Vivace confronto fra l'on. Ortona e l'ex-comandante giellista «Monti» di Giovanni Giovannini

Vivace confronto fra l'on. Ortona e l'ex-comandante giellista «Monti» Udtleomo drammatica, al processo contro il latitante JMoraxMino Vivace confronto fra l'on. Ortona e l'ex-comandante giellista «Monti» Il commissario garibaldino sostiene, con altri testi comunisti, che l'imputato si rivolse al Comando superiore prima dell'eccidio - «Monti» nega recisamente - Ha deposto anche Sandro Pertini - Una lettera del direttore del seminario di Biella iitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii(Dal nostro inviato speciale) Firenze, 16 aprile. Dopo cinque giornate di sospensione il processo Moranino è ripreso oggi (lavanti alla Corte d'Assise con la sfilata dell'ultimo gruppo di testi citati dalla difesa. Si è ripresentato Quinto Antonietta, il comandante di zona dal quale dipendeva Moranino, e del quale, nell'ultima udienza, il Pubblico Ministero Remaschi aveva chiesto l'arresto per falsa testimonianza (con riserva però che è stata mantenuta dato che del provvedimento non se n'è più fatto niente); 6 venuto Anello Poma, che era commissario politico dello stesso comando; ed è comparso l'onorevole comunista Silvio Ortona anch'egli capo dello stato maggiore delle Divisioni Garibaldi nel Biéllese. Tutti e tre hanno sostenuto la veridicità della tesi difensiva: che Moranino, cioè, avrebbe fatto uccidere t cinque della missione Strasserra e le due donne solo dopo avere ottenuto la autorizzazione del superiore comando di zona, e che conseguentemente non potrebbe es¬ sergli addossata la responsabilità dell'eccidio. < Moranino — ha narrato ad esempio l'on. Ortona — venne un ' giorno da noi al comando e ci parlò di un gruppo^di spie che egli intendeva eliminare per ragioni di sicurezza; non ricordo óra né il nome nè la natura dei dubbi, ma ricordo che in conclusione gli dicemmo di essere d'accordo con lui su quello che voleva fare ». Presidente — Di tutto ciò venne redatto un rapporto ? Teste — No. Presidente — C'erano direttive in questo senso? Teste — Non lo so (raramente — aggiungerà più tardi—si stendevano rapporti; ci si limitava a segnalare: Spie eliminate numero tot). Presidente — Dell'uccisione delle due donne cosa ci sa direi Teste — Non ricordo nulla: in quel periodo era in corso un grande rastrellamento. Sentiamo analogo racconto da Anello Poma, esponente comunista' di Biella. Poma — Moranino venne a informarci che aveva arrestaiiiriiiiiiitiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiin tà i cinque, che in base agli ao e a e è e e elementi in suo possesso aveva concluso trattarsi di spie, e che aveva pertanto deciso di eliminarli. Noi concordammo. Presidente — Avvenuta l'esecuzione dei cinque ne foste informati T Teste — Non ricordo, Presidente — E dell'uccisione delle due donne, aveste notizia primo o dopo' Teste — Anche prima. Presidente — Lei da chi to seppe? Teste — Da chit Mi pare da Moranino. Presidente — Non gli chiese il perchè? Teste — Si: mi rispose che si trattava delle mogli di due spie giustiziate, pericolose dato il grande rastrellamento in corso, e quindi da sopprimere per ragioni di sicurezza. A turbare l'unanimità di queste deposizioni è venuto però, nel pomeriggio, la testimor nianza del dottor Felice Mautino, un industriale torinese che nel novembre '44 all'epoca dell'eccidio Strasserra era capo di una divisione <?. L. e vicecomandante del famoso Comando Superiore di Zona con Antonietti, Poma, Ortona e Marchisio. < Questo organismo — gli chiede il Presidente — fu informato dell'ordine di sop pressione ? >. Mautino — Io non ebbi mai nessuna comunicazione sull'argomento. Presidente — Ha mai sentito che della cosa se ne sia a suo tempo parlato tra Moranino e gli altri membri del comando? Teste — No, mai. Di un fat to del genere ebbi notizia solo qualche mese dopo, nel marzo del '^5, ma non sono nemmeno sicuro che si trattasse di questo e di queste persone. Viene richiamato al banco dei testimoni anche l'on. Ortona e si procede a un confronto fra i due: è un contrasto continuo. Ortona comincia col negare di essere stato vice-commissario di zona e Mautino afferma di si, tirando fuori delle carte da una capace borsa. Ortona dichiara che l'altro non è mai stato fisso al comando di zona, e Mautino ribatte di sì relativamente almeno al periodo fra il £8 novembre 1944 e il S gennaio 1945. Il primo sostiene che « Monti » non era con lui in un certo spostamento, e l'ex-giellista si mette ad elencare i posti dove sostarono insieme, le donne che li ospitarono, i salami che mangiarono. E così via; ma veniamo ad un punto più importante. La difesa presenta, ed il Presidente legge, un ordine del giorno dell'll dicembre 1951, ripubblicato in questi giorni sul settimanale comunista di Biella, in cui si dice che « i fatti addebitati all'on. Moranino furono dovuti alle esigenze della guerriglia e della vigilanza e difesa sia delle formazioni che della popolazione: ne consegue che il comando nel vagliare e concedere l'autorizzazione alle esecuzioni tenne presenti le circostanze e si attenne alle superiori disposizioni >. Sotto questo testo, figu rano le firme di diversi comandanti partigiani del Biéllese, fra le altre anche quella di Felice Mautino: « Fu lui personalmente — afferma Ortona — a dettarlo nella sede dell'ANPI di Biella, io aggiunsi solo qualche correzione >. Mautino — A quella riunione io effettivamente intervenni, ma non ricordo se il testo fosse proprio^ di questo tenore. La difesa fa tornare a de porre l'Antonietti e il Marchi utdsdsasio, t quali erano presenti «"«riunione di Biella e conferma- no quanto sostiene l'on. Orto- na, il quale afferma anche che Mautino avrebbe confermato tale suo atteggiamento l'anno scorso ad Ivrea, in un ricevimento presso privati. L'interessato nega. Avv. Fortini (Parte Civile) — Veniamo al succo. Lei dottor Mautino, fu o no informato delle esecuzioni nella sua qualità di vicecomandante di zona? Mautino — Ho già giurato: no. Tralasciamo altri elementi affiorati nelle due lunghe udienze odierne aperte in mattinata con la testimonianza del vicesegretario del P.S.I., on. Pertini, che ha insistito sulla estrema pericolosità dello spionaggio nella guerra partigiana e sulle doti di comandante di Moranino che De Qasperi non disdegnò di avere come sottosegretario in un suo Gabinetto. A proposito delle accuse del teste Bonvicini, secondo il quale l'imputato tramò con un ufficiale tedesco la distruzione della missione alleata « Cherokee », è infine da registrare — oltre alla sdegnata dichiarazione di Ortona che ha accennato all'intenzione di reagire penalmente — una lettera di don Antonio Ferraris, rettore del Seminario vescovile di Biella; il sacerdote esclude che vi sia stato tradimento poiché tenace fu la resistenza partigiana all'assalto nemico per tutta la giornata in cui il capo della « Cherokee » fu fatto prigioniero dai tedeschi. Domani, ultima giornata di deposizioni: poi, le arringhe. Giovanni Giovannini :>6 >*>> l'I !: Zl£ I testimoni Mautino 8 on. Ortona davanti a gladio! (Tel.)

Luoghi citati: Biella, Firenze, Ivrea, Ortona