La bara d'acciaio di Enrico Emanuelli

La bara d'acciaio — DESTINO E SICUREZZA — La bara d'acciaio Leggendo la notizia della morte di Battista Locateli!, operalo di Sesto San Giovanni, caduto ieri In un mastello pieno di acciaio ancora incandescente, la retorica vuole che si provi raccapriccio e commiserazione. In verità quella morte è cosi atroce e i particolari che l'accompagnano sono cosi spaventosi, che per un attimo il nostro animo resta come vuoto, e i nostri pensieri restano come paralizzati. In quell'attimo, per un movimento istintivo, la nostra fantasia e la nostra sensibilità non vogliono .suggerirci nulla. E' l'ultima difesa contro un avvenimento terribile, di un orrore così fosforescente e barbarico, cosi immediato e diabolico, da rifiutare ogni tentativo di raffigurarci come si sìa consumato e quanto sia durato. Eppure le parole precise della cronaca ci dicono che è avvenuto e, dopo il primo attimo di agghiacciante sorpresa, la commozione ci invade. Durante il lavoro notturno, nell'aria calda e fumosa degli altlforni di una acciaieria, un operaio ha sofferto un crudele martirio. E' bastato un momento di distrazione, forse è bastato un piede messo in fallo ed egli è scomparso sommerso in quella specie di lava bollente, come per un crudele e maledetto gioco di prestigio. Infatti di Battista Locateli! non c'è più nulla, nemmeno la cenere. Egli si è polverizzato e si trova ormai rinchiuso nella massa di acciaio fredda e inerte. Sarà questa la sua bara, e soltanto questa 1 suoi parenti e gli amici potranno accompagnare al cimitero e affidare alla terra. Di fronte a tale soluzione del dramma, ci si risveglia come toccati da una realtà che, per quanto assurda, bisogna sapere guardare in faccia. Perché non si vorrebbe che la morte di Battista Locatelll si imponesse soltanto per il suo lato drammatico, cosi isolato e poi tormentoso nel nostro ricordo come tante altre sciagure e molte altre vittime. Vorremmo Invece che essa sollevasse in maniera decisa e, nelle possibilità umane, anche definitiva, l'antico problema della sicurezza e della protezione di chi lavora. SI parla di automazione, si discute di nuovi sistemi per produrre sempre di più e sempre in minor tempo, ma ugual, mente ogni anno le officine, le fabbriche, 1 cantieri di tutto il mondo divorano numerose vittime. Nei profondo delle miniere o davanti alle bocche degli altlforni, come in molte altre attività umane, 11 disastro imponderabile è sempre in agguato. Lo sappiamo; ma lo si vorrebbe davvero e sempre imponderabile. L'angoscia di fronte alla scomparsa di Battista Locatelll (e in simile occasione questa voce del verbo scomparire non è un fiore della pietà umana) nasce proprio nel vedere come sia sufficiente un attimo di distrazione, od una mossa repentina, od un gesto male calcolato, per diventare vittime di un irrimediabile, incidente. Sebbene la cronaca di ogni giorno faccia di tutto per abituarci a terribili spettacoli di morte, questa dell'operaio di Sesto San Giovanni ci colpisce in maniera particolare, sollevando dentro di noi troppe domande. Adesso, come già si sa, c'è la solita coda di un'inchiesta per esaminare se le norme di sicurezza erano' rispettate ne] momento della sciagura. Ma non si capisce che il nocciolo della questione è tutto qua? Infatti, anche supponendo, come ci auguriamo, che tutte queste norme furono rispettate, ciò significa che esse sono vecchie, superate e imperfette. Che esse non bastano più. Che esse vanno radicalmente mutate. Vorremmo, sebbene non sia ormai più possibile, ribellarci al pensiero che un operalo possa cadere In un mastello pieno di acciaio liquido come un moscerino può ca¬ dere in una pentola piena di acqua bollente. Il paragone è duro, ma non siamo noi a sceglierlo. E' la realtà che ce lo offre. Enrico Emanuelli

Persone citate: Battista, Battista Locatelll

Luoghi citati: Sesto San Giovanni