I veterani del traforo si riuniscono al Sempione
I veterani del traforo si riuniscono al Sempione I veterani del traforo si riuniscono al Sempione Nel quadro delie manifestazioni per il ànqaantenario il 16 maggio sarà inaugurata a Ginevra una mostra d'arte e a i i l a e i à l i r , l i l e e . (Dal nostro inviato speciale) Trecate, 4 maggio. La feste per il cinquantenario del traforo del Sempione prevedono tre giornate essenziali: 16 maggio, vernice dell'esposizione Arte e Ferrovie, al Museo d'arte e di storia di Ginevra, esposizione ohe durerà un mese e che raccoglierà tele ed altri oggetti d'arte (specialmente della scuola impressionista) su soggetti ferroviari, prestati dall'Italia, dalla Francia e dalla Svizzera; 17 maggio, giorno consacrato all'Italia. Sono previste diverse manifestazioni a Milano, presenti l'on. Markus Feldmann, presidente della Confederazione Svizzera e l'on. Giovanni Gronchi, presidente della Repubblica Italiana; 18 maggio, giorno della Svizzera. I due Presidenti raggiungeranno Briga in treno speciale e successivamente Losanna. A Briga, tra l'altro, sarà reso omaggio ai veterani della costruzione del traforo. Un anticipo, diremo così, di quest'omaggio, su piccola sca- i : j e 1111 < 111111111 i i r 11 ; 111111111111 m ] i > i ! i > 11 f 11 r 111 e 1111 ■ la, avverrà dopodomani a Isella di Trasquera, stazione iniziale del traforo da parta italiana. Sono invitati tutti I veterani della provincia di Novara e quelli residenti nella zona di Briga: rispettivamente 116 e 30, Un notevole gruppetto di novaresi si trova a Trecate. Essi sono: Paolo Almasio, Pietro e Giuseppe Quaglio (fratelli), Francesco Slittino, Pietro Rosina. Andiamo a cercarli, per qualche ricordo. Non ne troveremo che tre ma ce n'è quanto basta per un efficace salto panoramico di oltre mezzo secolo indietro. Il primo in cui c'imbattiamo è Giuseppe Guaglio. Ha 82 an ni, ma è ancora diritto e agile. Fece due « campagne » del Sempione, 1899 (10 mesi), 1900 (7 mesi). Allora si chiamava « campagna » il periodo lavorativo migratorio, tra un inverno e l'altro. Egli era manovale e non per l'interno del traforo, — Si guadagnava quanto? — Tra lire e quaranta al giorno. Pocuoeio, ma una vera e propria benedizione nei confronti delle paghe' locali che non superavano una lira e 50. Il fratello di Giuseppe Guaglio, Pietro guadagnava di più: 4 lire al giorno. La paga delle gallerìe. Andiamo a sentire anche lui. Egli è il fratello maggiore: 86 anni. Non è In casa. Però, ci dice sua moglie, non può tardare. E' andato soltanto a ■prendere il latte. In bicicletta. Eccolo. La sua bicicletta ha press'a poco l'età del traforo del Sempione, ma si vogliono bene da. tanto tempo, e cammina. Egli possiede una piccola casa cori orto. Un orto ben messo. Lo lavora lui. Forse ier questo è un po' curvo. Pietro Guaglio ricorda il Sempiont. come un lontano episodio della sua vita di lavoro. Poiché la sua vita non è stata altro che famiglia e lavoro, e questo da « tirar forte » per quella. « All'interno — egli dice — era brutto. E' venuto anche un colpo di acqua bollente. Ma nessuno aveva paura era studiato ben... ». Pietro Rosina fu tra i giovanissimi del Sempione. Appena 13 anni. Adesso ne ha 73. « Serviva » un muratore a 2 lire e 20 il giorno. Anche lui ha una casa. Ma non è nàta dal Sempione. Essa è figlia dal Congo Belga. Al Sempione, il Rosina restò soltanto sei mesi. Al Congo Belerà, guadagnava 2 mila e 500 franchi l'anno, tutto spesato. Un capitalista. a. a.
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