Ambiguo comportamento di Moranino con i famigliari delle sette vittime

Ambiguo comportamento di Moranino con i famigliari delle sette vittime Genitori e figli dei partigiani uccisi parlano alle Assise di Firenze Ambiguo comportamento di Moranino con i famigliari delle sette vittime Anche dopo la Liberazione continuò a dire che gli uccisi erano in Svizzera - La moglie di uno dei morti ha perso la ragione ■ Emanuele Strassera non conobbe il figlio che ora si è costituito Parte civile (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 4 aprile. Nell'aula della Corte d'Assise fiorentina, dove s'è iniziato stamane 11 processo contro l'onorevole Francesco Moranino, mancano i protagonisti, le persone fisiche di coloro che vissero la triste, sanguinosa vicenda: l'imputato è al sicuro, lontano, in un Paese straniero ; ' gli esecutori materiali dell'ordine di uccidere sono già stati prosciolti In istruttoria per amnistia o per non aver commesso H fatto; delle vittime, non una scampò alla strage. Ma, a rendere il senso umano del dramma e del dolore non sopito dal tempo, son risuonate le voci di coloro che non possono dimenticare, dei genitori ormai vecchi, dei figli ancora giovani, delle' vedove, di tutti i parenti del sette uccisi,'costituitisi Parte civile. Non c'era astio, spirito di vendetta nelle loro parole: chiedevano giustizia ai fatti stessi da loro sobriamente accennati e che non consistono soltanto i nella morte violenta di questo o quello del 'sette, ma anche nella scia di dolore lasciata fino ad oggi, destinata , a non spegnersi ancora. Si pensi alla vittima della personalità di maggior rilievo, ad Emanuele Strassera che mentre si batte per la causa partigiana, da partigiani viene ucciso; che non vedrà mai il figlio Paolo (per questo nome, Radio Londra doveva' segnalare la felice riuscita della missione in Svizzera con la frase « Paolo sta bene »') nato qualche mese dopo; che lascia una vedova alla quale il dolore offuscherà l'Intelligenza tanto da trascorrere oggi la sua vita fra la casa di cura e la sorveglianza assidua dei familiari. In. quest'atmosfera di tristezza, la Corte d'ABsise di Firenze (Presidente Serra, Pubblico Ministero Remaschi, Giudice a latere Carabba) ha iniziato il suo giudizio accettando la richiesta della Pubblica accusa di procedere in contumacia contro Francesco Moranino e dando lettura del capi di imputazione. Siedono come Parte civile gli avvocati Mino Pretti di Vercelli (famiglie Francesconl, Martinelli, Campasso), Francesco Marcellini di Genova (Strassera e Scimone), Ugo Fortini di Firenze (Santucci e Dau). Alla difesa l'avv.-«on. Gino- OoMa~di -Torino e Pasquale Filaste di Firenze.' Due istanze pregiudiziali' vengono accolte senza opposizione alcuna. L'avv. Marcellini chiede di aggiungere ai testi di parte civile Giovambattista Canepa, già vice-sindaco di Genova, e il prof. Balduzzi, ordinarlo di neurologia nella stessa città e già comandante di una missione informativa In periodo clandestino (la « Otto ») ; la difesa ottiene analogamente la convocazione di certo Giulio Quargnul, attualmente in carcere. Si allunga cosi ulteriormente l'elenco di coloro che dovranno nei prossimi giorni deporre davanti alla Corte e fra i quali figurano molti del maggiori esponenti della Resistenza. Dopo una breve relazione da parte del presidente sui punti essenziali della vicenda (già da noi illustrata ieri), una donna apre la sfilata dei parenti delle vittime che si costituiscono Parte civile: è la signora Teresa Dau, sorella di Maria Santucci, uccisa con un colpo alla nuca davanti al cimitero di Flecchia. Poi è il padre di Santucci, che ha ottantatrè anni," si muove e parla a fatica, ma vuole a tutti i costi dire quanto suo figlio era buono. Ed ecco Barbara Santucci, oggi una bella ragazza di diciott'annl, una bimba di sette allora, in quella notte del gennaio 1945 in cui bussarono alla porta della casa dove abitavano la sua mamma e. Maria Francesconi Martinelli, l'altra uccisa, con la sua bimba, di tre anni Maria Grazia: « Dissero — racconta piano- Barbara ai giudici — alle nostre mamme di andare a prender notizie del loro mariti, e Maria Grazia non voleva ohe andassero e pianse disperatamente per delle ore >. Il padre di un altro del cinque ucciso a Portula è il commerciante Mario Campasso, sindaco di Buronzo: pacatamente racconta come suo figlio, studente di ragioneria, fosse stato costretto ad arruolarsi nella Guardia Nazionale repubblicana, come avesse sempre cercato di aiutare i partigiani, come, infine alla prima occasione fosse fuggito fra di loro con un camioncino carico di armi e materiali, tanto che i fascisti addebitarono al padre dodicimila lire. «Il 26 aprile — racconta — Moranino venne a fare un discorso a Buronzo e io gli chiesi notizie del mio ragazzo;, mi rispose di star tranquillo, che sarebbe tornato presto dulia Svizzera». Analoga risposta si abbe Giovanni Martinelli, la cui figlia fu uccisa con la Santucci al cimitero di Flecchia, e il cui genero Mario Francesconl fu uno del cinque di Portula. Mario — racconta il suocero — dapprincipio si trovò nelle file dell'U.P.I., ma quale sia stata la tua attività lo dice, la condan oa a morte decretatagli dai fasciati quando fuggi tra 1 partigiani: c Finita appena la guer ra, andai da Gemisto e gli chiesi notizie" di mio genero e di mvrlcatnFSShddsodn<—utltmavoSSenrgucpcogNldctogdduntsscrt«ztnsag mia figlia; mi rispose che stavano bene tutti e due, che Mario sarebbe prèsto tornato dalla Svizzera e che Maria era ancora nel dintorni di'Trivero in attesa anche lei di mezzi di trasporto per venire a casa >. Dopo i parenti delle,due dònne, di Santucci, Campasso e Francesconl, ecco quelli di Stresserà e di Scimone. Egidio Strassera. è stato colili che più ha fatto per conoscere la sorte del fratello Emanuele, il capo della missióne, per rendere possibile il- processo odierno. Le ostilità erano 'finite da-più di: due mesi, di' Emanuele nessuna notizia, ógni ricerca era vana: < Andai da Moranino a Biella — racconta con una calma, con una freddezza, con una evidente volontà di precisione assoluta — il 18 luglio; mi ricevette alla federazione comunista, mi disse che non era il caso di allarmarsi in quanto nel novembre 1944 egli aveva con ogni mezzo aiutato la Missione Strassera a raggiungere la Svizzera facendola guidare da esperti, partigiani, i quali tornando al comando gli avevano riferito che tutto era stato eseguito regolarmente >.• • Ma Egidio Strassera non era uomo da accontentarsi di dichiarazioni generiche o delle promesse che Moranino gli fece — e non mantenne, nonostante ogni sollecito — di dargliene in seguito di più esatte. Narrerà poi come promosse lui','insieme àgli aitH parenti delle vittime, le indagini dei carabinieri e della- magistratura: nelle sue dichiarazioni di oggi gli premeva fissare nella giusta luce la cristallina figura del fratello come combattente della Libertà. E' questo oggi un fatto incontrovertibile, ma nemmeno allora — ha sostenuto Egidio Strassera — c'era possibilità di dubbio o di confusione, poiché con un qualsiasi contatto con gli alleati, sia per radio o per Informazione diretta con la missione Inglese « Cherokee >, operante nella zona, Moranino avrebbe potuto accertarsi del ruolo di Emanuele come li] capo della missione informativa < Montreal > alle dipendenze dell'O.S.S. (Organlzatinn Secret Service) americano. Qualche teste ha equivocato sul fatto che, nella sua fuga da Genova verso 11 Biellese, Emanuele era accompagnato da un sottufficiale della X Mas: « In realtà, si trattava del comandante partigiano Nunzio Costa, che agiva per ordini superiori >. La deposizione del signor Strassera continuerà domani; fino a mercoledì saranno sentiti 1 testi; il processo verrà quindi sospeso qualche giorno, par concludersi la settimana seguente con le arringhe e la sentenza. Giovanni Giovannìni i | j ! :| ' i.a diciottenne Barbara Santucci, figlia dì una delle vittime, racconta al giudici della Corte-dl Assise il fosco episodio di cui fu testimone nella sua fanciullezza (Telefoto) 011 llltll II Itili I Ititi III ti Hill II II Hill II MI IMI III IH II III II III UNI Ululi Ili mi in èLo<] 1111 i 11111111 i 1111111111111 m 11 u i 111111 ■ 1111 ■ 11 ■ 11111111 r r : i m 1111 il 111111 ■ 1111 ■ r 1111111 j r 11 m ili r ti i