Nenni conferma lo scelta democratica ma mantiene ancora l'alleanza col PCI

Nenni conferma lo scelta democratica ma mantiene ancora l'alleanza col PCI Nenni conferma lo scelta democraticama mantiene ancora l'alleanza col PCI «L'adesione al metodo parlamentare è senza riserve; ma, volentiio nolenti, la classe operaia ò in buona parte rappresentata dai comunisti» - «La politica unitaria non impedirà l'adempimento degli impegni democratici» - Le prospettive per nuovi rapporti coi socialdemocratici: il PSI resta fedele alla dottrina marxista - La delegazione nenniana abbandona il congresso dei partigiani della pace Roma, 9 aprile. Nenni ba aperto stamane con una lunga relazione i lavori del Comitato centrale del P. S. I., chiamato a definire la piattaforma programmatica del partito per le prossime elezioni amministrative. Il leader . socialista ha parlato diffusamente, e con franchezza, della revisione ideologica e politica impostata dal Congresso sovietico e dalla condanna del mito di Stalin. Ha ridimensionato, al lume di questi fatti, i rapporti con i comunisti e con l'Internazionale del socialismo democratico. Ha riproposto con rinnovata decisione il problema dell'* apertura a sinistra», vale a dire della collaborazione tra socialisti e democristiani, dando, infine, la sensazione dì voler sfruttare tutte le possibilità della campagna elettorale senza farsi impacciare troppo dai vincoli dell'c unità d'azione >. <I1 partito — ha precisato Nenni sin dalle prime battute del suo intervento — va alle elezioni senza preclusioni politiche, senza impegni precostituiti per la formazione delle Giunte. Se ci siamo battuti contro gli apparentamenti è stato anche per sfuggire al rigidismo dei blocchi prefigurati e contrapposti. Cercheremo dovunque sia possibile, di allargare a sinistra la base elettorale delle amministrazioni locali, prefigurando così la più vasta e maggiore operazione dell'apertura a sinistra sul piano nazionale >. Non è vero — ha proseguito U segretario del P.S.I. — che slamo imbarazzati a trattare della destalinizzazione. Abbiamo detto, e ripetiamo, che le elezioni non si faranno su Stalin ma siamo ben lungi dal sottovalutare l'Importanza di ciò che è avvenuto a Mosca e degli sviluppi che questi fatti potranno avere. In chiara polemica con la impostazione ufficiale dei comunisti italiani, Nenni ha affermato . che le novità emerse dai fatti di Mosca riguardano il piano ideologico non meno di quello politico, ed hanno bisogno ancora di molti chiarimenti per poter meritare un giudizio completamente positivo. < Una critica la quale si risolvesse in un rovesciamento del mito di Stalin non avrebbe nessuna serietà. Le deviazióni che la democrazia operala, ha subito nell'Unione Sovietica, la potenza attribuita alla burocrazia e alla polizia sono connaturate ad un determinato contesto storico che è da riprendere in esame nel suo complesso. Non ci sono responsabilità personali le quali possano servire da alibi alle responsabilità collettive >. La rivoluzione industriale e la rivoluzione culturale — ha spiegato Nenni — hanno creato una esigenza di libertà spirituale e politica che non può trovare soddisfazione in un semplice ritorno al partito e allo Stato del 1917-18. Bisogna liquidare ogni residuo di comunismo di guerra; riconsiderare la funzione del partito nello Stato, che dopo quarantanni non può essere più quella praticata nell'epoca staliniana o concepita da Lenin; applicare in tutte le istanze dello Stato la regola del controllo democratico, realizzare la separazione dei poteri, ape cialmente quella del potere giudiziario e dei suoi organi dal potere esecutivo che è il campo in cui le interferenze cono state più deleterie, sino a rendere necessarie oggi clamorose' riabilitazioni. Rajk non fu vittima di un errore giudiziario, ma di una macchinazione che lo portò alla più allucinante delle confessioni. Noi attendiamo dalla pubblicazione degli atti di riabilitazione 11 chiarimento di quesiti angosciosi che, se dovessero restare senza risposta, toglierebbero fiducia nella abilitazione, non meno di quanto la riabilitazione ha tolto fiducia nel procedimento che portò alla condanna. E' vero — ha aggiunto a questo punto 11 segretario del P.S.I. introducendo così nel suo intervento anche la nota dell'autocritica — molte volte no, esitiamo ad usare del nostro diritto e dovere di autocritica, temendo di favorire la propaganda avversaria. Non bisógna mai dimenticare che la verità è rivoluzionaria, e che il dogmatismo e il conformismo sono la negazione del marxismo. Raccogliamo l'ammonimento e la lezione che ci è venuta dalle ultime vicende. Se queste sono le odierne posizioni di Nenni in che cosa esse ancora si distinguono da quelle degli altri partiti democratici ed in che modo il leader differenzia la posizione del P.S.I. da quella degli altri partiti socialisti aderenti alla Internazionale socialdemocratica (11 Comisco)? Abbiamo sempre ritenuto — ha detto in sostanza il segretario del P.S.L — che il bolscevismo e lo Stato sovietico erano la via russa del socialismo, non la < via unica > del socialismo. Ma, nello stesso tempo, dopo la Rivoluzione di Ottobre slamo rimasti sempre ctosAdddlsretrtcnndtcllaEtdctcdrte convinti che il naturale centro di gravità del movimento operaio'mondiale si fosse spostato nell'Unione Sovietica. Abbiamo deplorato gli eccessi, denunciato gli errori, sforzandoci di collocare il cammino della rivoluzione sovietica nella società russa quale era, col suo retaggio di miseria, d'ignoranza, di immaturità liberale e democratica. Non abbiamo tuttavia mai voluto confondere le nostre posizioni con 1 tentativi capitalistici di soffocare la rivoluzione.: Il < nuovo corso » del comunismo sovietico' ci conforta nelle nostre speranze di una democratizzazione della socie tà sovietica e, al tempo stesso, ci fa- più sicuri nel difendere la c via democratica » come l'unica possibile in Paesi di alta civiltà come quelli della Europa occidentale. Ma attenti a non confondere la «via democratica» col riformismo come hanno fatto molte socialdemocrazie europee. La trasformazione della società che ci proponiamo non cessa di essere meno « rivoluzionaria » anche se -concepita e attuata in termini di pacifica evoluzione, con mezzi legali democratici. Negli stessi termini si pongono i rapporti con i comunisti. Non ài conquista una posizione di guida nella classe operala senza un adeguato' legame che si realizzi nell'azione. E, volenti o nolenti, la classe operala italiana è ancora in buona parte rappresentata nel P.C.I. La socialdemocrazia ha collaborato per anni con i. partiti borghesi, senza riuscire a condizionarli nè sul terreno della democrazia politica nè su quello delle riforme sociali. Perchè non si dovrebbe accettare l'appoggio delle masse comuniste condizionandole sul terreno democratico? In questi ultimi mesi, comunque, sono cambiate molte cose che consentono — sempre secondo Nenni — di rivedere i rapporti non solo con i comunisti, ma anche con le socialdemocrazie europee. Pur polemizzando sia con i socialdemocratici italiani che con il Comisco il segretario del P.S.I. ha lasciato capire che è disposto a fare dei passi, verso gli uni e verso l'altro. Si è spinto sino à prospettare la lontana possibilità di una nuova Internazionale, dove dovrebbero confluire il Cominform ed il Comisco. Ed al P.S.D.I. ha detto, in poche parole, che l'incontro tra 1 due partiti potrà procedere nella misura in cut essi contribuiranno a determinare le condizioni della « apertura a sinistra »; « Questa — ha concluso Nenni — è l'ora dei socialisti, se non ancora del socialismo» Si tratta di creare un rapporto di forze che consenta di condizionare una maggioranza decisa ad affrontare e risolvere 1 problemi politici e sociali del momento. Per conto nostro ribadiamo che la scelta della via democratica, della via parlamentare è senza riserve. Vogliamo la libertà per noi e la garantiremo a tutti gli altri. Lottiamo democraticamente per conquistare un maggior peso e per diventare quando sia possibile maggioranza: tale diritto come vale per noi vale per chi ci combatte, vale quando siamo minoranza e, a maggior ragione, quando fossimo maggioranza. La politica unitaria non limita e mai impedirà il leale adempimento di questi impegni ». Nel pomeriggio, alla ripresi' del lavori, sono cominciati gli interventi dei membri del Comitato centrale. Ne ha aperto la serie l'ex-segretario del partito, Jacometti di Novara, considerato un esponente autorevole della corrente dei cosiddetti autonomisti. In virtù di questa sua posizione, egli si sente ora < sulla cresta del l'onda », come suol dirsi, e difatti nói» senza soddisfazione ha inserito nel suo discorso espressioni come queste: < La U.R.S.S. ha cessato di essere lo Stato guida»; «Il mito stato abbattuto»; «Alla mentalità manichea che accettava l'U.R.S.S. in blocco o la respingeva in blopco, è subentrato in tutto 11 mondo lo spirito critico». Da queste enunciazioni di carattere generale, Jacometti è passato all'esame della posizione del P.S.I., rivendicando a questo, innanzitutto, il merito di aver sempre proceduto, senza aspettare licenza dai comunisti, alla ricerca ' della via italiana del socialismo, ma formulando al partito alcune critiche specifiche: la circolazione delle idee non sarebbe sufficiente; il gruppo dirigente attuale mostra una certa ten denza alla cristallizzazione; 11 quotidiano ufficiale, l'AvanU!, praticamente favorisce o se¬ ue questa involuzione di cenalismo burocratico. La conclusione è consistita ell'abbinamento di una racomandazione quasi caritateole (« Non bisogna in alcun modo profittare di quelle che ossono essere le difficoltà del .C.I. ») con un monito ragioato:. < E' tuttavia indispensaile" affermare 11 nostro parto e la posizione del nostro artito ». Su questo terreno lo ha imnedlatamente seguito il sucessivo oratore, il romano Paleschi, che ha cominciato a enunciare gli errori compiu dai socialisti mettendosi a imorchio del P.C.I. e delle ue iniziative. Così, ad esemlo, sarebbe sbagliato l'orienamento del partigiani della ace, il cu) movimento si è idotto ad un'alleanza fra 1 Paesi socialisti e l'opposizione ocialista nei Paesi capitalisti: iù giusta e positiva, secondo Palleschi, è, invece, la posizioe presa dalla eocialdemocra- Mebdcnpgtisplizttctpcsitndcia europea, sotto la guida de- ili Ollenhauer, Bevan e Mollet. gLa presa di posizione di que- nto Palleschi praticamente si-1 tnlfica una deplorazione del:latto che nei riguardi del pròlema della pace il P.S.I. abia finora interamente ed iniscriminatamente sposato la olitica estera dell'Unione Soietica: ma l'importanza della ua denuncia è che in essa on si riflette una posizione solata o personale. Essa è iuttosto l'eco delle dichiaraioni rese questa mattina dai appresentanti del P.S.I. nel Consiglio mondiale del movimento per la pace, Riccardo Lombardi, Achille Corona, Caoraao e Milillo. Costoro sono arrivati da Stoccolma, dove il Consiglio tiene sessione, senza attenderne le conclusioni, ed hanno riferito a Nenni che, per iniziativa di Corona, a Stoccolma è stata sostenuta la necessità di una profonda re visione dei metodi del Consiglio mondiale della pace. Secondo le informazioni portate dai reduci da Stoccolma, non solo i comunisti della delegazione italiana, Negarville e Sereni, ma anche il rappresenante sovietico Ilja Ehrenburg, avrebbero pacificamente preso atto della dichiarazione dei delegati del P.SJ. I lavori del Comitato centrae sono proseguiti con interventi di minore interesse poitico: il bolognese Armaroli ha parlato della situazióne del partito nella sua provincia,, dove la situazione si starebbe delincando favorevole ai socialisti. Un esame più completo e più vasto, ricco di cifre e indicazioni statistiche è stato poi compiuto da Lucio Luzzatto, con riguardo a tutta l'Italia, e con intonazione, anche n questo caso, ottimistica. Nella serata e nella prima parte della notte sono continuati i lavori, con un intervento, fra gli altri, di Rtccar fsièsciclpnnpdsdo Lombardi, il quale ha af-i fermato che un certo ridimen-1 sionamento dei partiti operai è nella logica delle cose e che non si può più usare acquiescenza alla considerazione che il passaggio di militanti od elettori dal P.C.I. al P.S.I. sia per essi un passo indietro o un passo avanti il passaggio contrario. I lavori termineranno domani notte con l'approvazione di una risoluzione che dovrebbe chiarire il concetto della apertura a sinistra: in sostanti P.S.I. si impegnerebbe ad offrire la propria collaborazione alla D. C. in quei Comuni dove ottenesse una largn affermazione. Enzo Forcella iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiii Fortini e Nenni ali* riunione dei socialisti (Telefoto) a 11 < i r 11111 i 11 ■ 1111111 m 111111111111111 ■ 111111111 i 11 f ■ 11 < i i 111 t i ■ i : r 11:111111111 i 11111111 { m 111 iiiiiiiiiiiiiiiiiii