Un pazzo colpisce a martellate la moglie e i due figli nel sonno

Un pazzo colpisce a martellate la moglie e i due figli nel sonno Evaso due mesi fa da Colfegno non era più tornato in manicomio Un pazzo colpisce a martellate la moglie e i due figli nel sonno Le condizioni dei bimbi appaiono gravi, fuori pericolo la madre - Il terribile episodio è avvenuto all'alba a Volvera Dopo l'aggressione il pazzo tentò di ucciderai, quindi si rimise a letto • Il drammatico ammonimento di un altro figlio in una lettera giunta dal collegio: "Papà non bere, perché ti fa male,, - L'uomo riportato a Collegno La cronaca deve registrare oggi un altro grave episodio dovuto'a follia E' il terzo in pochi giorni. In un alloggio di corso Regio Parco 11 venerdì l'ex-albergatcre Pietro Mattioli, affetto da epiles- sia, uccise il figlio di 18 anni, quindi si suicidò. Sabato una giovane madre, Maria Patruno, si gettò dal quarto piano, in corso Trapani 70, subito dopo aver lanciato nel vuoto «1 proprio figlio di 4 anni che mori sul colpo; lei decedette il giorno dopo. Ieri mattina un uomo di 44 anni ha cercato di sterminare tutta la famiglia, moglie e due figli, colpendoli con martellate alla testa, poi ha tentato di uccidersi. E' anch'egli un epilettico e per giunta affetto da paranoia, già ricoverato per due volle hi un ospedale psichiatrico dal quale era anche fuggito. Il nuovo terribile episodio è accaduto in una cosa di Volvera, in via Gai 1, ieri mattina prima dell'alba. Il principale protagonista ò un operaio della Spa, Giuseppe Rocca, un uomo alto un metro e novanta, dalla corporatura poderosa, dallo sguardo duro, spesso bloccato In una fissità paurosa. Undici anni fa si era sposato <:on Teresa Belloni che ora ha 36 anni ed erano andati a vivere nella casa di via Gai, un alloggio di due camere e cucina, piccolo ma indipendente, che beneficiava di un largo cortile tutto per loro, recintato da un muro. I primi anni erano trascorsi in serenità. Vennero 1 figli: Vittorio, Mario, Eraldo che adesso contano dieci, nove e quattro anni. Col passare del tempo qualche ombra iiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii volo la pace familiare. Giuseppe si accostava spesso al vino e quando ciò accadeva diventava tristo, taciturno, si rifiutava di mangiare, ilssava un punto qualsiasi davanti a gè per lunghe ore. Sua moirlie io chiamava Inutilmente, tTa come se fosse assente. Il male andava scavando nella pur forte fibra dell'uomo. l'in: anni fa si manifestarono i primi sintomi in coincidenza di abbondanti libagioni. Le crisi rendevano 11 Racco furioso, poi 10 scuotevano in paurose convul Sion,. E anche quando egli aveva superato 11 momento critico era scontroso, irascibile, si avventava sulla moglie per del nonnulla, ia batteva, lo prendeva per i capelli e con la sua forza possente la sollevava da terra. Nel maggio dello scorso anno 11 medico condotto di Volvera, dottor Andre is, che curava- l'ammalato, lo Invitava a seguirlo nella propria au'o per accompagnarlo da uno specialista. Lo portava a Collegno dove 11 Rocca veniva riconosciuto pericoloso a sè e agli altri e ricoverato. Facevo ritorno alla propria casa un mese dopo, in condizioni migliorate. Ma non aveva perduto 11 vizio del bere e quondo béveva diventava minaccioso. Nell'ottobre lo coglieva una crisi méntre ero al lavoro. Lo si trasportava d'urgenza alle Molinette e di qui a Collegno. Vi rimaneva fino ai primi di gennaio del corrente anno. Un mattino, eludendo la sorveglianza dei guardiani, riusciva a scavalcare 11 muro di cinta e a fuggire. Dall'ospedale si organizzavano immediatamente ricerche in tutta la zona; ma qualche ora dopo si apprendeva che il Rocca era andato a casa, appariva tranquillo, solo desideroso di rimanere assieme alla famiglia, di riprendere il lavoro. La moglie si assumeva lo responsabilità d: ogni eventuale azione del marito ed otteneva cosi ohe egli potesse rimanere con sè e con ì figli Vittorio ed Eraldo. (Mark) aveva frattanto ottenuto di essere ammesso, a spese della ditta dove 11 padre lavorava, nel collegio di Fulvine, in quel di Casale). Erano trascorse alcune settimane di tranquillità, poi il Rocca ora nuovamente apparso turbato. Al medico confidavo a volte le sue pene: c Sento delle voci — gli dicevo. — Delle voci che mi dicono che lo Teresa mi tradisce;». Oppure «vedeva» cose Inesistenti: delie scritte sul muri nelle quali lo si insultava. La crisi ohe lo'ha-portato a compiere li tentativo di strage ha avuto 11 suo preludio nella giornata festiva del 25 aprile, con una grando bevuta. Ieri pomeriggio sua moglie, nel letto d'ospedale, avevo lo forza di ricordare. « Mercoledì ha bevuto quasi sei litri di vino — ha detto Teresa Bellond. — lo insistevo perché non bevesse, ma lui s'era seduto in cucina e continuava a bere una bottiglia dopo l'altra. L'indomani non s'è voluto alzore, nò ho voluto mangiare. Da allora non si è più mosso dal letto e non ha più toccato cibo ». Come si sia svolta la tragedia nessuno ha saputo stabilirlo: 1 bambini non sono In grado di parlare e la madre non ricorda. Presumibilmente la scena può essere cosi ricostruita: verso le 5 il Racco si è alzato, è uscito nel cortile ad armarsi di un martello, poi ha colpito la moglie, il figlio Vittorio che dormiva nello stesso letto e la bimba che dormivo nella cullo ".ccanto. Infine ha tentato di uccidersi con martellate alla testa, e non riuscendovi, si è armato di una man- naia e si è colpito al braccio sinistro, quindi è tornato a sdraiarsi al suo posto. La moglie, sorpresa nel sonno, aveva perso subito i sensi, come pure la bambina. Il ragazzo, sebbene gravemente ferito, riusciva ancora ad alzarsi e senza gridare si trascinava nel cor'"e, saliva per la scala esterna, andava a rifugiarsi nella cornerò supcriore e si accasclava sul letto del fratello elio si trova in collegio. Qui è stato trovato al mattino con il cranio fratturato, senza conoscenza. Due ore dopo l'aggressione la moglie riprese i sensi. Esso racconto: «Allo sette mi psrve di svegliarmi e mi occorsi di avere lo faccia bagnata, credevo di sudare, ma poi vidi che era sangue, anche l'Eralda e Giuseppe erano insanguinati. "Cosa hai fatto?" chiesi a mio marito, ma lui teneva sempre gli occhi fissi al soffitto. Allora sono uscita fin nel cortile e ho chiamato aiuto >. « Pietà, aiuto,' abbiate compassione di noi » gridava la povera donna. Le sue parole sono state udite da Zeveria Racca di 32 anni 11 cui cortile confino con quello di Giuseppe Rocca del quale non è parente. Si è alzata in punto di aiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiimi piedi per vedere oltre H muro ed ha scorto la donna sulla soglia che si teneva la testa con le mani. Allora è andata a dare l'allarmo nello cascine vicine. Per primo è accorso Giuseppe Grandi» di 43 anni, un fattorino della stazione di Porto Nuovo che era appena rientrato dal lovoro e Btava per andare a letto. Ha sfondato con una spallata 11 portone che Immette nel cortile del Racco ed 6 entrato nella loro camera. Anche la donna era tornata a letto a fianco del marito. Altra gente accorreva. SI telefonava al carabinieri e alla Croce Rossa, si chiamava il medico che di 11 a poco prestava le prime medicazioni ai feriti. I più gravi apparivano subito la bambina e il ragazzo. Mentre si era in attesa della Croce Rossa giungeva il postino con una lettera. Era una lettera di Mario, il ragazzo in collegio. La madre invitava con un cenno una amica che le era al fianco, la signora Pierina Cònterlo, a prenderla lei. Nelle parole scritte dal ragazzo c'è un ammonimento che ora appare drammatico. Scriveva Mario il 26 aprile dopo 1 saluti e le notizie sul collegio : « Mammo, di a Vittorio che studi, perché, se non studia, un altro anno sarò con lui e lo farò studiare lo. È di a papà che non bevo più, perché lo so che gli fa mole ». I feriti sono stati portoti con due autoambulanze alle Molinette dove i medici si sono prodigati a prestar loro ogni amorevole cura. La madre presenta contusioni ed ecchimosi alla nuca e al viso ma le sue condizioni non sembrano gravi ; Eraldo ha la frattura dell'osso frontale e Vittorio del parietale sinistro con affondamento dell'osso. Nel pomeriggio di ieri i.due ragazzi sono stati sottoposti a difficili interventi chirurgici. Giuseppe Racca presenta qualche contusione al capo e un taglio al braccio sinistro, nullo di preoccupante. Alle 18 di ieri, con un'autoambulanza scortata da due carabinieri, è stato accompagnato all'Istituto Psichiatrico di Collegno. Egli continua a mantenere un atteggiamento impassibile e a rifiutare il cibo. A chi gli chiede insistentemente perché ha agito In onesto modo, risponde con un filo di voce: «Lo dovevo fare primo o poi: era destino ». Giuseppe Bacca di 44 anni La piccola Umidii di 4 anni Teresa Belloni In Bacca

Luoghi citati: Casale, Collegno, Volvera