Il P.G. chiede non sia più giudicato V ex - ergastolano condannato in Francia

Il P.G. chiede non sia più giudicato V ex - ergastolano condannato in Francia Ima requisitoria, è aiata depositata ìmm cancelleria Il P.G. chiede non sia più giudicato V ex - ergastolano condannato in Francia Il muratore che compi una rapina a Marsiglia e poi evase dal carcere rifacendosi una vita non è punibile perchè rientrato in Italia da oltre tre anni - La sentenza si avrà a giorni: è certo che la richiesta sarà accolta e a , e , (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 18 aprile. Un giornalista ha portato oggi ad Alfonso Poggio la notizia che il suo caso giudiziario era stato felicemente risolto. Egli stava lavorando in un cantiere edile nell'interno dello zuccherificio di Spinetta Marengo, e si presentò con un viso diffiden- tissimo. Il giornalista sorrise, iniiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin lieto che il mestiere gli offrisse l'occasione d'esser messaggero di gioia. < ilo una bella notizia per lei, signor Poggio >. Il suo sguardo cercò di scrutare oltre le parole. < Di che cosa st trattat » disse dominando l'ansia. < Tutto finito, per quella faccenda di Marsiglia > continuò il giornalista. E aggiunse: < Questa mattina è stata conclusa l'istruttoria con una richiesta di archiviazione ». Dapprima Alfonso Poggio parve non capire; poi le sue labbra si aprirono per dire qualcosa, ina un singhiozzo spezzò la voce mentre gli occhi gli si empivano di lacrime. Paradossale e amara la vicenda di cui egli è stato protagonista. Onesto operaio in Francia, viene coinvolto in una rapina e si prende una condanna all'ergastolo; evade, ripara in Italia, ridiventa un onesto e stimato operaio, e quando si è ricostruita una vita serena e laboriosa, la Giustizia lo riagguanta. Oggi deve la sua salvezza all'art. 128 del nostro Codice Penale. Alfonso Poggio è nato 42 anni fa a Marsiglia da genitori piemontesi. Aveva sedici anni quando il padre lo fece naturalizzare cittadino francese, Nel '39 egli sposò una ragazza genovese emigrata a Marsiglia, Maria Ru; nel maggio successivo nacque Paola, che oggi frequenta le scuole tecniche di Alessandria, ed è intelligente, studiosa, è la prima della classe. Alfonso Poggio faceva l'autista di un'impresa edile. Finita la guerra, vennero la disoccupazione e le cattive amicizie. Tre cattivi a..i«ci lo indussero nel '46 a commettere una rapina in danno del fattorino d'una banca: bottino, S8S mila franchi. Egli si era limitato a guidare la macchina. Arrestato ai primi del 'VI, pochi mesi dopo riuscì a evadere e a entrare clandestinamente in Italia. Nel '49 la Corte d'Assise di Marsiglia lo c indicò in contumacia, e accusatissimo dai complici, si ebbe una condanna all'ergastolo. m Alfonso Poggio era riparato a Fubine, presso lo zio paterno Alessandro, che gli diede lavoro nella sua cascina Rocca Bianca. Nel '48 lo raggiunsero la moglie e la figlia, e tutto sembrava dimenticato, quando ebbe la notizia della condanna all'ergastolo. Paola aveva finito le elementari; per farle frequentare le medie, la famiglia decise di trasferirsi ad Alessandria. Fu trovato un modesto alloggio di due stanze al iitiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin pianterreno di via Vochieri 25. Alfonso Poggio s'iscrisse alla anagrafe, trovò lavoro come muratore in un'impresa di costruzioni edili. Era stimato e benvoluto da tutti, lavorava, era sereno; la vita era tornata come prima di quell'oscuro episodio della rapina. Una brutta faccenda dimenticata. Ma non tutti l'avevano dimenticata. Una lettera anonima giunse alle autorità francesi, nella quale si davano notizie del ricercato Alfonso Poggio. Le autorità francesi, tramite l'Interpol, interessarono quelle italiano perchè l'< ergastolanoy venisse arrestato ed estradato in Francia. Egli fu arrestato il 27 novembre dello scorso anno e trasferito a Torino, la cui Corte di Appello doveva decidere sulla richiesta di estradizione. Esa minate bene le sue carte, i magistrati italiani rilevarono che poiché egli era stato naturalizzato francese quando era minorenne, la naturalizzazione non era valida; egli cioè non aveva affatto perduto la cittadinanza italiana. Le autorità italiane negarono allora infatti l'estradizione. Decisero però di giudicarlo in Italia per lo stesso reato di rapina. Concessagli, il S4 gennaio, la libertà provvisoria, lo rimandarono ad Alessandria, e a suo carico venne iniziata una istruttoria formale. Ma il giudice istruttore dott. Buzio aveva appena cominciato l'esame dei fatti, quando gli balzò l'evi denso dell'art. 128 del Codice penale. Esso dice che quando un cittadino italiano commette all'estero un reato in danno di un suddito straniero, non può essere giudicato in Italia se egli è rientrato nel nostro territorio da più di tre anni. E Alfonso Poggio era rientrato in Italia nel '47. / "H stessi risultati pervenne a sua volta il P. M. dottor Aragnetti. Ed è appunto di questa mattina il deposito in cancelleria della sua richiesta In essa infatti il magistrato afferma che per l'applicazione dell'art. 128 Alfonso Poggio non è punibile. (Ma anche se fosse stato giudicato da una nostra Corte d'Assise, avrebbe avuto una pena mite, interamente annullata dai condoni). Il fascicolo è tornato ai giudice istruttore Buzio, ed è prevedibile che fra un paio di giorni egli confermerà la richiesta del P. M. Aragnetti. Alfonso Poggio vedrà finalmente concludere la sua avventurosa parabola. < Ergastolano » in Francia per le conseguenze di uno sciagurato momento, ma onesto e laborioso e incensurato cittadino in Italia. Questo gli spiegò il giornalista nel dargli la notizia. Egli si asciugò le lacrime col dorso delia mano macchiala di calce. < Sono contento per la mia bambina » disse; e ancora la voce gli tremava. <Per la mia bambina che fa tanto bene a scuolay. Sorrise, accese con un piacere insolito la sigaretta che gli veniva offerta, ne trasse una lunga boccata. <Era una storia vecchia, una, storia senza senso > disse. « E questo è il più bel regalo che potessi sperare. Più che se avessi fatto tredici al totocalcio ». Rideva, e continuava a stringere la mano al giornalista. , • g. Ti Alfonso Poggio di 42 anni