La morte del Presidente Manfredini prova l'angoscia di chi deve, giudicare

La morte del Presidente Manfredini prova l'angoscia di chi deve, giudicare La commemorazione ufficiale al palazzo di Giustizia La morte del Presidente Manfredini prova l'angoscia di chi deve, giudicare Hanno parlato il P. 6. Nigro, l'avv. Fiasconaro e il Presidente Alvazzi Delfrate Il presidente, della seconda sezione penale della Corte di appello Giuseppe Manfredini si è. ucciso lasciando scritto che non poteva sopravvivere al tremendo dubbio di aver emesso una sentenza ingiusta. Il suo gesto come va inteso? Qua!^ significato può assumere ? La commemorazione ufficiale di ieri mattina ha tentato di dare una rispoeta a questi interrogativi. Nell'aula della I sezione della Corte di appello, alla presenza di tutti i magistrati e degli avvocati, hanno parlato 11 Procuratore generale Nigro, l'avvocato Fiasconaro, presidente dellOrdlne forense, il presidente Alvazzi Delfrate, in sostituzione del primo presidente De Litala, tuttora ammalato. Si è iniziata alle 9,30. Il P. G. Nigro ha detto: «Il presidente Manfredini era troppo solo nel lavoro e negli affetti. Sicché nessun conforto traeva nei momenti di sosta, quando la mente e l'animo sono stanchi e si cerca e si desidera riposare nell'Intimità delia propria casa ir. « La vita è dono supremo, e gioia e sofferenza cosi come la nostra natura umana e le. sue vicende di aspirazioni, disinganni, asprezze fatalmente comportano a. « Nella tragiciu del fatto e del raptus che ha penato il collega insigne a troncare la vita, inchiniamoci alla suprema angoscia di cosi doloroso, inatteso evento ». « Non giudichiamo nè i motivi ne il gesto. Inchiniamoci ed accompagniamo il trapasso di questo giusto, clie fu soltanto ingiusto verso sé stesso, con la speranza e la preghiera che la Bontà intini ta accolga l'anima travagliata del Collega valoroso e rimpianto >. Dopo i>l Procuratore generale ha parlato l'avvocato fiasconaro. Ha detto che il gesto del presidente Manfredini va considerato come atto di sublime coraggio. Egli fu onesto e fu forte, dimostrando con una prova suprema di quale scrupolo si tormentava nella ricerca della verità. Il sacrificio che aa fatto dì sé etesso desta ammirazione. « Per noi era un amico ohe ha sempre .dimostrato senso di umanità e spirito di comprensione per quella che è l'opera de gli avvocati. A nome degli awo cat 1 esprimo 11 rimpianto più com mosso ». Ultimo il presidente Alvazzi Delfrate. « Come in un episodio giudiziale, normalmente portato alla nostra conoscenza, dopo il Pubblico Ministero, dopo l'Avvocato — egli ha iniziato — la pa rola definitiva dovrebbe essere detta dalla Giudicante, la quale è chiamata a dar vita a quell'atto ultimo che è la sentenza». Ma come il presidente Manfredini, «assalito da un Improvviso sgo mento, rifuggi dal pronunciare quella parola ultima, noi giudici poniamo a noi stessi il divieto sacro : non giudicare ,. Perché « le leggi della vita della morte non arrivano alle menti nostre di giudici uomini. Noi le Ignoriamo: le subiamo. Esse ci toccano, della loro attuazione restiamo vittime o siamo testimoni, ma esse continuano a rimanere piene di mistero ». Del collega Manfredini 1 giudici umanamente sanno soltanto questo: che gli volevano bene e che adesso non c'è più. Ma essi non gli chiedono ri perché del suo gesto. Piuttosto sentono di dover coglierne un significato. Il presidente Manfredini ha voluto ammonire « a quelli fra 1 giudici che — fatti men vigili dal ritmo di un quotidiano servizio, incln-.assero ad adagiarsi nella piatta abitudine — 11 giudicare è difficile ed importa un travaglio die deve essere sofferto ogni volta ». Ed ancora « che nel campo penale sta l'umanità più vera del diritto ». « Ed infine — poiché giova dir tutto — a quelli che, per una malintesa autorità fossero inclini a dimenticare ohe l'imputato è una creatura umana, meritevole, forse, di sanzione, ma non certo di vilipendio, egli ricorda che 11 prestigio della toga del magistrato penale si tutela incominciando col rispettar l'imputato » Alla vigilia del processo Migliarti, ultima sua ansia di giudice, Il presidente Manfredini er« rippAsccolamtasalededpderenstlabmPSIDIl era stanco. Disse od un collega: « Tra le pagine aride mi si smarrisce la mente. Che non sia l'ora per me di avere laggiù il mio pezzo di terrai ». Il presidente Alvazzi Delfrate si è rivolto allo scomparso: «Oggi tu l'hai,, amico, il tuo pezzo di terra. Sei nella glande calma. Noi, invece, più muchi, riprende inquieta la vita » Con queste parole si è chiusa la commemorazione. Sono stati letti i telegrammi di cordoglio dei primo presidente della Corte di Cassazione Ernesto Eula e del prof. Piero Calamandrei, presidente del Consiglio nazionale forense. Poi 1 magistrati nov.o tornati nelle loro aule, alle 10 sono state riprese le udienze e dal Palazzo di Giustizia è stata tolta la bandiera a mezz'asta. mini Mimi iiiiiiiiiniiiiiiii i ii