le leggi della vita e le radiazioni, una nuova èra si aprirà per la storia della umanità. Oli scienziati puntano solo a questo obiettivo ancora lontano ma che si profila ormai distintamente. Essi sono indignati che il mondo intero, a cominciare dagli Stati Uniti, sia affascinato solo dagli aspetti militari della energia atomica e mostri solo incredulità e fastidio per le previsioni ed i risultati finora ottenuti nel campo delle applicazioni pacifiche. Parlano con intensità contenuta di avvedimenti che si verificheranno fra uno, due decenni, ammettono senza batter ciglio che con Yaiuto delle radiazioni atomiche sarà possibile accelerare il ritmo della vita, prolungarlo sino a limiti poco meno cho biblici, sono insofferenti di ogni scetticismo. Mi mostrarono, M una lunga serra, al cui centro si stendeva un'interminabile batteria di sfrumenti sclentl/Jci, coltivazioni di grano, di avena, di orzo, di non so più quali e quante piante alimentari. Stavano determinando in che modo le radiazioni affrettano le < mutasioztoni > e cioè le variazioni nel genus ohe normalmente si sviluppano lentissimamente nel corso di centinaia di generazioni. Lo scopo degli studi era di comprimere in po.chi mesi o anni il processo della evoluzione naturale e di produrre, in questo modo che sovrasta l'immaginazione, nuove « mutazioni » e cioè piante nuove: grani che maturano prima o dopo, i cui steli sono più corti o più lunghi, che resistono al vento, all'attacco degli insetti e delle malattie, che danno una resa immensamente più alta. Mortali raggi gamma emessi con cura indicibile ir¬ fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiittiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii radiano le radici, gli steli, le foglie, le spighe: ed ogni irradiaziotìe particolare è misurata con studi matematici, con precauzioni ohe nessun altro laboratorio agronomico ha mai usato. Un certo numero di nuove varietà è già stato individuato. tPer ottenerle naturalmente sarebbero occorsi forse mille e forse millecinquecento anni e, poi, in condizioni ambientali straordinariamente favorevoli per lunghissime ere vegetali >, mi dissero. Ma anche qui l'entusiasmo è accompagnato dalla cautela: siamo appena ai margini di un mondo nuovo, nessuno sa che cosa ci aspetta al di là del velo appena sollevato. Nessuno sa, per esempio, se le nuove mutazioni non subiranno processi repressivi trapiantandole in un ambiente naturale come il nostro, che è ancora duemila anni indietro a quello che si vive nei laboratori atomici. E' possibile fermarsi? Uno studio appena incominciato tende a ottenere specie che siano in funzione del mondo di domani: un mondo ancora più meccanizzato, infinitamente di più, dell'attuale. Un mondo, mi dissero, dove sarà impossibile disporre di manodopera per raccogliere le frutta, per esempio, e nel quale solo le macchine controlleranno quando esse saranno mature, e le coglieranno, le irradieranno, le impaccheranno. Ma per poterlo fare è necessario identificare tipi di piante che, si stenta a crederlo, ci si meraviglia che si siano potuti pensare processi simili, tipi di piante che « siano tutte eguali, e facciano crescere i rami sempre allo stesso posto, alla stessa altezza,.e facciano fiorire i frutti allo stesso si¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiii to, sempre, e della stessa grandezza in modo che le macchine che saranno inventate indubbiamente in seguito possano automaticamente coglierle e completare il ciclo del trasferimento dalla pianta alla tavola del consumatore ». Ho detto che gli scienziati reagivano con irritazione alle manifestazioni di scetticismo; aggiungerò che reagivano con sdegno alla supposizione che forse tante fatiche sono vane, che dopotutto sarebbe bene lasciare che la natura procedesse senza fretta a stabilire quando come e perché le «mutazioni» debbono avvenire, che, dicevamo, è meglio lasciare che i misteri della natura rimana gano misteri. Che accadrà, domandavamo, se gli stessi principi si applicheranno anche alla € produzione»' degli uomini t « Sarebbe forse proprio vero, domandavamo, che esistono oggi uomini che pensano seriamente di indurre in altri uomini variazioni genetiche tali da trasformarli a piacere in uomini di fatica, uomini di pensiero, uomini-esecutori, uomini-diretti dall'esterno ed uomini-diretti dall'interno? Le fantasie allucinanti di Orwell possono davvero divenire realtà? Non sarebbe meglio, fin che siamo in tempo, fermarci e invece di affrettare l'avvento del terribilmente ordinato mondo atomico del futuro, cercare di rendere ancora più piacevole questo delizioso mondo disordinato in cui viviamo? ». « Senta, mi risposero con preoccupante serietà, al mondo oggi siamo due miliardi e più; la metà degli umani vive in condizioni alimentari o ambientali sottoumane. La popolazione aumenta di venti milioni all'anno, in tutto il mondo. Le risorse alimentari aumentano solo in piccola proporzione. Il lavoro degli uomini continua come nei millenni passati ad essere sprecato, sfruttato, disperso. Ora abbiamo messo la mano sui mezzi per produrre beni sempre maggiori, in quantità che durino, che eliminino lo malattie, che prolunghino la vita dell'uomo, che rendano utile la sua esistenza ai fini personali e sociali fino ad età finora inconcepibili. Perché dovremmo fermarci? Non abbia timore di un mondo irreggimentato, dominato da un " fratello maggiore ", sia esso il politico o lo scienziato. E nemmeno di essere schiacciato dalla tecnica o di essere privato dei suoi preziosi ma dannosi sentimenti. Ogni scoperta scientifica ha introdotto nuove tecniche, ha dato nuovo colore alla civiltà: ma l'uomo è rimasto sostanzialmente lo stesxo, con le sue ambizioni, passioni, sentimenti. La civiltà atomica non lo cambierà in peggio e lo renderà invece immensamente più sicuro di fronte alle malattie, al bisogno, alla conoscenza delle leggi che regolano la sua vita: e sono quelle stesse che regolano l'universo. Eppoi, sia ragionevole: come è possibile fermarsi, ormai?» Gino Tomajuoli Una serra del laboratorio di Argonne ove crescono le piante atomiche e si studiano i segreti dell'evoluzione

Persone citate: Orwell

Luoghi citati: America, Chicago, Stati Uniti