Un ragazzo aggrappato ad una fascina annega in Po travolto dalla corrente

Un ragazzo aggrappato ad una fascina annega in Po travolto dalla corrente Avèt>a tredici anni, giocava con il fratello e un amica Un ragazzo aggrappato ad una fascina annega in Po travolto dalla corrente Non sapeva nuotare e si serviva della fascina come galleggiante - Vano tentativo di salvataggio • La tragedia alla Madonna dei Pilone - E* il figlio di un dirigente delle Poste i e i e 1 ù . ù : . i e e . Non ha nome, naturalmente. E' jm.: isolotto' di pochi metri quadrati, una porzione di fango emersa dalle acque sopra cui sono cresciuti strane erbe, contorti arbusti : In quel punto 11 Po corre In borgata Madonna del Pilone e i ragazzi che abitano attorno e che nelle giornate di sereno e di caldo affollano le rive del fiume l'hanno battezzato con un nome che sa di Salgari e di Stevenson : lo chiamano « Isola del pirati » e vi sognano tesori nascosti e caverne tenebrose e arrembaggi con le pistole in pugno e il pugnale fra 1 dènti. Ieri, accanto alla favolosa Isola'dei pirati, teatro di drammi immaginari, s'è svolto un dramma vero e crudele: un bambino è annegato sotto gli occhi atterriti del fratello e di un compagno di giochi. Anche a Tullio e Guido Ruschena, di 13 e U anni, piaceva l'Isola dei pirati. Ieri 'pomeriggio, con un loro piccolo amico, conosciuto da appena una settimana, Gaetano Pranzi di 13 anni, abitante In frazione S. Anna di San Mauro, si recavano dalla loro abitazione di via Tonello 17 (una strada di col-, lina, a 200 metri dal parco Michelottl) sulla riva destra del Po, davanti alla striscia di terra affiorante. Si spogliavano, ridevano, scherzavano, si divertivano a rincorrersi, poi decidevano di raggiungere l'Isolotto: nessuno dei lIllllilllllMllillItllllllllMIIII llllIIIIIIIIIEIIllllll tre c'era mal arrivato e ciascuno ardeva dal desiderio e dall'impazienza di mettervi piede. Incurantdi un cartello piantato a pochpassi di distanza, che Impone illlSllllllHilltlIflllllIIIIIHIJIIIIIIIllllltllllillIinB i e o e o a e n i e i e a e , l » o a e i divieto di bagnarsi perché la località è pericolosa, causa la forte corrente, le buche del fondo e I gorghi, i tre ragazzi s'avventuravano in acquo: il livello era piuttosto basso e adagio adagio, senza incidenti, e senza aver nemmeno bisogno di nuotare, essi toccavano l'Isola dei pirati. Alle 16,30, esplorato in ogni recesso l'Isolotto, avevano un'Idea temeraria: quella d'Inoltrarsi nella parte centrale del fiume, dove la corrente ero particolarmente impetuosa. « Io non so nuotare » diceva Tullio. Ma i tre s'ingegnavano: e con grande pazienza fabbricavano una fascina d'arbusti, la legavano alla meglio e la calavano In acqua come fosse una barca rudimentale. La fascina galleggiava e sembrava sicura e ciò portava al massimo la gioia dei ragazzi. Guido e Gaetano si gettavano a nuoto, Tullio,- incapace o inesperto, si affidava alla fraglie imbarcazione e vi montava a cavalcioni, staccandosi, dalla sponda dell'isolotto. «Si va benissimo!» gridava giulivo, ma in quello la fascina si rovesciava ed egli piombava nell'acqua fredda e agitata da continui mulinelli. Riemergeva quasi subito e annaspando affannosamente tentava di ritornare all'Isolo: ma l'impeto della corrente lo trascinava più lontano. Gridava, andava sott'acqua, riappariva, alzava un braccio, poi andava sotto ancora. Guidò e l'amico facevano per soccorrerlo, ma ormai vi era troppa distanza fra loro e Tullio che stava annegando. Dalla riva dell'isolotto invocavano disperatamente aiuto e le grida venivano subito Intese da un passante, Il meccanico Angelo Ton di 30 anni, domiciliato in corso Casale 307. Il Ton non aveva un solo ottimo di esitazione. A vigorose bracciate il giovanotto inseguiva Tullio che continuava a riapparire e a sparire con la testa. Gli andava vicino, gli era ormai ad un metro, a mezzo metro, era certo di acciuffarlo : ma d'improvviso il ragazzo s'immergeva e stavolta non tornava più a galla. Con grave rischio personale, il Ton cercava di ghermire il corpo verso 11 fondo, ma doveva desistere: la corrente minacciava di travolgerlo e di « insaccarlo » in qualche buca. Non erano trascorsi, sette od otto minuti e già i vigili del fuoco orano sul posto, con barelle e speciali imbarcazioni. Si iniziavano le ricerche del cadavere, mentre alcuni pompieri raggiungevano e traevano a riva, piangenti, stralunati, terrorizzati, Guido e il Franzl. Dal due ragazzi non era possibile cavar fuori una parola. « Mio fratello... mio fratello... » balbettava di quando In quando Guido scosso da un tremito convulso. « Mio fratello dov'è?... Dov'è?... ». Un vigile urbano correva In via Tonello 17 e suonava ripetutamente al signorile alloggio dei Ruschena. Ma non c'era nessuno: li padre, dott. Agostino Ruschena, di 49 anni, direttore della ragioneria del Circolo Costruzioni Telegrafiche di Torino, era al lavoro ; e pure al lavoro era la madre, dott. Caterina Migliasse di 36 anni, addetta all'ufficio segreteria dello « Sip » (noto negli ambienti sportivi perché campionessa italiana di salto In alto nel 4937, partecipante a numerose competizioni Internazionali di atletica leggera) ; e alla scuola elementare « Gaspare Gozzi » era la terza figlia dei Ruschena, Silvia di 9 anni. Di sdito in casa, tutto il giorno, era la donna di servizio: ma la donna, do un paio di giorni, era malata. I vigili allora telefonavano al padre in ufficio, avvisandolo che Tullio era rimasto vittima di una disgrazia. Il padre arrivava sulla riva del Po proprio nel momento in cui 1 pompieri, su indicazioni del Ton, ripescavano la salma del figlio. La notizia del fatto s'era diffusa fulminea nello zona e una folla enorme s'era radunata davanti all'isolotto: quando 11 ragazzo morto, cereo In volto, con 1 capelli appiccicati alle tempie e olla fronte, veniva disteso sulla riva, si faceva un gran silenzio. Il padre s'Inginocchiava accanto. Non piangeva. Aveva il volto disfatto, Invecchiato e le mani gli tremavano violentemente. Solite formalità: c'era 11 magistrato dott. Rlbet, 11 commissario della P. S. Borgo Po, dott. Costa, con due sottufficiali, c'era 11 medico municipale. Dopo le constatazioni di legge, la salma era lasciata a disposizione della famiglia e trasportata In macchina sino a casa. Qui vi era già Guidò, fra le braccia della madre, precipitatasi di furia, dall'ufficio. E in un angolo, al pianto della madre, faceva eco il pianto della piccola Silvia, che aveva ancora li grembiule di scuola e la cartello in mano. E « Bibo », un foxterrier, attaccatisslmo al ragazzi, andava da Silvia a Guido, lambendo loro le mani, umilmente, con uggioli! sommessi. L'impressione è stata profonda, in tutto il quartiere. Ieri sera non si parlava d'altro. La famiglia è molto conosciuta, Tullio frequentava la seconda media all'istituto San Giovanni Evangelista, Guido è allievo del primo corso della « Giuseppe Giacosa », una sezione di media staccata presso l'istituto Figlie del Militari: da ogni parte sono giunte persone sbigottite e arlolorate e telefonate e richieste di notizie. Il Franzl, che dopo essere stato portato a riva dalla barca del pompieri era svenuto per 11 freddo e l'emozione, ha ricevuto amorevoli cure dal proprietari del ristorante «Muletto», signori Lulno: infine è stato riconsegnato, qualche ora più tardi, ai genitori accorsi da San Mauro, La vittima, Tullio Buschena, con il fratello Guido di 11 anni

Luoghi citati: San Mauro, Ton, Torino