La D. C. prepara il programma per le elezioni amministrative di Enzo Forcella

La D. C. prepara il programma per le elezioni amministrative La D. C. prepara il programma per le elezioni amministrative Animata discussione al Consiglio Nazionale del partito - Pastore chiede nn "centrismo dinamico,, che guardi a sinistra - Sceiba vuole nn anticomunismo più accentuato - Il manifesto conclusivo sarà preparato da Fanfani assieme ad una ristretta commissione - Rebecchini rinuncia alla candidatura a sindaco di Roma -1 repubblicani mm accettano nella capitale l'alleanza con i radicali e Unità Popolare Soma, 16 aprile. La Democrazia Cristiana renderà noto il testo definitivo del suo programma per le prossime elezioni amministrative soltanto tra un palo di giorni. .Si pensava che esso potesse essere approvato dal Consiglio nazionale del Partito, che si è riunito stamane per esaminare le proposte formulate dall'assemblea dei dirigenti. Ma, dopo una breve discussione, si è ritenuto più opportuno affidarne la stesura ad una Commissione ristretta, composta da sette consiglieri e presieduta dal segretario politico. Può darsi che la procedura, più lenta del previsto, sia state, consigliata dalla preoccupazione di mettere ordine tra le numerose ed a volte contrastanti esigenze prospettate durante i lavori dei giorni scorsi. Il problema delle autonomie locali, ad esempio, ha rivelato differenze d'impostazione notevoli non solo tra i dirigenti periferici del Partito, ma anche tra taluni dirigenti centrali. Sceiba — che non aveva preso la parola nelle riunioni dell'assemblea nazionale — stamane ha detto francamente al Consiglio che < è inutile parlare di autonomie comunali sino a che non sia risolto radicalmente il problema della finanza locale e quello dell'ordinamento regionale». Inoltre — come ha rilevato lo stesso Sceiba —sarà necessario stabilire una graduazione di valore tra le molteplici proposte presentate nei giorni scorsi. Per quanto accentuate possano essere le diversità d'impostazione del programma amministrativo, comunque, rimane confermato e concordemente accettato l'inquadramento politico di carattere generale che Fanfani aveva dato alla campagna nella sua relazione introduttiva. La D.C. si manterrà ancorata all'impostazione centrista con cui si è caratterizzata negli anni passati e respinge ogni sollecitazione revisionistica, a destra come a sinistra. Ci sono varie accezioni del centrismo, naturalmente, e non a caso in taluni ambienti democristiani già si è cominciata ad introdurre una distinzione tra «ideologia» e «politica»: l'ideologia impone al Partito di maggioranza di rimanere sulle sue vecchie posizioni, se non altro in nome di quell'interclassismo che sta alla base del suoi princìpi. La « politica > potrà consigliare, a tempo e luogo, di accettare soluzioni meno rigide; ma questi sono solo accenni, il discorso non potrà essere ripreso e sviluppato, eventualmente, che dopo la consultazione elettorale. Per il momeno -ci si è limitati a mettere meglio a fuoco l'impostazione politica generale definita da Fanfani. Il breve dibattito di stamane al Consiglio nazionale ha offerto da questo punto di vista indicazioni interessanti. Pastora, in un lungo ed approfondi'o i-n- o terventó, ha riproposto risolutamente l'esigenza di un « centrismo dinamico», che pur mantenendo ferma l'opposizione ai due partiti di estrema sinistra, non rinunci ad allargare la base democratica in questa direzione e che, soprattutto, non lasci nessun dubbio di cedimenti a destra. " «Non vorremmo— ha preci sato il leader sindacale — ohe l'esigenza di stare in guardia contro il pericolo rappresentato dagli atteggiamenti del P.S.I. abbia fatto dimenticare a certi nòstri amici il pericolo dell'alternativa di destra, tanto più che è ormai evidente che la destra intende fare della battaglia per le libertà una semplice copertura della sua ostilità alle riforme sociali. Non soffermiamoci .sugli aspetti marginali della polemica anticomunista, affrontiamone le questioni di fondo. La condanna dello stainismo non è un episodio, ma la dimostrazione concreta della fallacità del sistema. E' una conferma che siamo sulla strada giusta, ma proprio per questo dobbiamo evitare di lasciare il fianco scoperto alle critiche di collusioni con la destra. La < triplice » degli imprenditori è stata, oltre tutto, un formidabile errore politico e la D. C. deve dire ben chiaro non solo che non ha nulla a che fare con essa, ma anche che non accetta alcuna inframmettenza di natura elettorale. « Si stia inoltre ben attenti agli alleati. La collaborazione con gli altri partiti del centro ha valore nella misura in cui esprime una politica attiva, con un minimo di programma che vada incontro alle aspettative sociali del Paese. Malagodl sta tirando troppo la corda, non gli si può consentire di presentarsi come freno dei democristiani o dei socialdemocratici. Dopo i patti agrari, è ora il momento dell'-l.R.l., e dell'obbligatorietà dei patti di lavoro. Siamo ad un punto limite oltre 11 quale snaturiamo il volto stesso del nostro partito. L'on. Malagodl deve scegliere: se vuole la rottura, abbia il coraggio di dichiararlo ». Sulla stessa linea si è posto anche Donat-Cattin: «E' obiettivamente difficile il recupero delle masse popolari sino a che esiste la presunzione di condizionamenti da parte delle forze economiche e privilegiate. Sarà, tutt'al più, un addomesticamento paternalistico che avrà il tempo segnato. Non dimentichiamo ohe, se la liberazione degli < autonomisti » dalla sinistra si attuasse in queste condizioni, si risolverebbe, come già nel '47, in un semplice distacco dei capi dalle masse». E Galloni, uno degli esponenti del Consiglio nazionale più a sinistra, ha suffragato questi avvertimenti con una richiesta di maggiore precisione programmatica, sul piano, politico ed ideologico, raccomandando di legare i programmi locali di sviluppo allo schema di pianificazione nazionale studiato da Vainoni. Sceiba ha espresso le sue riserve, come già si è accennato, sul programma amministrativo, ma ha aderito pienamente con l'impostazione politica di Fanfani, di cui ha cercato di accentuare l'Iniziativa anticomunista. «Il partito deve lare ogni sforzo per trasformare quella che oggi è la ritirata strategica del comunismo In una rotta politica, utilizzando immdestcoctagarapTtrnpgsocozisidasecodatotilacrda< ziRalriedinlasileconrepeinladladdfmcnztucdgOhhtdoLni l'ricpqgrregdeczrgdccabsnella misura in cui la D. C. saprà rimanere fedele alle sue posizioni potrà, per il futuro, le posizioni di vantaggio. Solol imporre e non subire 1 problemi e le scelte politiche». Fanfani, nella sua replica, ha definito < breve e succosa » questa discussione, che in effetti, come si è visto, non ha mancato di interesse. E si è limitato a prendere atto che tutti gli intervenuti avevano aderito all'Indirizzo politico della sua relazione senza riprendere «d approfondire gli interrogativi politici che pur essi ponevano. Tutt'al più, se si vuol leggere tra le righe, si potrà notare che non ha più posto i problemi post-elettorali nei termini rigidi che aveva usato nel discorso dell'E.U.R. < La tempestiva convocazione del Consiglio nazionale per la domenica successiva alle elezioni — ha ricordato — indica che intendiamo seguire le vicende elettorali con la massima cura e trarre da esse, nel più assoluto rispetto della linea politica del partito, 11 massimo vantaggio per la continuità della vita democratica del Paese ». La cronaca, per oggi, non ha da registrare ancora che alcuni < fatti minori » della preparazione delle liste. Il sindaco di Roma uscente. Rebecchini, si è alfine lasciato convincere a non riproporre la sua candidatura ed ha accettato di presentarsi in un collegio provinciale, con la tacita intesa che sarà il presidente della giunta provinciale sé il suo partito riuscirà a conquistare la maggioranza. Il nuovo capolista dovrebbe essere Il sen. Umberto Tupini, che per altro esita ad abbandonare, in caso di vittoria, il seggio parlamentare. I repubblicani romani hanno deciso di presentarsi isolati, lasciando cosi cadere l'offerta di lista unica avanzata dai radicali e da Unità Popolare. E' facile che, senza il terzo elemento, anche i due gruppi di centro-sinistra finiscano per rinunciare alla progettata alleanza: con poco vantaggio, purtroppo, per quel processo ' di unificazione delle forze laiche che pure tutti, a cominciare dai repubblicani, vanno perseguendo. Enzo Forcella

Persone citate: Donat-cattin, Fanfani, Galloni, Rebecchini, Umberto Tupini

Luoghi citati: Roma