Quasi ultimata la funivia da Ciminoliix a Courmayeur

Quasi ultimata la funivia da Ciminoliix a Courmayeur L'aerea passeggiata attraverso il massiccia dei Bianco Quasi ultimata la funivia da Ciminoliix a Courmayeur Da parte francese si vorrebbe far sospendere i lavori, perchè la teleferica nuoce alla bellezza del paesaggio - Forse i veri motivi dell'avversione alla grandiosa opera sono diversi (Dal nostro inviato speciale) Courmayeur, 2 aprile. In questi giorni (e quando il tempo lo permétte, perché anche qui le nubi sono sovente basse e minacciose e scaricano neve e grandine) gli sguardi di tutti si levano più di frequente verso il Colle del Gigante, dove, presso il rifugio Torino,. termina la funivia. Fino a poco tempo fa le guide puntavano il dito: «Vede? Lassù passa il confine con la Francia, ma passano anche i cavi della nuova téléférique, la téléférique de l'Allée Bianche, che porta direttamente a Chamonix... >. E c'era nelle loro espressioni un senso di orgoglio, perché quella funivia era un po' opera loro, della gente della Val d'Aosta, ed avrebbe dato nuovo respiro, nuovo incremento turistico a tutta la zona. Ma ora quelle parole non sono più tanto convinte e le guide preferiscono interrogare quelli che vengono dalla città: « Si, la nuova funivia c'è, è quasi pronta. Ma lei crede che la lasceranno funzionare? >. E' successo un fatto inatteso. Il Club Alpino francese, l'Unione nazionale delle associazioni del turismo, le Commissioni turistiche di molti centri della Savoia hanno tenuto una conferenza-stampa e chiesto l'interruzione del lavori per 11 definitivo compimento della funivia. Dì rincalzo è venuta una decisione del Consiglio superiore del turismo francese, che sta facendo pressioni sul Ministero dei Lavori Pubblici transalpino e sul Segretariato delle Belle Arti « perché non venga deturpato uno dei più bei paesaggi del mondo ». Una levata di scudi piuttosto tardiva. I lavori erano stati affidati tre anni addietro ad un' impresa italiana, quella che già aveva costruito la funivia all'Aiguille du Midi, che è la più alta del mondo. A suo tempo era giunto tanto di autorizzazione dalle autorità di Chamonix. Oggi i lavori sono quasi compiuti: i cavi vanno dalla punta Hellbronner, poco sopra il Rifugio Torino, fino all'Aiguille, attraverso il Colle dei Flarabeaux e il Gros Rognon. Tre cavi di 48 millimetri, lunghi 5460 metri. Tutto insomma procedeva nel modo migliore e si poteva prevedere che con la prossima estate la funivia sarebbe entrata regolarmente in funzione, per la maggior delizia di coloro che amano si andare in montagna, ma con tutti 1 comodi e senza correre il mi nimo pericolo di finire in un crepaccio. «Un'aerea galoppata al cospetto del più alto massiccio d'Europa — dicevano certi volantini pubblicitari. — In venti minuti, tutto il regno del Vonte Bianco >, e sottolineavano la frase <... senza bisogno di scarponi! >. Ma ora le cose si sono messe male e l'< aerea galoppata » sembra rimandata sine die od almeno seriamente compromessa. Si pronunciano di nuovo parole che più non si udivano dai tempi della polemica circa la funivia al Cervino: che i cavi guastano la purezza solitaria della montagna, che l'alpinismo, per goderlo a fondo, bisogna farselo a piedi (Il che non è poi tanto vero, perché da una parte esiste già la funivia del Rifugio Torino e dall'altra quella dell'Aiguille du Midi che dispongono di cavi non più piccoli nè meno numerosi, e scaricano sul ghiacciaio masse di turisti del tutto indotti di alpinismo, sì che si vedono a spasso fra i crepacci gruppi di signore in abi to a fiorami e giovanotti con la cravatta a pallini) C'è sotto qualcos'altro, dicono le guide. E ricordano un episodio. Quando si costruì la funivia alla Testa del Furggen sopra Cervinia, un gruppo finanziario svizzero propose la costruzione di una teleferica anche dalla parte di Zermatt, che si congiungesse quindi con la parte italiana. Anche questa sarebbe stata un'area galoppata, ma gli albergatori svizzeri si opposero, tirando in ballo la «purezza solitaria della montagna». In realtà c'era alla base di questa levata di scudi il timore molto comprensibile che i turisti, arrivati alla Testa del Furggen e vedendo spalancarsi davanti il dolce cielo d'Italia, rinunciassero al biglietto di ritorno per scendere in valle d'Aosta con il portafogli pingue di franchi, di marchi e di dollari. Perciò della funivia sul versante svizzero non si parlò più Non occorre molto acume per presumere che una situazione analoga deve essersi determinata ora sul versante di Chamonix. Non si spiegherebbe altrimenti perché debba essere elogiata a tutto spiano la funivia all'Aiguille du Midi ed osteggiata quella che la con tinua fino al Colle del Gigan te, dato che 1 ghiacci e le roc ce sono gli stessi da una par te e dall'altra. Sotto sotto, insomma, riaffiora il timore di vedere correnti di turisti salire sui vagoncini per non tornare più, ritorna lo spauracchio del dolce cielo d'Italia: 11 monte Bianco non sarebbe più una diga atta a contenere al di là franchi e marchi e dol lari, ma un invito per andarli a spendere altrove. Timori che hanno una consistenza reale ma che non sappiamo se riusciranno davvero ad impedire la realizzazione nLpdella funivia. c. m. Il percorso della grandiosa funivia. La linea punteggiata indica 11 tratto In costruzione niiiiiiiimiiiiimiiiiiimimHiwMiiiwMiMimmmiwiminim

Persone citate: Gros