Stanno uscendo dalle carceri le vittime dei segnaci di Stalin di Enrico Altavilla

Stanno uscendo dalle carceri le vittime dei segnaci di Stalin == LA "SECONDA RIVOLUZIONE,, DELLA POLONIA =à= Stanno uscendo dalle carceri le vittime dei segnaci di Stalin Ministri, procuratori generali e capi della polizia defenestrati o mandati in galera - I latitanti ritornano, ma con prudenza, e preferiscono consegnarsi ai sacerdoti-"Se quelle di ieri erano menzogne,chi garantisce che sia vero quello che ci dite adesso?,, - Diffidenza dei superstiti delle formazioni che furono massacrate dai tedeschi sotto gli occhi dell'indifferente Rokossowski - A Varsavia non ci furono mai statue di Stalin ■iiiimiiiiiiimiiiiiiiiiimmiiiiiiiitiiiii iiii(Dal nostro inviato speciale) Varsavia, maggio. Non c'è a Varsavia una sola statua di Stalin; non c'è mai stata. Ricostruendo la città, rasa al suolo dagli Stukas e dai lanciafiamme, gli architetti comunisti hanno nuovamente innalzato i monumenti a Copernico e a Francesco Nullo, che i tedeschi avevano distrutto con la dinamite; ma, al contrario di quanto è avvenuto nelle altre < democrazie popolari », non hanno mai voluto dedicare un busto al vecchio dittatore. L'avversione per Stalin è uno degli elementi fondamentali della « seconda rivoluzione » polacca. (La < seconda rivoluzione» in corso, sarebbe quella buona, dicono qui). Oli uomini usciti in questi giorni dalle carceri non si considerano vittime di una ideologia, ina di Stalin e dei suoi prefetti; e gli «omini che stanno rivedendo gli errori del passato, li attribuiscono ai metodi dei seguaci di Stalin, non alle imperfezioni necessariamente legate a una dittatura. La < seconda rivoluzione > trova le sue radici nel fermento provocato {'anno scorso dalle rivelazioni sui metodi adoperati dalla polizia segreta; ma il suo inizio può essere datato dalla seconda metà di marzo, dopo Io scomparsa di Bierut, il despota della Polonia, che si ammalò a Mosca,'dov'era andato ad assistere al XX Congresso del partito. La sua morte seguì di pochi giorni la condanna del culto dell'individuo; così i comunisti polacchi si trovarono senza una guida autorevole, proprio nel momento in cui avevano per la primo volta la possibilità di riportare il paese vèrso una certa legalità e di restituire ai cittadini una qualche libertà di opinione. Evidentemente erano proble-ii di proporzione, di limiti. Gomulka soddisfatto Per risolvere il primo problema, quello del ritorno alia legalità, ci si poteva parzialmente appoggiare agli esempi dati dalla Bussia con la revisione dei processi dei medici e con la silenziosa ■riabilitazione delle vittime di Stalin. Il nuovo segretario del partito, Ochab, di cui Kruscev aveva suggerito la nomina durante la visita fatta a Varsavia in occasione dei funerali di Bierut, si affrettò ad annunciare che occorreva < riabilitare i compagni ingiustamente arrestati, per non danneggiare l'unità del partito e del potere popolare ». Ochab aveva probabilmeniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiD te in animo di concedere soltanto un'amnistia e di riabilitare, senza chiasso, alcuni personaggi più conosciuti, come Ladislao Gomulka, l'antico segretario del partito. Ma l'opinione pubblica chiese anche la condanna dei responsabili delle sentenze ingiuste, nel governo e nella magistratura, e serie garanzie contro il ripetersi degli <errori*. Anche le persóne riabilitate non si dissero soddisfatte della libertà inattesa e vollero il risarcimento dei danni e la revisione dei processi. Erano uomini di fibra robusta, i molti anni trascorsi in galera non li avevano piegati. La loro fierezza spiega perché in Polonio non si sia svolto uno solo di quei « processi-spettacolo > nei quali gli imputati facevano a gara nel confessare le proprie colpe; e forse anche perché a Varsavia il carnefice non abbia avuto lavoro negli ultimi anni. A Gomulka è stato pubblicamente dato atto che erano false le accuse di spionaggio e di tradimento per cui era stato arrestato; ma gli è stato anche detto che la sua scarcerazione non significava l'approvazione del « gomulkismo », cioè della tradizione nazionalistica del movimenta operaio polacco. In Polonia queste eresie non bastano più per tenere in carcere gU avversari, e Gomulka ha avuto anche la soddisfazione di vedere defenestrati i suoi due più accaniti accusatori, il ministro della Giustizia, Swiatowski, e il vice-presidente del consiglio, Berman, che era stato il rappresentante personale di Stalin nel Politburò polacco. Insieme con altri otto ministri, e con i due procuratori generali della Repubblica, essi furono mandati a casa, mentre i due capi segreti della polizia già si trovano in- galera sotto l'accusa di avere usato < mezzi illeciti » per ottenere le confessioni dalle persone ora riabilitate. Non essendo mai stato portato dinanzi ai giudici, Gomulka non ha potuto chiedere la revisione del processo come gli altri riabilitati, fra i quali sono alcuni generali, che hanno anche preteso il risarcimento dei dannt, materiali e morali. Molte di queste richieste sono, state già esaudite; ma occorreranno alcuni miliardi e numerosi processi per fare giustizia completa, dato che anche gli amnistiati hanno diritto a chiedere la revisione dei processi. I/amnistia ha liberato trentamila persone, fra le quali si trovano circa cinquemila « politici »; e una commissione di magistrati ha visitato le carceri per sorvegliare la applicazione del provvedimento. Infine centinaia di latitanti sono venuti a costituirsi per beneficiare delle misure di clemenza; fra essi si trovano persone che si tenevano nascoste fin dal 1W grazie alla generosa omertà della popolazione. Non volendo recarsi direttamente negli uffici della polizia, alcuni latitanti si sono consegnati al sacerdote, o, come e avvenuto in almeno un caso dì cui ho diretta conoscenza, sono andati a costituirsi nella redazione di un giornale. Quali garanzie hanno infatti i cittadini contro un ripetersi degli abusi da parte della polizia f O, più generalmente, contro il ripetersi delle ingiustizie t <Oggi — scrisse l'organo del partito — voi ci dite che erano menzogne quello che ieri ci presentavate come verità solenni. D'accordo; ma chi ci ga¬ rantisce che sia vero quello che ci dite adesso t » Per rispondere a questo legittimo timore, sono stati emanati decreti che proteggono gli arrestati durante la detenzione preventiva, della quale è stata vagamente fissata la durata massima, e che danno al magistrato istruttore maggiori poteri nei confronti della polizìa. Altri • decreti hanno abolito l'ergastolo e la procedura sommaria, e hanno ridotto il numero dei delitti per i quali è prevista la pena capitale. Inoltre l'amnistia è stata estesa ai polacchi che si trovano all'estero, a condizione che rientrino in patria entro un anno. Avranno gli emigrati fiducia nella « seconda rivoluzione >t Considereranno come un fatto nuovo la esaltazione del valore dei soldati polacchi che combatterono nelle armate occidentali, così, ad esempio, la serie di articoli sull'eroismo dei polacchi a Montecassinof Dolore di un soldato E' difficile rispondere; anche qui a Varsavia i sentimenti sono divisi. Molti giurano nella sincerità del governo e sostengono che non sarebbe possibile, un ritorno ai vecchi metodi; altri affermano che è prudente diffidare. . La diffidenza è condiviso da alcuni patrioti superstiti di quella « Armja Krakoja » che il 1° agosto Ì9-M insorse a Varsavia contro i tedeschi, e venne massacrata perché l'armata, à'il maresciallo Rokossowski, accampata sull'altra sponda della Vistola, non voile intervenire e assistè indifferente al massacro. Dopo la guerra i superstiti della « Armja Krakoja » furono imprigionati o messi al bando perchè non erano comunisti e ubbidivano agli emigrati di Londra. Ora vengono esaltati da un governo che riconosce i suoi errori. « Gli uomini della " Armja Krakoja" — scrive Nowu Kultura . — sono stati sul iiiniiiiiiiiiiiiiiii punto di impazzire nelle prigioni. Essi erano del tutto innocenti; e a noi quando li giudicammo non doveva interessare se fossero comunisti o socialisti, populisti o senza partito, ma soltanto che erano veterani della lotta contro Hitler. Invece abbiamo distrutto il ricordo delle loro gesta; e i nostri ragazzi nulla sanno del loro eroismo. Affrettiamoci a riparare agli errori: la nuovo generazione si ovvicino e sta per chiederci i conti». La riconciliazione non è facile, non tutti i soldati della < Armja Krakoja » sono disposti ad accettare incondizionatamente l'embrassonsnous. Alcuni di essi ricordano che Rokossowski è ora a Varsavia come ministro della difesa, avendo ottenuto la cittadinanza polacca; altri domandano quale destino abbiano subito i camerati d'arme deportati in .Russia e sono gonfi di rancore come il soldato del quale Nowa Kultura ha pubblicato una lettera: « I vostri tentativi di correggere gli errori sono tardivi e inutili. Per { nostri dolori, per l'oceano di lacrime e di sangue versati noi non vogliamo accettare la generosità forzata del governo dopo che per dodici anni siamo stati stigmatizzati come traditori ». A questi patrioti, che pochi mesi or sono erano ufficialmente dei traditori, si vuole ora innalzare un monumento nella vecchia città, non lontano da quello dedicato agli ebrei che, barricati nel ghetto, preferirono la morte in combattimento all'agonia nelle camere a gas. Ma forse per favorire la riconciliazione sarà necessaria una completa revisione delia storia, a cui dovrebbero contribuire anche i sovietici. Non è ancora concluso il processo all'uomo al quale i polacchi non hanno mai voluto dedicare una statua. Enrico Altavilla iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiitiiii