Gronchi e il Presidente elvetico esaltano l'amicizia tra i due Paesi di Giovanni Giovannini

Gronchi e il Presidente elvetico esaltano l'amicizia tra i due Paesi II cinquantenario del infero del Sempione Gronchi e il Presidente elvetico esaltano l'amicizia tra i due Paesi // cordiale incontro alla stazione di Milano ed i discorsi al banchetto ufficiale - " Voi ci offrite dichiara Gronchi - un esempio di progresso; U vostro Statato è un dato di esperienza civile e sociale che non ha eguali in Europa,, - La replica di Feldmann: "La funzione dell'Italia è essenziale per il continente,, . (Dal nostro inviato speciale) Milano, 17 maggio. L'antica, Ininterrotta, salda amicizia ira la Cohtéderazione elvetica e l'Italia è stata riconsacrata oggi nel corso di una serie di manifestazioni ohe, per la presenza dei Capi del due Stati, per l'arrivo di centinaia di ospiti svizzeri, per la partecipazione dei milanesi ha assunto un significato che va al di là, ci sembra, della celebrazione del cinquantenario di un'opera pur cosi gigantesca come il traforo del Sempione. Per la seconda volta nella storia della vicina Repubblica un suo Presidente si è recato in forma ufficiale all'estero: era venuto nel 1906 in Italia — ma solo a Domodossola, appena al di qua della frontiera — il signor Forrer, per inaugurare, con Vittorio Emanuele III, il traforo; è tornato oggi 11 signor Markus Feldmann e, ad accoglierlo, era il Presidente Gronchi. Preceduto di poco da un convoglio pavesato di croci bianche in campo rosso e di tricolori, sul' quale viaggiavano cinquecento ospiti svizzeri, li treno del Presidente del Consiglio federale si è arrestato a mezzogiorno in punto sul primo binario. L'on. Gronchi si è fatto cordialmente incontro al signor Feldmann: insieme 1 due uomini di Stato hanno passato in rivista un picchetto d'onore del 27° Cavalleria e di carabinieri in alta uniforme. Un ricevimento reso particolarmente solenne, oltreché dagli inni nazionali, dal rimbombo di ventun colpi sparati da due cannoni nella vicina via Aportl. Nella c saletta reale > l'atmosfera si è fatta poco dopo meno ufficiale e più semplice. L'on. Gronchi ha presentato al Presidente Feldmann ed agli altri personaggi svizzeri, jil presidente della Camera» on. Leone, il Ministro degli Este| ri on. Martino, i> Miniatro dei IllllillIIIIIIIlMlllllIIMllllltlllIJll|]IilIiallJtllIlCIt?l Trasporti on. Angelini, autorità, civili e militari ed 11 sindaco di Milano, prof. Ferrari, che ha rivolto un primo saluto a nome della cittadinanza. Anche li signor Feldmann ha brevemente parlato alla radio sottolineando il fatto che i presidenti elvetici sono usciti solo due volte in forma ufficiale dal loro Paese, e tutte e due le volte per celebrare un'opera che ha avvicinato la Svizzera all'Italia. Ha cominciato quindi a svolgersi l'intenso programma della giornata con la prima cerimonia a Palazzo Islmbardi, ove l'avv. Adrio Casati, presidente della provincia di Milano, promotrice dell'iniziativa, ha pronunciato un discorso illustrando il significato delle manifestazioni, ed ha consegnato ai due Presidenti due medaglie d'oro che recano sul verso i nomi dei cinquantotto italiani che caddero durante 1 lavori del Sempione. Il banchetto ufficiale ha riunito in un grande albergo del centro circa quattrocento persone (molti rappresentanti del Novarese, con il presidente della provincia dott. Macchi, e il sindaco di Domodossola, aw. Falcioni, e di Torino, l'avv. Peyron). I brindisi che Feldmann e Gronchi si sono scambiati, meritano un particolare rilievo per la sostanza e per il tono che li hanno nettamente differenziati dalle consuete formulazioni protocollari Rivolgendosi agli ospiti, il Presidente italiano ha detto ohe. la nostra amicizia per la Svizzera deriva sia da spontanea' simpatia sia da vera ammirazione. , c Dal vostro Paese ci viene offerto, infatti, non solo un costante esempio di progresso dovuto all'alto senso democratico della gente elvetica che ha saputo dare alfe sue istituzioni un carattere pienamente aderente alle esigenze di lllllf IIIIIlllllttlItllMIIillllItlItllIlllllIlllitlitlllU o a convivenza e collaborazione fra stirpi diverse e crear» anche nelle masse popolari quel costume, direi quasi quell'istinto, di disciplina e insieme di libertà, di sano patriottismo e insieme di franca solidarietà nei rapporti internazionali ohe ha permesso alla Svizzera di attraversare, rispettata e indenne, le vicende più, drammatiche dei nostri tempi. E' per questo che il suo statuto, le sue leggi, i suoi ordinamenti, sono da noi spesso studiati e sempre apprezzati anche come un dato di esperienza civile e sociale che non ha forse altro uguale in questa vecchia e pur vitale Europa*. Il cinquantenario che oggi celebriamo — Ari continuato l'on. Gronchi — merita una particolare rievocazione, soprattutto peróhé « l'abbraccio che i tecnici e gli operai svizzeri e italiani si scambiarono nel momento in cui l'ultima resistenza cedeva al loro piccone, fu e resta il simbolo di un'unità d'intenti e di fini e di una fraternità' ohe ancor oggi rendono cosi accogliente il vostro Paese a gruppi sempre più numerosi di nostri lavoratori. Essi, lasciando temporaneamente e talvolta definitivamente la loro patria col rammarico di ohi è costretto da una necessità ancora non vinta dallo sforzo tenace di tutto un popolo, ad abbandonare abitudini care, tradizioni radicate nel profondo, ricordi sacri al proprio cuore, amicizie, parenti, trovano fra voi cordiale ospitalità, sincero apprezzamento, soddisfacenti condizioni di vita. <Non è quindi per obbedire a convenienza di circostanze, ma per interpretare il sentiménto unanime degli italiani che io brindo cordialmente all'amicizia fra la Confederalo ne elvetica s la Repubblica italiana e formulo i voti più sinceri per la vostra prosperità e per quella del popolo svizzero*. Altrettanto caloroso, il discorso del Presidente elvetico, il quale ha detto con semplicità ed evidente .'sincerità di essere stato toccato dalle parole dell'on. Gronchi e ha replicato esprimendo la viva gratitudine del Consiglio federale. Egli ha esaltato li contributo italiano alla storia dell'umanità: «Abbiamo seguito I vostri avvenimenti nazionali con simpatia, rattristandoci per le vostre difficoltà, rallegrandoci per le vostre fortune; oggi slamo lieti di felicitarci per il successo della grande opera della ricostruzione poiché la funzione e il ruolo dell'Italia sono essenziali per l'Europa tutta. Signor Presidente — ha concluso l'ospite illustre — è con gioia - ohe penso alla vostra visita di domani nel nostro Paese, che permetterà alle gènti svizzere di dimostrare tutto il loro affetto per 11 vostro Paese, al.cui avvenire felice io levo' il bicchiere >. ' Nel pomeriggio, altra manifestazione al Museo della tecnica e della scienza, dove il ministro italiano dei Trasporti, on. Angelini, ha tenuto il discorso ufficiale commemorando eloquentemente l'epica impresa del Sempione; altrettanto eloquentemente ha celebrato la ricorrenza il consi¬ gLpI tora« rotadges« damInzrBsorasd(eednbcdnIIIIflIlllllllllllllllt IIIIII11llllIlllMll1llllII1IIIII gliere federale elvetico on. Lepori in un discorso tutto pervaso di affetto per l'Italia. I due Presidenti e le altre autorità hanno quindi inaugurato nei locali del Museo la « Mostra rlevocat'va del traforo del Sempione»; in serata a Palazzo Serbelloni, sede dell'Associazione lombarda del giornalisti, hanno visitato una esposizione rievocativa della « Milano 1906 >. A conclusione della giornata, serata di gala alla Scala con il «Ballo in maschera >. Domani alle 8,45 partenza In treno speciale per la Svizzera con fermate per brevi cerimonie a Domodossola e a Briga. Nel pomeriggio, a Losanna, parleranno ancora gli on.li Lepori e Angelini; in serata, banchetto ufficiale con discorsi di saluto dei due Presi denti, Giovanni Giovannini