"Hai ucciso il mio bambino mettendo il veleno dentro il gelato!,,

"Hai ucciso il mio bambino mettendo il veleno dentro il gelato!,, Orrenda accusa della madre di una delle due piccole vittime "Hai ucciso il mio bambino mettendo il veleno dentro il gelato!,, Tumultuosa scena di fronte alla sorbetteria - Lo straziante grido contro I'ex-amante del marito - Indagini su oscure minacce dell'uomo - Tracce di arsenico presso la tragica cascina? - Una gallina è morta stecchita - Atteso per domani il responso delle autopsie - Folla ai funerali dei bimbi (Dal nostro inviato speciale) Modena, 12 maggio. A Mortizzuolo di Mirandola si sono svolti nel pomeriggio di oggi, alle 18, i funerali di Paolo Cardinali e Lino Cavallini, i due bimbi di quattro anni e due anni e mezzo deceduti giovedì, dopo aver mangiato un cono gelato. Sono state esequie imponenti, come mai si erano viste in quella borgata. Il drammatico, pietoso avvenimento ha profondamente commosso la gente delle vallate del Mirandolese. Fin dal primo pomeriggio uomini, donne e bambini erano incominciati ad affluire in via Imperiale, dove si trova la cascina abitata dalle due famiglie, quella, del Cardinali, che è proprietario del fondo di quattro ettari, e quella del Cavallini, che ha in affitto parte di questo terreno. La gente è venuta oltre che da Mirandola, dalle frazioni della zona. Santa Giustina, Cividale, San Martino Garano, Quarantoli, taluni distanti non meno di dieci chilometri. Il corteo, composto di oltre quattromila persone, è sfilato sino .alla chiesa passando davanti al bar nel quale Luciano Cavallini, di 11 anni, fratello del povero Lino, aveva acquistato il gelato per i due bimbii mandatovi dal padre di Paolo, Osvaldo Cardinali. I feretri, disposti su un ùnico carro, erano seguiti dai padri delle due vittime; le madri, angosciate, disfatte dal dolore, non avevano avuto la forza di muoversi di casa. Sulle piccole bare è scesa la terra frammista ai fiori che i parenti e la folla degli accompagnatori gettavano nelle fosse. I bimbi sono sepolti: nel iiiaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiititiiiiitiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiii mesto pomeriggio denso dei lenti rintocchi delle campane che si diffondevano per i campi deserti, la luttuosa cerimonia si è compiuta; ma ancora non si sa come e perché questi bimbi siano morti. Gli interrogativi che si affollano intorno a questo tragico episodio sono molti e insoluti. Forse entro la giornata di lunedi, tutti o in parte potranno trovareiiiiiiiiitiiiiiiitiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiB à a o . è e , l o e a i à i e una risposta. Essa verrà dal laboratorio chimico che sta eseguendo gli esami tossicologici sui visceri e sui succhi gastrici dei bimbi, nonché sul gelato prelevato dalla polizia nel bar subito dopo il luttuoso fatto. Non vi è dubbio che i bambini sono morti per effetto di un potente veleno; lo stanno a testimoniare la rapidità dei decessi e la sintomatologia che li ha accompagnati: vomito, asfissia, irrigidimento della mascella, colore violaceo delle unghie e delle labbra e irrigidimento totale degli arti dopo appena due ore dalla morte, come se, invece, essa fosse avvenuto da dodici o tredici ore. Tuttavia l'esame ne croscopico eseguito ieri dal prof. Giorgio Froche, il chirurgo che compi la prima perizia necroscopica sul corpo di Wilma Montesi e che da qualche tempo dirige l'istituto di medicina legale di Modena, non ha permesso di stabilire subito di quale veleno si tratti. Si è presa in attenta considerazione la possibilità che ■ due bimbi possano essere stati avvelenati da tracce di anticrittogamici a base di arseniato di piombo che viene usato, opportunamente diluito in acqua, per irrorare la vite, Ma la tesi ha trovato, almeno per il momento, scarse probabilità di essere valida. Nel cortile della cascina è stato rinvenuto un sacchetto che aveva contenuto dell'anneriitogamico e che ne recava internamente abbondanti tracce I bambini potevano 'avere le mani sporche di questa sostanza al momento in cui presero in mano la cialda che poi mangiarono metà per uno. La polizia ha voluto ieri effettuare un esperimento che ptio essere abbastanza indicativo: isolate due galline della cascina, ha fatto loro ingerire del mangime che conteneva una certa dose di anticrittogamico concentrato con l'aggiunta di estratto di quassio, un altro veleno che si métte solitamente nell'acqua anticrittogamica Ma le galline non sono morte, questa mattina hanno persino fatto le uova. E' morta, invece, nel pomeriggio di ieri, un'altra gallina — e questo, fra i fatti nuovi della vicenda, è molto importante. — Era uscita dal recinto nel quale il pollame è rinchiuso dietro la casa. L'ha trovata alle 18, già stecchita, una zìa di Lino Cavallini. La polizia, subito informata, ha portato immediatamente il volatile all'ufficio d'igiene di Modena, perché essa sia esaminata assieme agli altri elemen ti. Questo fatto fa ritenere che intorno alla cascina vi siano tuttora tracce del veleno che ha ucciso i bimbi: potrebbero essere gli avanzi della dose usata da chi volle avvelenare il gelato, se vi fu un simile mostruoso individuo. La moglie del Cardinali, affranta e disperata per la perdita del suo bambino, al funzionario che l'interrogava dopo la tragedia rivelò una penosa storia di liti fra coniugi, di dissapori, di percosse. Il ma¬ a l a e o o l o e e o i a l a o i rito la trascurava passando giorni e settimane lontano da casa. <E' stata lei a trasformarlo cosi>, dice la povera donna alludendo alla IJuppi. Quando la riportano a casa su un'auto della polizia e passano davanti alla gelateria, la donna si affaccia al finestrino e, rivolta alla Lappi che sta sulla soglia grida: < Assassina, me l'hai ucciso tu>. Sembra da scartare definitivamente l'ipotesi su un incredibile caso di eutanasia; correva voce che il piccolo Cardinali fosse minato da un 'male inguaribile e che avesse giorni contati. Secondo l'assurda supposizione, il padre l'avrebbe soppresso per una lugubre forma di pietà e per addossare nello stesso tempo all'ex-amante la colpa del decesso. .Risulta invece che il bimbo, infermo si a un rene, non era affatto in condizioni gravi di salute. Il compito del dottor De Mattias dirigente del commissariato di Mirandola che si occupa delle indagini non è certo facile. La vicenda si presenta complessa, intricata, con tutti gli elementi che sempre corredano un avvincente « giallo ». Si inserisce in questo episodio anche un retroscena che sembra fatto apposta per far nascere confusione, per offuscare maggiormente la verità: la relazione illecita fra il padre di Paolo, Osvaldo Cardinali, e la moglie del gelataio Ida Luppi di 89 anni, la stessa che ha consegnato il cono gelato a Imciano Cavallini che lo era andato a comperare dicendosi mandato da Osvaldino, come il Cardinali viene chiamato in paese. Relazione turbolenta, oltreché illecita, movimentata dalla recente aggressione, appesantita da un sordo rancore tra i due amanti, e aggravata da frasi minacciose di vendetta che il Cardinali avrebbe recentemente pronunciato nei confronti della Luppi. Nel paese non erano un mistero i rapporti « segreti » tra due ed essi li hanno ammessi senza esitazione al dottor De Mattlas nel corso degli interrogatori cui egli li sottopose all'epoca dell'aggressione, e subito dopo la morte dei due bimbi. Osvaldo Cardinali, circa un mese e mezzo fa, pare si fosse opposto all'intenzione della donna di troncare la re lozione. Sarebbe arrivato al punto di mostrare al manto della Luppi una lettera ricevuta da sua moglie nella speranza forse di far si che i due si separassero e avere, in tal modo, la donna tutta per sé. Qualche sera dopo questo episodio, il Cardinali fu sorpreso mentre nella casa della Luppi era stato affrontato dal marito e da un suo fratello. All'indomani si era recato a denunciare l'aggressione alla polizia, ma poi si era pentito e aveva ritirato la denuncia. La donna afferma che il Cardinali, anche dopo di allora, continuò a corteggiarla; lui invece nega questa circostanza e anzi sostiene essere vero il contrario. Comunque in paese c'è chi afferma di averlo sentito pronunciare frasi aspre contro di lei. Avrebbe manifestato l'intenzione di rovinarla, di mandarla %n miseria, di farle ritirare la licenza. Avrebbe detto: « Vedrete che la bomba scoppierà pre¬ sto! >. Cose che risultano alla polizia e che essa ora, logicamente, tiene nella dovuta considerazione collegandole alte circostanze che riguardano direttamente l'acquisto e la consumazione del cono gelato. Non è possibile tuttavia chiarire con limpidezza questi particolari, perché Luciano Cavallini, il bimbo maggiore dell'affittuario che fu incaricato dal Cardinali di andare a prendere il gelato per Paolo, non ricorda come si svolsero i fatti. In un primo momento ha raccontato che percorrendo in bicicletta i 300 metri che dividono la cascina dal bar con il cono in mano lo leccò e lo senti amaro. Più tardi.ha dichiarato che l'assaggio lo fece alla presenza del Cardinali il quale, ricevuta nella propria mano la cialda, l'aveva poi porta al prò prio figlio offrendone al piccolo Lino. Questi due bambini si divisero il gelato, tre palettine a uno, tre palettine all'altro, e poi si divisero anche la cialda. Dopo pochi minuti Lino, il più piccolo, si senfi male, si stese a terra, colto da convulsioni, e Paolo incominciò ad avere conati di vomito. Luciano corse a chiamare il Cavallini che era andato nella stalla e che dietro richiesta dei due bimbi dette loro da bere dell'acqua. Più tardi andò a. chiamare anche la contadina Malvina Talassi che abita dall'altra parte della strada. Fra le braccia di questa donna spirò Lino, mentre il padre era accorso ad avvertire le zie e i cugini che abitano nei pressi. Con un'automobile, Paolo era poi stato accompagnato all'ospedale di Mirandola, ma vi era giunto cadavere. Più, tardi erano tornati dai campi i genitori di Lino e la madre di Paolo, e il dramma ebbe nuove scene di straziante disperazione. Anche stasera, mentre lungo e leìito si snodava il duplice funerale sulla strada bianca di polvere, le due madri erano accomunate nel pianto nella saletta di casa Cavallini che era stata trasformata durante il giorno «i camera ardente. Pietose donne del vicinato cercavano di consolare il loro dolore; ma di tanto in tanto le voci di conforto venivano annientate da grida strazianti: <Ma perché} > chiedevano disperatamente le madri. € Perché è successot >. La scienza e gli inquirenti sperano di poter rispondere a questi angosciosi interrogativi. Remo Lugli Lino Cavallini (Telefoto) Paolo Cardinali (Telefoto) ' Un funzionarlo di polizia" cerca di calmare II dolore dt Osvaldo Cardinali, padre di uno del due bimbi morti. (Tel.) La gelatala Ida Luppi Interrogata in questura (Telefoto)

Luoghi citati: Imciano, Modena, Santa Giustina