Riassetto olivicolo

Riassetto olivicolo NOTE DI AGSÌ1G O ImTV MtA Riassetto olivicolo L'economia olivicola italiana ha notevole importanza poiché conta circa 160 milioni di piante con una produzione media annuale di circa due milioni e mezzo di quintali di olio, ad eccezione dell'annata 1955 particolarmente sfavorevole per gli attacchi della mosca olearia. La produzione unitaria è ancora troppo bassa nei confronti delle possibilità di queste piante e dei nuovi piantamenti razionali; ciò non ostante trovano occupazione centinaia di migliaia di famiglie perché l'economia olivicola è formata generalmente di piccole aziende condotte direttamente ed a mezzadria e la coltura è specialmente su ettari 850.000 e promiscua con altre piante su ettari 1.430.000: Recentemente gli organismi sindacali agricoli e gli enti tecnici, nell'esaminare la situazione dell'olivicoltura italiana hanno riscontrato che, dopo le forti gelate dell'inverno scorso, molte plaghe olivate dell'Umbria e della Toscana, del Lazio e deUe Marche, sono in serie difficoltà, perché in certe aziende verrà a uahcare gran parte del red<rito per uno, due o tre anni ed in altre', anche- il capitale legnoso dovrà essere sostituito perché le piante sono morte nella ciocca, cioè nel ceppo, e di conseguenza non si avranno più riscoppi di polloni dagli ovuli. Molti giovani impianti sono periti e nei principali vivai sono morte le piantine, per cui si avranno pure difficoltà nella ricostruzione delle piantagioni. Le conseguenze patrimoniali e sociali sono ingenti, tanto più che anche alcuni impianti di lavorazione delle olive hanno cessato temporaneamente di funzionare. L'olivo è un albero che valorizza anche terreni impervi se viene bene allevato, potato, coltivato e difeso dalle malattie, specie da una dannosa «mosca», però l'attesa è lunga e attualmente i ca¬ pitali che affluiscono alla terra — olivata o non — sono pochi perché i redditi non sono più certi e durevoli come un tempo e soprattutto sono di gran lunga inferiori a quelli che vengono forniti da altre attività economiche. Nel piano quinquennale per l'incremento della produzione agricola già vi sono stanziamenti per l'olivicoltura, che però dopo queste calamità sono risultati pochi ed Insufficienti e non sono neppure bastevoll gli stanziamenti straordinari, deliberati successivamente. Determinare i contributi di cui hanno bisogno le singole aziende danneggiate per risollevarsi e porre il patrimonio olivicolo in condizioni normali di produttività non è cosi facile come può apparire, perché ogni plaga, ogni podere ed ogni porzione di esso forma un caso particolare meritevole di attenzione. L assegnazione dei contributi dovrà essere fatta con cognizioni di causa ed a tutti coloro che ne hanno bisogno senza distinzione di associazione di categoria e di estensione di azienda. Assistere l'olivicoltore nella sua fatica di riassetto delle piantagioni è dovere del governo, degli enti regionali e provinciali, perché in molti luoghi non possono essere coltivate altre piante e neppure allevato bestiame. Se i provvedimenti non saranno tempestivi ed in misura soddisfacente molti poderi verranno abban donati perché non vi è più possibilità di vita, ma scoraggiamen to nel lavoro non rimunerato. CARLO RAVA

Luoghi citati: Lazio, Marche, Toscana, Umbria