Il compito del «centro» molto difficile a Milano di Giovanni Giovannini

Il compito del «centro» molto difficile a Milano JLe eiezioni per il Consiglio coni fitta le Il compito del «centro» molto difficile a Milano socialdemocratici e liberati devono conquistare più, voti che non nel '53 - Attacchi di Ma la godi alle destre, frazionate in molti gruppi - La posizione dei nenniani e del raggruppamento laico (Dal nostro inviato speciale) Milano, 12 maggio. Massima incertezza nelle previsioni elettorali a Milano. Difficile il compito del centro di ottenere più della metà degli ottocentomila voti per conservare il Comune: democristiani, socialdemocratici e liberali (non contiamo 1 repubblicani che oggi sono Insieme ad Unità Popolare e radicali) avevano complessivamente ottenuto nelle politiche di tre anni addietro 404.000 voti, una cifra inferiore alla somma del 312.000 voti delle sinistre e del 105.000 delle destre. Per di più, 19.000 voti erano andati a Unità Popolare e 6.000 all'Unione Socialisti indipendenti. Per vincere, il centro ha quandi bisogno non solo di difendere i propri suffragi ma di conquistarne. Esiste questa possibilità? A sinistra, ammettono concordemente gli esponenti dei tre partiti, non c'è da nutrice: speranze e c'è anzi da stare Ir* guardia. Il partito comunista? aveva mantenuto 1 auoi'177.000 voti sia' nelle amministrative del '51 che nelle politiche, del '53 (nonostante 11 maggior numero di elettori) ; potrà perdere qualcosa a vantaggio del socialisti, ma non molto. Dalla sua lista è scomparso l'on. Piero Montagnani e la figura, di maggior rilievo è quella.^deil federale on. Alberganti; / £1' alla direzione del P.S.I. che atmosfera e previsioni sono tinte dì rosa. Il segretario e capolista on. Guido Màzzall si dichiara sicuro di veder salire di almeno trentamila voti i 134.000 ottenuti nel '53 (nel '51, 110.000). Conta di portarne via perfino ai missini, qualcuno ai democristiani, molti ai socialdemocratici: « A Milano — egli dice — il P.S.D.I. è in ribasso, non solo per motivi di politica generale, ma anche per la cattiva prova degli uomini che ha avuto come assessori nell'amministrazione uscente ». Notiamo però che la polemica contro I socialdemocratici è svolta dal P.S.I con una certa cura nell'evitare gli attacchi aspri degli anni scorsi. Il P.S.D.I., onestamente, non nega la forza attuale dei nenniani, ma contesta le ottimistiche previsioni dell'on. Mazzali con vari argomenti, il primo dei quali consiste proprio nel ricoxdare il tracollo socialdemocratico dai 113.000 voti delle amministrative al 79.000 delle politiche: «Al disotto di questo risultato — dicono al P.S.D.I. — non si andrà di certo. Fuor di polemica elettorale, nessuno può contestare la saggezza, la dedizione, la figura morale del nostro Sindaco il prof. Virgilio Ferrari. Accanto a lui, nella nostra lista, figura un uomo come il Ministro del Lavoro on Vigorelli; e si pensi alla presenza a Milano dell'on. Tremelloni il quale purtroppo non è fra i candidati, ma che con duce anch'egli la campagna elettorale. Ci sembra — è la conclusione dei socialdemocratici — che l'on. Mazzali si faccia troppe illusioni, anche perché l'espansione del P.S.I. a destra è bloccata non solo da noi, ma anche dalla lista Unità Popolare - Radicali - Repubblicani ». Dato comunque per probabile un leggero progresso del P.S.I. a sinistra, rimane come unica possibilità per un successo del centro la conquista di alcune diecine di migliala di voti a destra: e qui, difatti, la battaglia è estremamente vivace. La destra aveva avuto nel 1953 più di centomila voti ottenuti In parti uguali fra M.S.I. e P.N.M.: un risultato che unanimemente le preVisioni non le accordano più. Intanto, ai presenta estremamente frazionata. Non solo i monarchici son divisi in covelliani e laurini, ma • anche accanto ai missini sono in campo i « corporativisti » dell'on. Leccisi; e completa infine il variopinto schieramento, una riedizione dell'Uomo Qualunque. Contro questo settore, l'offensiva del centro è naturalmente, condotta dal P.L.i. e. personalmente dal suo segretario nazionale, oltre che presidente milanese, on. Malagodi il quale, pur senza presentarsi candidato, si è trasferito sul posto armi e bagagli, e batte senza soste città, periferia e campagne. Contro la «sterilità e stupidità dell'atteggiamento del P.N.M. e del M.S.I. », egli naturalmente rivendica la logicità di quello del P.L.I. che « proprio per evitare lo scivolamento a sinistra, non intende farsi isolare a destra » ; quanto alla Usta liberale, essa — a giudicare dai numerosi amministratori, industriali e commercianti — sembra indubbiamente idonea a conquistare nuovi e vasti consensi nel vicino settore. Illustrerà da domani le sue tesi, un nuovo settimanale «La Tribuna» che si aprirà con uno scritto e un augurio di Luigi Einaudi. Quanto al « centro del Centro », 1 dirigenti della D. C. non si limitano a sperare nella difesa del P.S.D.I. e nel progresso del P.L.I. Affermano che 1 loro suffragi son piuttosto suscettibili di aumento che di. flessione. Fra 1 princtpalf candidati democristiani si notano il vice-sindaco Gìambelli, il prof. Migliori e il prof. Cattacene. Il complesso meccanismo elettorale del maggior partito italiano sta entrando in piena attività solo In questi giorni. Cosi, | tre partiti di centro non disperano di ottenere più della metà dei voti, conservando quindi il. Comune, ma non si nascondono che si tratta di un'impresa ardua. Cosa potrebbe avvenire In caso negativo? Tralasciando l'ipotesi del commissario (contro la quale in verità si son ribellati tutti gli esponenti dei vari partiti coi quali ci siamo intrattenuti) e quella di un'intesa a destra con il P.N.M., resta la possibilità dell'apertura a sinistra. Per il segretario socialista è già cosa fatta: «Più probabilmente — dice l'on. Mazzali — avremo una giunta a tre D.C. - P.S.D.I. - P.S.I. ; meno facilmente una a due D.C. - P.S.I.; e se la D.C. non ci sta, proveremo anche a vararne una P.C.I. - P.S.I. - P.S. D.I. - Rinnovamento democratico ». «-Rinnovamento democrati¬ co » è il raggruppamento di Unità popolare, repubblicani, radicali, i cui leaders sono — rispettivamente — Piero Calerli,. Cesare Covi, l'avv. Sandro Ancona ed Elio Vittorini. I venti-trentamila voti che si attribuiscono a questa lista potrebbero esser decisivi, ed essa si ripropone, com'è- noto, di contribuire all'apertura a sinistra. E su questo scottante argomento, la parola spetterebbe logicamente alla D.C. milanese, la cui segreteria provinciale appare meno riluttante a trattar il tema di quella cittadina. Anche a Milano saranno le urne il 27 maggio a dire se questo discorso s'ha da fare o no. Giovanni Giovannini

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